In memoria di Bubacarr: in questo momento noi siamo i suoi cari

La morte di Bubacarr Darboe - il giovane di 18 anni annegato davanti al lungolago di Lecco dopo aver attraversato il Sahara, il Mediterraneo, ed essere sbarcato solo una settimana fa a Lampedusa - ha commosso profondamente l'intera comunità lecchese.
L'immagine della corona di fiori adagiata ieri sulla riva del lago dal sindaco Mauro Gattinoni, i volti smarriti dei quattro giovanissimi connazionali che erano con Babacarr in quei tragici istanti, sono immediatamente diventati i simboli di una città che non intende arrendersi all'indifferenza verso il dolore innocente e verso la richiesta di aiuto che - spesso tra le pieghe della nostra quotidianità, come durante un pomeriggio in riva al lago - arriva a noi dalle aree più povere del mondo. L'angoscia, ha scritto ieri l'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, di tutti coloro che intendevano "farsi carico di una promessa di futuro per questo ragazzo".
E' per questa ragione, facendosi portavoce dei sentimenti dell'intera città, che la Fondazione comunitaria del Lecchese ha deciso di donare duemila euro a Caritas Ambrosiana per sostenere i costi del rimpatrio della salma di Babacarr.
“Morire sotti gli occhi di San Nicolò, lontano dalla propria terra e dai propri cari. Facciamo silenzio. Questo ragazzo vuole solo compassione, dignità e affetto. Lecco, in questo momento, è la sua terra e noi i suoi cari” afferma Maria Grazia Nasazzi, Presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese. Fondazione comunitaria del Lecchese
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