Valmadrera: l'investitore si sfila, fallisce la Franci ma l'attività prosegue con un affitto

Il Tribunale di Lecco
Scrivere “è fallita la Franci di Valmadrera” è tecnicamente sbagliato. In primis perché ora le aziende non falliscono più, vengono poste - con il nuovo corso - in “liquidazione giudiziale”. E poi perché, per la precisione, la società oggetto del provvedimento adottato tre giorni fa dal Tribunale di Lecco è ufficialmente la Costruzione Stampi srl. Ma, in soldoni, è ci perdoneranno sia i diretti interessati sia i professionisti del settore, “è fallita la Franci di Valmadrera”, per davvero.
A tale mesto epilogo si è arrivati dopo la mancata presentazione, entro il termine fissato dai giudici, del piano concordatario, con la domanda di apertura di quello che ora viene chiamato “procedimento unitario” risalente al marzo scorso. Sessanta i giorni di tempo, poi prorogati, concessi alla storica srl - specializzata nella produzione di stampi – per trovare la quadra mentre si prospettava l'affiancamento alla proprietà di un nuovo investitore pronto a rilanciare l'azienda. Un partner che si è però sfilato, come scritto nel decreto con cui il ricorso è stato dichiarato inammissibile: “la ricorrente (...) non è stata in grado di depositare la domanda definitiva a causa dell'improvviso recesso dalle trattative dell'investitore che avrebbe dovuto supportare da un punto di vista industriale e finanziario il piano di risanamento dell'impresa".
Si è arrivati così – era il 23 giugno – alla chiusura della procedura di pre-concordato con un nulla di fatto. Un mese dopo – il 25 luglio – la pronuncia dei giudici circa la liquidazione giudiziale, su istanza di alcuni creditori.
Nel mezzo, nel pieno e autonomo esercizio della propria attività, la Franci non solo ha cambiato nome in Costruzioni Stampi srl con una delibera del consiglio di amministrazione ma anche messo al sicuro la continuità aziendale con un affitto (di ramo) d'azienda, con il coinvolgimento dello stesso operatore che sembrava dovesse entrare invece come partner. La newco ha assorbito anche una sessantina di dipendenti (meno di una decina quelli che non hanno accettato il passaggio), con i lavoratori ri-assunti alle stesse condizioni precedenti ma senza TFR – nell'ordine di un milione di euro - rimasto in carico alla “fallita”, costringendoli dunque, per il recupero, a insediarsi al passivo e attendere poi i riparti, questione che chiaramente ha indispettito e non poco anche i rappresentanti sindacali che hanno seguito la vicenda. 
Nominati curatori i già commissari giudiziali Davide Ielardi e Elena Francesca Bianconi.
A.M.
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