'Ndrangheta e Silea: perchè si è taciuto fino ad ora? Occorre fare terra bruciata alle mafie

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Roberto Fumagalli
È gravissima la situazione che si è verificata in Silea - la municipalizzata dei rifiuti della provincia di Lecco - dove l’ex dipendente Beniamino Bianco (che ricopriva anche funzioni di 'responsabile tecnico servizi e commerciale') fungeva di fatto - secondo le accuse della Magistratura inquirente in Calabria (procuratore Nicola Gratteri) - da ‘reclutatore’ di personale con legami con la ‘ndrangheta. Non è ammissibile che in una municipalizzata di proprietà dei comuni, che gestisce servizi pubblici, si siano verificate situazioni con profili di illegalità, come sottolinea (solo ora…) la stessa azienda citando l’informativa della Prefettura che, nel 2021, segnalava “la presenza all’interno dell’azienda di alcuni dipendenti vicini agli ambienti della criminalità calabrese operante nel territorio lecchese”!

Ci chiediamo perché la società Silea non abbia, a suo tempo, reso pubblica la vicenda: le aziende pubbliche devono essere come palazzi di vetro! Ci chiediamo soprattutto perché i sindaci della provincia di Lecco non abbiano nulla da dire, a partire da quello del capoluogo - che è anche ‘presidente del Comitato ristretto in Silea’ - e quello di Valmadrera - che ospita il forno inceneritore -.

La penetrazione delle mafie in provincia di Lecco è conclamata da decenni. Non è ammissibile che questo avvenga con una specie di impunità politica, che passa attraverso una sorta di omertà politica.

Servono azioni concrete, da parte della società civile, della politica e delle Istituzioni, contro questa che non è infiltrazione ma radicamento mafioso. E invece non sentiamo nessuna voce in questa direzione a difesa della legalità. A Lecco sul tema dell’antimafia si organizzano celebrazioni, ricorrenze, convegni - con anche rappresentanti istituzionali – che, a questo punto, rischiano di rimanere iniziative vuote e fini a loro stesse, se non affrontano i temi specifici legati alla presenza mafiosa, purtroppo ancora attualissima, nelle realtà economiche e pubbliche del nostro territorio.

Anzi quando, più di un anno fa, si è costituita la Commissione antimafia del Comune di Lecco – che ora, noi per primi, abbiamo chiesto venisse convocata con urgenza per la ‘questione Silea’ – vi è stata una pubblica indignazione da parte di esponenti della maggioranza e delle minoranze nei confronti dell’allora Prefetto De Rosa, che aveva denunciato la massiccia presenza mafiosa nel nostro territorio e che, nel merito della questione Silea, aveva avviato l’iter per l’interdittiva antimafia sulla municipalizzata dei rifiuti.

Lo ribadiamo, in provincia di Lecco serve uno scatto di orgoglio a difesa della legalità, facendo terra bruciata alle mafie!
Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”
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