Calolzio: Swing e Blues per il secondo concerto a lume di candela. Altro 'sold-out'

Il sindaco - ingegnere più avvezzo al "fare" dietro le quinte che ai discorsi celebrativi sulla ribalta - non ha nascosto la sua soddisfazione, prendendo la parola per complimentarsi pubblicamente con la (giovane) consigliere, al suo primo mandato in amministrazione, che, con iniziative di livello, sta contribuendo a dare lustro alla Fondazione Santa Maria del Lavello, instradandola verso proposte di qualità, come da auspicio di chi si è speso attivamente per il suo salvataggio. 
DSC04824.jpg (143 KB)
Il pubblico del resto ha confermato che, anche a Calolziocorte, c'è voglia di qualcosa di nuovo e non banale, facendo registrare un secondo - sperato - "sold out". Dopo il successo della "prima”, tra l'altro, le premesse per un altro pienone c'erano tutte. E così è stato.

Galleria fotografica (35 immagini)

Come già il 10 settembre, anche ieri sera, il concerto "a lume di candela" voluto da Silvia Bosio ha registrato il tutto esaurito, pur spostandosi dal chiostro maggiore del monastero al Santuario del Lavello e dunque da una location più "ariosa", con le montagne a far da sfondo e un tetto di stelle ad una più "intima", intrisa di sacralità. 
DSC04853.jpg (143 KB)
Coraggiosa anche la scelta della componente - non certo secondaria - musicale. Suonate classiche e colonne sonore hanno lasciato spazio, in questa seconda edizioni del "Candlelight" calolziese - ancora una volta patrocinato da Regione Lombardia, con somma soddisfazione dell'organizzatrice - a capolavori swing e blues, per un concerto che ha ripercorso il sincretismo culturale musicale americano del XX secolo.

Mauro Cattaneo alla chitarra/basso, Davide Muccioli al pianoforte e Max Malavasi alle percussioni hanno accompagnato Cecilia Luce che, con la sua voce, non ha fatto rimpiangere i grandi interpreti che hanno reso immortali il brani proposti, da Fever a Georgia on my mind, giusto per citare due canzoni "rompi ghiaccio", precedute da Rapsodia in Blu - solo piano - di George Gershwin che inserita nel concerto "An experiment in modern music" tenutosi a New York nel gennaio 1924 di fatto riconosce l'importanza e l'attualità del jazz.
20231202_213044.jpg (186 KB)
Pezzo che, dopo un secolo, come gli altri eseguiti, ancora "illumina il cammino dei nostri giorni" come detto in apertura, tra le centinaia di lumini che hanno reso magica l'atmosfera, riscaldando i cuori in una gelida serata di inizio inverno.
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.