Scuola chiusa, ragazzi in laboratorio a preparare cioccolatini

Nel lungo ponte dal 6 al 10 dicembre, nonostante la scuola chiusa per le feste di San Nicolò e dell’Immacolata, le studentesse e gli studenti di seconda del corso di panetteria e pasticceria di Enaip Lecco hanno realizzato gli ormai classici, e simbolo cittadino, cioccolatini dei Promessi Sposi, ispirati all’opera di Alessandro Manzoni del quale, quest’anno, ricorre il cento cinquantesimo della morte.
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Così, le ragazze e i ragazzi, si sono autorganizzati per garantire, ogni giorno, la presenza di gruppetti di quattro o cinque componenti e portare avanti il lavoro: un’occasione di alta formazione per apprendere le tecniche e la precisione nell’esecuzione dei lavori in cioccolato. Marco Gennuso, docente e coordinatore del corso Enaip, che ha guidato i lavori commenta: «Tutto è nato da una sfida che vede, ogni anno, i ragazzi di seconda impegnati a preparare, come gadget natalizio, “i cioccolatini dei Promessi Sposi” allenandosi così a lavorare il cioccolato e a vivere il famoso romanzo attraverso la preparazione, appunto, di cioccolatini: infatti, ogni pralina ha la sua ricetta e specificità e si richiama ai nove personaggi principali dell’opera manzoniana. Il tutto all’insegna dell’imparare facendo che caratterizza Enaip». 
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Andrea Donegà, Direttore Enaip Lecco, aggiunge: «In un momento storico in cui si dipingono i giovani come svogliati, rassegnati e con poca voglia di fare, vedere ragazze e ragazzi venire a scuola anche quando questa è chiusa è sicuramente un elemento da valorizzare e su cui riflettere. Significa che bisogna incuriosirli, coinvolgerli e metterli al centro della progettualità rendendoli protagonisti. In questi giorni si sono impossessati della scuola riempiendola di entusiasmo e voglia fare. Una sorta di occupazione allegra e rumorosa ma concentrata e determinata nell’apprendere e nella voglia di realizzare qualcosa di ben fatto e di buono. Direi che i risultati sono stati eccezionali. Le studentesse e gli studenti hanno trasformato in capolavori, per la vista e per il gusto, il cioccolato di altissima qualità che, ancora una volta, l’azienda Icam ci ha voluto donare. Oltre a ringraziare Icam, siamo onorati di sentire il suo sostegno nelle attività formative che portiamo avanti con i nostri giovani».
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Così sono trascorse queste giornate all’insegna di studio e pratica e, tra una Lucia e un Renzo, intanto che si lavoravano i cioccolati fondenti e al latte, c’era tempo per discutere sul romanzo e spiegare cosa fosse successo nel 1600 e cosa ancora oggi è di attualità: tra le discussioni su bulli e don Rodrigo e le conversioni dell’Innominato e Baby Gang, le ragazze e i ragazzi si sono aperti iniziando a discutere su temi importanti e attuali e su possibili modi per affrontarli.
«È stata una bella esperienza anche per consolidare i buoni rapporti con i compagni di classe e provare nuove sensazioni nel lavorare in una scuola chiusa e aperta solo per noi. Apprendere in piccoli gruppi le tecniche di lavoro e metterle subito in campo ci ha permesso di imparare al meglio le lavorazioni e i piccoli trucchi per la buona riuscita del prodotto», racconta Malak, una delle più assidue frequentatrici della scuola nei giorni della produzione di cioccolatini. «La mattina facevamo colazione insieme prima di iniziare il laboratorio. Abbiamo pensato anche a come addobbare la scuola per il Natale realizzando un albero e un presepe interamente di cioccolato mettendo subito in pratica le tecniche appena apprese», aggiunge Crystal, un’altra allieva Enaip che ha partecipato all’iniziativa.
«Enaip è una fucina di talenti, dove ognuno viene aiutato a inseguire i propri sogni e le proprie passioni. Unire lo studio della letteratura alla produzione di cioccolatini è un modo innovativo di intendere la didattica. Tutto questo è possibile grazie all’impegno e all’amore che i docenti hanno per gli alunni, per le alunne e per la loro crescita come cittadine e cittadini responsabili prima ancora che come professionisti. Abbiamo la fortuna di poter contare sul contributo umano e professionale di tanti docenti che hanno raccolto questa sfida di cura del futuro, come dimostra la generosità, oltre alla straordinaria capacità tecnica, del professor Gennuso» conclude Donegà.
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