Valmadrera: “la riforma dello sport è sbagliata negli effetti”. Confronto tra società e LND

Farraginosità. È una storia tipicamente italiana quella al centro dell’incontro andato in scena ieri sera presso l’auditorium del centro culturale Fatebenefratelli di Valmadrera. É la storia di una riforma, quello dello sport, così complessa da aver indotto il comitato regionale della Lega Nazionale Dilettanti ad avviare in tour in tutta la Lombardia per parlarne direttamente con le società. 
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“Non possiamo dire che questa riforma, entrata in vigore il primo luglio scorso, fosse inaspettata. Se ne parlava da anni, ne hanno discusso ben quattro governi. Si tratta di un provvedimento molto complesso che coinvolge cinque ministeri” ha esordito Sergio Pedrazzini, presidente del comitato regionale Lombardia della LND. “Sport e Salute doveva pubblicare sul sito l’elenco delle categorie, ognuna con annesso compenso, che le società avrebbero dovuto utilizzare per capire come inquadrare e quanto retribuire i loro collaboratori. Ad oggi questo elenco non c’è, dunque non è dato sapere come devono essere inquadrati quelli che la riforma definisce “lavoratori sportivi”. C’è una mancanza da parte dello Stato”. 
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Questa è solo una delle tante norme legate alla riforma che non ha per niente convinto i presidenti delle società di calcio dilettanti attive sul nostro territorio. Non a caso, infatti, in tanti sono giunti a Valmadrera per ascoltare le parole dei rappresentanti della LND nella speranza di ottenere qualche chiarimento. 
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Il presidente Pedrazzini ha preso la parola dopo il saluto di Giovanni Colombo, il delegato provinciale di Lecco, il quale ha ricordato come questa sia una provincia “piccola ma forte” sul piano dell’attività sportiva. 
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Dopodiché sono intervenuti Mario Tavecchio e Dario Lo Bello, vicepresidente e membro del comitato regionale lombardo. Il nipote del compianto Carlo Tavecchio si è soffermato sulla questione degli aggiornamenti dello statuto, obbligatori entro il 30 dicembre 2024, spiegando come “nei trenta giorni successivi all’approvazione gli statuti devono essere registrati all’agenzia delle entrate e successivamente comunicati all’anagrafe federale”. 
Ha poi evidenziato che ad oggi non sia ancora possibile inserire il Libretto Unico del Lavoro (LUL) sul Registro delle Attività Sportive Dilettantistiche (RASD). “Il LUL è l’elenco di quante persone abbiamo in carico e cosa abbiamo corrisposto ad ognuna da luglio a dicembre. L’applicazione non consente ancora di inserire queste informazioni sul RASD nonostante il termine sia il 31 gennaio. Ci aspettiamo una proroga” ha chiosato Tavecchio.
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Il consigliere Lo Bello si è invece soffermato su alcune questioni legate ai trasferimenti dei calciatori. Con la riforma è stato abolito il vincolo sportivo nel dilettantismo che legava un giocatore alla società in cui è cresciuto dai 14/16 anni fino ai 25 anni. “Ciò crea un disincentivo a investire nel settore giovanile perché rende impossibile per le società programmare sul lungo periodo. Per cercare di attenuare questo effetto, è stato introdotto un premio di solidarietà: in caso di trasferimento di un calciatore professionista da una società a un'altra società, una piccola percentuale del valore del trasferimento dovrà essere versata alle società che hanno formato il giocatore. Sarà la Lega stessa a gestire la transazione” ha spiegato Lo Bello. “Un’altra importante novità riguarda il fatto che ora un calciatore non professionista può chiedere di essere svincolato solo se non viene incluso in distinta per quattro gare consecutive fino a novembre. Inoltre, dal 1 al 30 giugno di ogni anno le società potrà tesserare per la stagione successiva tutti gli atleti dagli 8 anni in su che ha già in organico”. 
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Al tavolo dei relatori era presente anche Marco Grassini, consigliere della zona di Lecco. Quelli citati sono solo alcuni dei temi salienti toccati in una serata molto tecnica che si è sviluppata senza particolari scossoni fino alla fine. “Il nostro compito è quello di sviluppare calcio di base per le società dilettantistiche e i bambini. In Lombardia ci sono 182mila atleti e 1300 società. Mentre il primo dato cresce il secondo diminuisce e questo implica che ci sia una concentrazione di tesserati nelle società esistenti. Dobbiamo riflettere su come aiutare i più piccoli, anche solo sul piano burocratico, perché il calcio nel territorio è un presidio prezioso” ha spiegato Pedrazzini. “Come LND abbiamo aperto sei sportelli tutti a disposizione gratuitamente di tutte le società. In parallelo, intendiamo anche ristrutturare il nostro sito internet, in modo da facilitare il dialogo e la ricerca delle informazioni”. 
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Infine, la chiosa, sollecitata anche dalle domande del pubblico. “A seguito dei ripetuti episodi di violenza contro gli arbitri Gravina l’anno scorso ha deciso di rendere più severe le norme della giustizia sportiva. Questo è il motivo per cui le sanzioni sono più alte. Certo, ora un insulto all’arbitro sembra valere di più che un pugno ad un ragazzo. Quest’iniquità andrà corretta”.
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A.Bes.
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