Calolzio: il piazzale del cimitero sarà dedicato alle vittime del Covid. Madrina la dottoressa Stasi

Martino Mandelli, Bruno per tutti. Un nome, il suo, che ancora oggi, a distanza di quattro anni, fa accapponare la pelle. Mancato il 4 marzo 2020 all'Ospedale Manzoni di Lecco, l'83enne è la prima vittima (ufficiale) del covid nella nostra provincia. La sua Calolzio, nei prossimi giorni, ricorderà il signor Mandelli e tutti i concittadini portati via da quel male (inizialmente) oscuro che, silenziosamente, ha mietuto morti su morti, nel periodo più buio privando anche i famigliari della possibilità di tributare loro l'ultimo saluto.
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Il piazzale antistante il cimitero di Calolzio

Il piazzale antistante il cimitero maggiore  verrà intitolato infatti a tutte le vittime della pandemia. Lo ha annunciato ieri sera in consiglio comunale l'assessore ai servizi sociali Tina Balossi, puntualizzando come la dedicazione avverrà qualche giorno dopo il 18 marzo, giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19, istituita per legge nel 2021 per rinnovare il ricordo di tutte le persone decedute a causa del coronavirus. 
Alla cerimonia verranno invitate le scuole così come le associazioni, alcune di quest'ultime particolarmente attive, a fianco dell'amministrazione comunale, nella gestione della fase emergenziale e, poi, nella riorganizzazione dei servizi al ritorno (graduale) alla normalità, con la necessità di avviare i centri vaccinali e di far rispettare le prescrizioni per il distanziamento sociale.
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La dottoressa Maria Beatrice Stasi
Madrina dell'iniziativa – presente personalmente all'intitolazione – sarà la dottoressa Maria Beatrice Stasi, direttore generale, fino alla fine dello scorso anno quando ha raggiunto il traguardo della pensione, dell'ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, provincia epicentro – a livello nazionale – dell'emergenza sanitaria. Calolziese d'adozione, la top manager ha iniziato la sua carriera negli anni '90 dapprima presso l'ASL di Merate, poi di Lecco e di Milano. A seguire nel 2011, è approdata in Valtellina e Valchiavenna, dove con incarichi di direzione aziendale ha accumulato ulteriori esperienze custodite nel suo corposo curriculum. Nel capoluogo orobico dal primo gennaio 2019, con l'avvento della pandemia si è trovata a gestire anche l'ospedale da campo allestito dagli alpini.
“A Bergamo – ci aveva raccontato in un'intervista nel maggio 2020 - abbiamo vissuto una situazione eccezionale che non è confrontabile con quella che si è verificata in altre regioni e province lombarde. La rapidità con cui il virus si è diffuso e la gravità dei sintomi e della patologia hanno messo a dura prova gli ospedali. Al Papa Giovanni siamo stati un'ora avanti le infezioni per settimane, aumentando al massimo i posti i terapia intensiva. Siamo anche passati da 40 letti destinati normalmente alla malattie infettive fino a 450 destinati alla cura dei pazienti covid. In poche ore abbiamo provveduto all'allestimento di un nuovo impianto per l'ossigeno, intervento a sostegno di un attrezzatura non più rispondente ad un afflusso di ammalati di grande portata. Anche l'ospedale di San Giovanni Bianco dipendente dalla nostra struttura in pochi giorni è stato trasformato in nosocomio covid. Uno sforzo organizzativo immane che non ha precedenti. Una pandemia che nessuno può ricordare se non facendo memoria alla Spagnola di un secolo fa. Chi non è stato sul campo forse non ha colto in tutta la sua forza d'urto ciò che abbiamo vissuto. Un vero e proprio stato di guerra. Mi sono ammalata anch'io – aveva aggiunto - Fortunatamente ho potuto curarmi a casa. E' stata dura. La malattia in isolamento,  la grande preoccupazione per ciò che si affrontava in ospedale, con la sensazione  che la curva non si fermasse mai! Tenere insieme le persone, la squadra, non è stato facile. Chi si è ammalato ha lavorato da casa. In ospedale tantissimi si sono prodigati senza riserve. Dai medici, infermieri ai tecnici agli amministrativi alle ditte esterne. Uno sforzo che ha guadagnato affetto e solidarietà non solo dai bergamaschi ma oserei dire dall'Italia e dal mondo”.
A.M.
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