Lecco, in Basilica l'addio a Plinio Agostoni: 'Rimanga un esempio, un modello da imitare'

"Tutto ciò che ha fatto è stato espressione dell'amore di Dio". Così don Luigi Ferè ha aperto la sua omelia durante le esequie di Plinio Agostoni, "numero uno" di Confindustria Lecco-Sondrio dal 2022, esponente della Compagnia delle Opere e vice presidente di Icam, nonchè tra i creatori della Cooperativa Nuova Scuola e della Fondazione Don Giovanni Brandolese (che opera nel settore educativo e culturale), venuto a mancare nei giorni scorsi all'età di 80 anni. 
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Nel riquadro Plinio Agostoni
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Per l'ultimo saluto la Basilica di San Nicolò era gremita in ogni angolo: tra i primi banchi anche numerosi volti noti del territorio, da Roberto Formigoni al sindaco di Lecco Mauro Gattinoni con l'assessore Giovanni Cattaneo, dal Prefetto Sergio Pomponio al Comandante provinciale dei Carabinieri Alessio Carparelli fino a Carlo Malugani in rappresentanza di Villa Locatelli, l'ex presidente degli Industriali Lorenzo Riva e l'attuale direttore Giulio Sirtori, passando per numerosi esponenti dell'imprenditoria, del Sociale, del volontariato lecchese, del mondo ecclesiale e delle professioni.
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La celebrazione, presieduta dal Prevosto Monsignor Davide Milani alla presenza di una dozzina di sacerdoti, si è aperta con la lettura di una missiva a firma del Cardinal Angelo Scola, impossibilitato a intervenire in quanto ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico, che ha voluto ricordare Agostoni per "la sua fede cristallina e la profonda umanità", come una persona che ha saputo mettere in gioco le sue qualità cristiane e umane.
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"Sappiamo quanto gli deve Lecco, questa morte lascia una responsabilità sulle nostre spalle" ha affermato, attribuendogli poi "genialità creativa e saggezza, nella sua disponibilità ad assumere impegni ecclesiali, sociali e civili". "Il Signore non ci farà venire meno le forze per un'imitazione costruttiva delle sue gesta", la chiosa del Cardinale, che ha già promesso di celebrare personalmente una Messa di suffragio in Basilica alle 21.00 di venerdì 5 aprile, a un mese esatto dalla scomparsa.
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Don Luigi Ferè
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"È impossibile ricordare tutta la ricchezza che ha lasciato" ha proseguito don Luigi Ferè, parlando di Plinio Agostoni come di un fratello e raccontandone poi la vita attraverso una serie di "titoli": l'amore per la famiglia, i figli e gli amatissimi nipoti, le esperienze del Movimento di Comunione e Liberazione "a cui ha dato tanto", in una grande storia di fraternità, e poi il lavoro, prima in SAE e poi alla ICAM, la passione educativa, le scuole, la Fondazione, "nata per trasmettere alle nuove generazioni ciò che dà un senso", nonchè l'impegno sociale e civile fino alla presidenza di Confindustria. "Quando il cammino si compie si vede più chiaro il "filo rosso", il mistero, le radici dell'albero di cui osserviamo i frutti. Nella festa del suo 80° compleanno ci ha regalato uno sguardo sul suo passato, con la gratitudine che è stata sempre il suo primo sentimento. E adesso? La storia più grande è il destino che si svela poco a poco, che si sta svelando e non l'ha ancora fatto del tutto, perché ci sono altri capitoli che si scriveranno" ha concluso, parlando inoltre della "continua preghiera" che ha scandito gli ultimi istanti della sua vita terrena.
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Don Ottavio Villa, che ha letto il Vangelo
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Monsignor Davide Milani

"Rimanga la memoria della sua eleganza, del suo sorriso, della cordialità e della schiettezza: potrà sembrare poca cosa, per chi lo ha amato, ma la sua presenza è destinata ad essere più dei suoi resti" ha invece affermato Monsignor Davide Milani sul finire della celebrazione. "La grazia della fede che ha plasmato la sua vita ora splende davanti a noi, con la testimonianza di passione per l'educazione alla vita, alla famiglia, alla fede, alla comunità, alla Chiesa, all'esperienza scolastica, al lavoro. Plinio rimanga un ricordo, un esempio, un modello: potrà sembrare poca cosa per chi ha condiviso le sue avventure, ma la sua esperienza sarà più di una prassi da imitare perché ha saputo avviare processi, generare un cambiamento. E non perchè fosse un innovatore di per sè, ma perchè ha incontrato la novità di Cristo e si è lasciato trasformare da essa. Abbiamo l'impronta decisa delle sue mani preziose, operose e decise, quindi rimanga la sua onestà, la genialità, l'intento di coniugare l'impresa e il profitto con l'etica. Potrà sembrare poca cosa per chi non lo troverà più accanto, ma la sua presenza è destinata a rimanere. Era convinto che l'uomo fosse creato a immagine e somiglianza di Dio, e l'azione del suo appassionato lavoro è stata partecipazione all'opera creatrice del Signore, a cui anche noi siamo chiamati. Nella sua agonia ha voluto mostrare il disegno di una nipote, con una dedica semplice e genuina: "Sei lo splendore della famiglia", c'era scritto. Ecco, è quasi un testamento, lo splendore, che ha come fine non quello di tributare onore e gloria, ma di donare a chi ne è illuminato dignità, bellezza, verità, chiarezza per il cammino. Ci resta questo, lo splendore della luce di Cristo da cui Plinio ha voluto essere illuminato, che è ciò di cui abbiamo più bisogno".
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Il figlio Silvio
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Il figlio Pietro

Grande commozione anche nelle parole di due dei quattro figli, che dal pulpito della Basilica hanno voluto condividere un personale ricordo del padre. "Lui sarebbe grato di questo abbraccio affettuoso, anche se non avrebbe mai preteso tutta questa presenza", le parole di Silvio Agostoni. "È stato grande perchè preso e guidato dall'amore di Gesù. Partendo dall'incontro con don Gius (Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, ndr.), la sua vita è stata un susseguirsi di incontri e circostanze, un fiume cresciuto sempre di più. L'eredità che ci consegna è che più ci sentiamo inadeguati più ci possiamo far abbracciare, che non ci serve altro che un cuore mendicante dell'infinito e una compagnia con cui camminare".
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L'omaggio di Gabriele Bolis

"È impossibile definire un'immagine di mio padre, a cui ho tanto pensato in questi mesi ma che forse, in fondo, volevo solo per me", ha poi concluso il figlio Pietro, tra le lacrime. "Per comporla ci vuole pazienza, lucidità e concentrazione, come per un puzzle di cui ognuno di noi ha un pezzo, perché è stato lui stesso a dire che il suo "io" era frutto di una costruzione nel tempo, grazie a ciascuno di coloro che ha incontrato. Vi esorto quindi a farci avere i vostri contributi personali, per completare l'immagine di lui".
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Un ultimo sentito omaggio a Plinio Agostoni, al termine della celebrazione, è arrivato da Gabriele Bolis, che ha percorso la navata centrale della Basilica intonando con la sua cornamusa "Amazing Grace", fino a giungere non senza commozione dinnanzi al feretro che poi, dopo le ultime preghiere, è stato accompagnato sul sagrato e infine al Cimitero Monumentale, dove le sue spoglie riposeranno per sempre.
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B.P.
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