PAROLE CHE PARLANO/167

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Mantide

È un insetto che conosciamo tutti, per le sue grosse dimensioni, per il suo colore verde brillante o marrone chiaro e per quella caratteristica postura delle zampe anteriori, congiunte in avanti come se fosse in preghiera, che le hanno fatto assumere il nome di mantide religiosa. Nella realtà, se si osservano bene, si può notare una serie di spine a uncino sulle zampe anteriori; queste, quando vengono rapidamente proiettate in avanti verso le prede (insetti, rane e perfino lucertole), afferrano e bloccano irrimediabilmente i malcapitati con gli uncini. Niente di religioso o soprannaturale, quindi. Anche il nome scientifico, Mantis religiosa, non è molto diverso da quello comune. Il termine mantide deriva dal greco mantis, con il significato di indovino, come a dire che da sempre l’uomo si è soffermato soprattutto sull’apparenza spirituale del grosso insetto. Niente di più lontano dalla verità. È assolutamente innocua per l’uomo, tuttavia la sua caratteristica principale consiste nell’essere un predatore sempre affamato e in cerca di buone proteine, anche durante l’accoppiamento: la femmina, dopo essersi unita, o anche durante l'atto, divora il maschio partendo dalla testa, mentre gli organi genitali proseguono l’attività. Azione brutale, ma necessaria per ottenere le proteine indispensabili alla rapida produzione di uova.

Tuttavia, siamo così propensi a trovare nella natura dei richiami alla nostra vita, che la mantide ha assunto significati mitici e leggendari in quasi i luoghi del mondo in cui si trova. Si è arrivati anche a soprannominarla Filomena in alcune zone del Trentino e anche in Sicilia, all’altro estremo, per la strana posizione delle zampine che può ricordare le mani d’una filatrice che tesse o che fila, nome nato probabilmente per esorcizzare lo spauracchio di un essere ritenuto magico-religioso.

Rubrica a cura di Dino Ticli
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