Una casa a Varazze e un'auto d'epoca al centro di due truffe approdate in Tribunale

Quell'appartamento in affitto a Varazze, una delle ''perle'' della Liguria, aveva colto subito la sua attenzione nel lontano 2017. Grazie all'annuncio pubblicato su un noto sito di compravendite online, la donna aveva dunque preso contatti con la fantomatica proprietaria dell'immobile, per conoscere la disponibilità dei locali durante il periodo estivo. Raggiunto l'accordo sul prezzo e versata la caparra...la signora è però sparita.
Alla vittima, residente a Torre de' Busi (all'epoca ancora in provincia di Lecco) non era rimasto che rivolgersi ai carabinieri della stazione di Calolziocorte, sporgendo querela contro ignoti per truffa. Della vicenda si è discusso stamani in Tribunale a Lecco, al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi. A processo è infatti finito il titolare della carta ricaricabile sulla quale la parte offesa aveva versato una somma di poco inferiore ai 1000 euro, quale acconto per il soggiorno da condividere insieme ai suoi cari, a Varazze appunto. Località che la donna aveva effettivamente raggiunto in seguito con la famiglia, soggiornando in un altro appartamento. Anche perchè, quello inizialmente notato online, di fatto non esisteva. Non a caso dopo aver versato la caparra, i contatti che la titolare dell'immobile si erano interrotti. ''Nessuno ha più risposto al telefono e dal sito era scomparso l'annuncio'' ha riferito stamani in aula la vittima della truffa, aggiungendo di aver versato il denaro in due tranche per velocizzare l'iter di prenotazione dell'alloggio per le vacanze estive. Incappando però nella truffa.
Terminata la sua escussione, l'udienza è stata aggiornata alla primavera inoltrata per l'audizione del luogotenente Fabio Marra, all'epoca dei fatti comandante della stazione carabinieri di Calolziocorte che si era occupato delle indagini.
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Qualche minuto più tardi il Tribunale si è dovuto occupare di una vicenda analoga. Vittima un pensionato di Olginate, rivoltosi all'Arma poichè vittima di una truffa online. In questo caso però, lui era il venditore e l'oggetto del contendere era una vecchia Alfa Romeo Giulietta che voleva alienare per 8300 euro. Questo il valore dell'annuncio pubblicato nel 2019 su un sito internet di compravendite che aveva raccolto l'interesse del fantomatico direttore di un ufficio postale di Udine. ''Mi ha contattato poco dopo, spiegandomi di essere disposto a venire a prendere la macchina anche il giorno successivo'' ha spiegato al giudice Bianchi la parte offesa. ''Mi ha poi inviato un messaggio whatsapp chiedendomi di andare ad uno sportello postamat per ricevere il pagamento in tempo reale''.
Peccato che invece di incassare i soldi, l'olginatese li abbia versati sulla ricaricabile dell'acquirente, che con una serie di stratagemmi l'avrebbe indotto a ''girare'' un migliaio di euro sul proprio conto. Per quattro volte infatti, il proprietario della Giulietta ha ricaricato con 250 euro la carta del truffatore, intestata in realtà ad una donna residente in Emilia Romagna e oggi imputata per truffa. Dopo l'escussione di un militare che si era occupato delle indagini portate avanti per accertare le responsabilità in merito all'accaduto, il giudice Bianchi ha aggiornato l'udienza alle prossime settimane, quando l'istruttoria lascerà spazio alla discussione finale.
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G.C.
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