Patteggia cinque anni per la rapina con machete in treno Condanne anche ai 'complici'

A distanza di sette mesi dal grave episodio che la scorsa estate aveva riempito le cronache - e turbato non poco l'opinione pubblica rispetto alla (scarsa) sicurezza dei treni regionali sui quali ogni giorno viaggiano centinaia di pendolari del territorio - hanno definito stamani la propria posizione davanti al giudice Paolo Salvatore i quattro africani fermati per una rapina con tanto di machete, avvenuta su uno dei convogli della Lecco-Milano via Carnate.
Le immagini diffuse nella conferenza stampa indetta in Questura lo scorso agosto - alla presenza del procuratore capo Ezio Domenico Basso e dei rappresentanti dell'Arma - avevano suscitato grande sconcerto e preoccupazione. Riprendevano un giovane individuo di origine africana seminare il panico - insieme ad altri complici, tutti giovanissimi - a bordo del treno nella tarda serata del 6 luglio 2023.
Quattro gli arresti scattati al termine delle indagini affidate a Polizia e Carabinieri, con altrettanti soggetti - nati tra Burkina Faso, Togo e Costa d'Avorio, gravitanti sul territorio tra la provincia di Lecco e quella di Bergamo - chiamati a rispondere a vario titolo di rapina e lesioni aggravate, nonché di porto abusivo di arma. Quello immortalato nel video era infatti un machete con lama lunga oltre 40 centimetri brandito (dal più grande della banda) contro malcapitati passeggeri del convoglio ''assaltato'' all'uscita dalla stazione di Lecco, verso le ore 23.
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Un frame del video diffuso dalla polizia

Un viaggio da incubo per i passeggeri, soprattutto per uno, rimasto ferito. Il ragazzo minorenne, inseguito fin dentro il bagno dello scompartimento, era stato soccorso per alcuni tagli rimediati al volto, tali da far scattare l'intervento dei sanitari. Al Manzoni gli erano stati riconosciuti 7 giorni di prognosi, vivendo però un incubo che non scorderà probabilmente mai.
Bloccato il convoglio alla stazione di Olgiate, erano stati fermati - da Polfer e Carabinieri - due presunti responsabili; addosso avevano un telefonino e un borsello. Il machete invece, era stato rinvenuto occultato tra i sedili della carrozza con il treno rimasto fermo per gli accertamenti a lungo, tanto da accumulare 180 minuti di ritardo, ragione che aveva fatto scattare anche una denuncia a carico dei due africani ammanettati seduta stante per interruzione di pubblico servizio. Gli altri due (che apertesi le porte del treno avevano guadagnato la fuga) erano stati individuati nei giorni successivi: uno in Romagna, dove stava trascorrendo le vacanze sulle spiagge di Riccione e l'altro a Lecco. Quest'ultimo portava i vestiti indossati il giorno dell'episodio e ripresi dunque dal sistema di videosorveglianza.
Tre dei quattro imputati - tradotti stamani al cospetto del giudice Paolo Salvatore dalle case circondariali in cui si trovano detenuti - hanno scelto un rito alternativo. Ha patteggiato 5 anni di reclusione oltre al pagamento di una multa di poco superiore ai 2mila euro, il più grande della banda (quello che, tanto per intenderci, brandiva il machete). A suo carico è stata disposta (oltre alla revoca di due sospensioni condizionali della pena) anche la misura dell'espulsione dal nostro Paese una volta scontata la pena. Hanno scelto l'abbreviato invece, altri due complici, condannati rispettivamente a 3 anni e 2 mesi e a 2 anni e 10 mesi di reclusione.
Rinviato a giudizio infine, il più giovane del gruppo (l'unico non gravato dalla misura della detenzione in carcere, ad oggi confermata per gli altri tre, sprovvisti attualmente di domicilio); avendo scelto di affrontare il dibattimento, comparirà il prossimo maggio dinnanzi al collegio giudicante.
G.C.
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