Insubria: in abbreviato chieste condanne da 20 a 9 anni per i 35 imputati. 13 anni per 'Pizzicaferro' e 'Occhiazzi' di Calolzio

Fotogrammi estratti dai video effettuati durante l'operazione
Calcolando che le richieste avanzate sono al netto dei benefici del rito, pesano parecchio assai.
Mano pesante dei sostituti procuratori Paolo Storari e Francesca Celle nei confronti dei 35 presunti sodali delle ipotizzate Locali 'ndraghetiste di Calolziocorte, Fino Mornasco e Cermenate coinvolti nell'inchiesta Insubria tacciati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso che hanno optato per il processo in abbreviato. Nei loro confronti infatti i magistrati della DDA di Milano che hanno coordinato l'indagine affidata, sotto la supervisione di Ilda Bocassini, agli uomini del Ros dei Carabinieri hanno infatti ipotizzato condanne che vanno da un minimo di 9 anni ad un massimo di 20 anni tondi tondi, con un'unica eccezione rappresentata da Giuseppe Bersani, imprenditore 49enne, nato a Carate Brianza e residente in Svizzera, per il quale sono stati domandati "soltanto" 4 anni di reclusione accompagnati da un'ammenda da 4 mila euro.
13 anni e 4 mesi per ciascuno la pena proposta per i "vertici" di quella che viene indicata dagli operanti come la Locale di Calolziocorte, tra le più antiche in Lombardia, con almeno 18 affiliati (tra i quali anche un minorenne nei confronti dei quali si sta procedendo in separata sede) e dunque per il "padrino" Antonio Mercuri, indicato come "Pizzicaferro", nato a Giffone 64 anni fa e residente, fino al momento dell'arresto, ad Airuno e per il "trequartino" Antonio - "Occhiazzi" - Mandaglio, conterraneo del capo con casa a Carenno. E andata peggio, sempre per rimanere tra i presunti membri del sodalizio radicato in Val San Martino, solo per Giovanni Marinaro, 54enne di Caronia domiciliato a Calolzio. Per l'imbianchino, già condannato per i reati di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti nell'indagine sulla 'ndrangheta nota come "Wall Street", i pm hanno chiesto infatti 14 anni e 4 mesi. Un anno in meno (13 anni e 4 mesi), invece, la proposta di condanna avanzata per Marco Condò, 43 anni, nato a Lecco e residente a Sotto il Monte Giovanni XXIII, operaio e fratello di Antonio e Ivan per i quali sono stati domandati 9 anni di carcere così come per il 50enne carennese Rosario Gozzo, il 41enne lecchese Vittorio Varrone, il 48enne di Torre de' Busi Pietro Salvatore Valente, zio del "picciotto" Nicholas Montagnese per il quale la richiesta è stata lievemente inasprita con 9 mesi e 15 giorni aggiuntivi. Si torna a 9 anni secchi con i dolzaghesi Antonino e Albano Panuccio, rispettivamente zio e nipote nonché con Luca Mandaglio (l'unico dei calolziesi fuori dal carcere). Completano il cerchio i 9 anni e 5 mesi domandati per Bartolomeo Mandaglio, imprenditore edile  di 56 anni, nato a Giffone e residente a Vercurago, cugino di Valente e gli 11 anni e 11 mesi per il calolziese Giovanni Buttà.
La richiesta più elevata interessa poi Michelangelo Chindamo, 61enne di Palmi con casa a Cadorago (nel comasco) già condannato per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti nell'indagine sulla 'ndrangheta in Lombardia denominata  "Fiori della notte di San Vito" e il canturino Giuseppe Salvatore Scali, implicato nella medesima vicenda giudiziaria datata 1994. 20 gli anni proposti per entrambi, indicati in Insubria rispettivamente come il trequartino alla testa della Locale di Fino Mornasco e il pari dote, noto con lo pseudonimo "Tarzan", tra i sodali di Cermenate. Gli altri presunti affiliati alle due associazioni comasche a processo al cospetto del gup Fabio Antezza sono infine Angiolino Aducci (11 anni, 9 mesi e 10 giorni), Pasquale Ambesi (9 anni), Giuseppe Bersani (4 anni e 4 mila euro di ammenda), Gallo Fortunato (11 anni e 6 mesi), Antonio Gentile (14 anni), Giuseppe Greco (9 anni), Salvatore Iacopetta (10 anni), Michelangelo Larosa detto Bocconcino (9 anni), Salvatore Larosa (9 anni), Bruno Mercuri (9 anni), Renato Mirandi (9 anni e 4 mesi), Giuseppe Monteleone inteso Peppe Baciulo (9 anni), Giuseppe Puglisi noto come Melangina (14 anni), Giovanni Puglisi (10 anni), Alfredo Rullo (9 anni), Luciano Rullo (11 anni, 11 mesi e 12 giorni), Filippo Sciacca (9 anni) e Ivano Bartolomeo Valente (10 anni).
Si torna in Aula per le prime requisitorie degli avvocati difensori già venerdì 8.
A.M.
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