Lecco: volontari della protezione antiaerea in addestramento, nella primavera di 80 anni fa

Nella primavera 1944 l’Italia del nord era sotto pressione; gli aerei alleati martellavano città e linee ferroviarie, strade e depositi con schiacciante supremazia di velivoli.
A Lecco si addestravano le squadre UNPA (volontari della protezione antiaerea) con esercitazioni nel cortile di via Cavour 61, dove c’era il deposito del gruppo stesso. Si simulava il recupero di feriti dalle finestre di case bombardate, si imparava l’arrampicata sul “castello” di scale verticali. Era addestramento nelle mattinate di domenica nel tardo pomeriggio dei giorni feriali, dopo il lavoro quotidiano: erano presenti una ventina di militi. La forza massima dell’UNPA a Lecco è stata di 25/30 volontari suddivisi in squadre.
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Momenti di addestramento
In quella primavera 1944 Lecco non aveva ancora subito bombardamenti, ma si temevano incursioni aeree come poi avvenne per l’importante scalo ferroviario, la fabbrica Fiocchi Munizioni di Belledo ed i ponti sull’Adda, ferroviario e stradale. Ercole Regondi, classe 1920, che sarà il titolare della nota oreficeria di via Cavour, era il piantone telefonista UNPA.
Nella notte c’era il turno di vigilanza in deposito con tre vigili volontari – ricordava Regondi – Alla sera usciva anche la pattuglia dell’oscuramento per verificare che, dal calar delle tenebre sino al mattino, le lampade della pubblica illuminazione fossero spente e nessuna luce privata trapelasse nelle case. Le finestre dovevano essere coperte sulle persiane interne da strisce collanti di carta blu. L’oscuramento voleva impedire agli aerei, durante le incursioni notturne, di localizzare città, nuclei abitati, strade. Gli edifici con parecchie abitazioni private avevano un capo caseggiato che, al segnale di allarme, usciva nel cortile e sulla strada per controllare che tutte le luci nelle abitazioni fossero spente. 
Regondi ricordava che il telefono UNPA era collegato al municipio di Lecco, in piazza Diaz, dove funzionava la chiamata di allarme con le sirene, sulla base di segnalazioni dei posti di osservazione in Lombardia su “aerei in avvicinamento”. Un rifugio antibombardamento era stato approntato nei sotterranei del Comune, sul lato verso piazza Sassi ed ancora oggi si può notare nel sotterraneo stesso la sigillatura effettuata dopo la guerra della porta di emergenza con relativa scaletta antistante.
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L’addestramento in via Cavour era in piena attività nel 1944; i primi nuclei UNPA erano già attivi l’anno prima, ma la guerra sembrava allora lontana. Poi nell’estate 1943 i terrificanti bombardamenti su Milano erano stati un drammatico segnale di allarme.
Il “battesimo del fuoco” per l’UNPA di Lecco, ovvero la prima chiamata operativa di soccorso non avvenne nel territorio della città. I primi interventi sono stati ad Erba per i pesanti bombardamenti del 30 settembre e del 1° ottobre 1944. 
Ercole Regondi ha registrato 45 vittime nel primo bombardamento, 26 nel secondo. Vennero chiamate tutte le unità disponibili in provincia di Como. Raggiunsero Erba da Lecco due squadre UNPA con 24 uomini agli ordini del vice comandante Cesana, che era un tecnico del settore lavori pubblici del Comune di Lecco.  Il 1° ottobre altri 22 militi furono impegnati ad Erba con il comandante Baggioli.
I volontari dell’UNPA meritano di essere ricordati tanti anni dopo per la generosa e coraggiosa azione di soccorso della popolazione civile più colpita dai bombardamenti.
A.B.
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