Lecco: da agosto disperso nel lago dopo l'urto con una barca. Il PM chiede l'archiviazione del fascicolo, il GUP ''si riserva''

Il pm Cinzia Citterio
Quasi un anno fa il corpo di Ion Costinel, il muratore 47enne originario di Vimercate, è stato inghiottito dalle acque del lago in località Moregallo. Era il 16 agosto 2014 quando l'uomo è rimasto coinvolto in un incidente mentre il gommone su cui viaggiava in compagnia del suo cagnolino è entrato in contatto con il piccolo motoscafo sul quale si trovava la famiglia lecchese Combi: marito, moglie e due figlie piccole. La violenza dell'impatto aveva causato la caduta in acqua del 47enne, di cui da quel momento si sono perse le tracce. Ormai quasi totalmente svanita ogni speranza di rivederlo in vita, neppure il trascorrere dei mesi è stato in grado ad oggi, di restituirne il corpo.
La tragica vicenda è stata rievocata stamani in tribunale a Lecco, a seguito dell'apertura di un fascicolo - nell'immediatezza dei fatti - da parte del sostituto procuratore Cinzia Citterio. Unica indagata la signora Combi, che alle forze dell'ordine aveva dichiarato fin da subito di trovarsi alla guida del motoscafo al momento dell'impatto con il natante sul quale viaggiava Costinel.
L'ipotesi di reato di cui potrebbe essere chiamata a rispondere la donna è omissione di soccorso, per non essersi immediatamente attivata nelle ricerche del 47enne. Le forze dell'ordine infatti, erano state notiziate dell'accaduto soltanto nelle ore successive la tragedia: subito erano partite le ricerche finalizzate a recuperare il corpo del vimercatese. Ricerche che purtroppo hanno dato, nelle settimane successive e fino ad oggi, esito negativo seppure esse si siano addirittura avvalse di robottini in grado di “scandagliare” i profondi avvalli presenti nell’area in cui si sarebbe verificato l’impatto tra i due mezzi.
Immagini delle ricerche


La dottoressa Citterio - ritenendo non sussistessero elementi di prova sufficienti a suffragare il quadro accusatorio - ha chiesto l'archiviazione del procedimento nei confronti della mamma lecchese, difesa dall'avvocato Sergio Sartori.
Nell'udienza tenutasi questa mattina dinnanzi al Giudice per le udienze preliminari Massimo Mercaldo, si è invece opposto alla richiesta avanzata dal pubblico ministero l'avvocato monzese Alessandro D'Addea che tutela gli interessi dei familiari di Ion Costinel, desiderosi di conoscere con esattezza quanto accaduto nelle ultime ore di vita del proprio congiunto. Il mancato rinvenimento del corpo del muratore vimercatese lascia aperta la porta ad una serie di interrogativi, che solo l'esame autoptico avrebbe potuto sciogliere. Tra questi anche l'improvviso malore che avrebbe colto il 47enne mentre si trovava al comando del gommone, facendogli perdere il controllo del mezzo, finito contro a quello della famiglia lecchese. Un'ipotesi che al momento resta tale, non essendo suffragata da elementi certi.
Nell'udienza di stamani il difensore dell'indagata ha sostenuto il particolare stato di apprensione e panico in cui versava la donna, tale da averle impedito di attivarsi nelle ricerche del disperso, che non avrebbe neppure visto cadere in acqua, tanto meno proferire richieste di aiuto. A seguito dell'impatto con il gommone sul quale viaggiava il Costinel, suo marito aveva infatti accusato un improvviso malore ed era stato poi accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale Manzoni per essere sottoposto ai controlli del caso. Nel panico la signora aveva infatti riferito nell'immediatezza dei fatti, di aver “fatto rotta” verso le prime luci ben evidenti sulla sponda opposta rispetto a quella appena lasciata, chiedendo aiuto a coloro che si trovavano all’Orsa Maggiore.
Di fronte all'opposizione del legale della famiglia Costinel, il Gup si è riservato di decidere. Solo nelle prossime settimane quindi, sarà possibile conoscere l'eventuale esito della vicenda giudiziaria.


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G.C.
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