Tumore ovarico: ACTO dona all'Ospedale Manzoni un macchinario per la radiofrequenza

Per la consegna ufficiale "a favore di telecamere" è stato scelto non a caso l'8 maggio, Giornata mondiale contro il tumore ovarico. Nel pomeriggio di oggi ACTO Lombardia ha "formalizzato" la donazione alla Ginecologia oncologica dell'Ospedale Manzoni di Lecco di un importante macchinario per la radiofrequenza, in realtà già in uso da oltre un anno e mezzo all'interno di un ambulatorio che, dopo una momentanea interruzione dovuta alle dimissioni della dottoressa Tiziana Dell'Anna, ha ripreso l'attività nel settembre scorso, con la dottoressa Federica Sina
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Le destinatarie sono le donne che hanno attraversato un percorso di cura per un tumore ovarico e che, una volta guarite, hanno bisogno di ritrovare un benessere a 360 gradi, che includa dunque anche la sfera della sessualità.
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Ed è proprio a questo scopo che a tutte loro, appena è ritenuto opportuno, viene proposta una prima visita in ambulatorio, dove poi eventualmente si organizza un percorso personalizzato (gratuito) a seconda delle esigenze che può implicare anche l'uso della laserterapia e, appunto, della radiofrequenza: quest'ultima, sfruttando il principio del calore, va a utilizzare l'acido ialuronico per aumentare l'elasticità delle pareti vaginali, dalle quali possono scaturire disturbi o problematiche sessuali.
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Operativo una volta al mese, finora l'ambulatorio ha accolto 5-10 donne a seduta, di un'età che solitamente si aggira intorno ai 60-70 anni; a farvi riferimento, però, sono anche pazienti più giovani alle quali è stato diagnosticato un tumore "femminile" di diverso tipo, ma chiaramente con implicazioni di vario genere anche sulla sfera riproduttiva e sessuale, di cui si occupa direttamente una genetista (al momento in servizio grazie a una borsa di studio finanziata da un'associazione, in attesa dell'esito di un bando che consenta una vera e propria assunzione).
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Alessia Sironi

"Per le donne alle prese con malattie di questo tipo c'è bisogno anche di un po' di leggerezza oltre la terapia, di una cura a 360 gradi per il benessere generale" ha sottolineato Alessia Sironi, presidente di ACTO Lombardia (Alleanza contro il Tumore ovarico), chiarendo così il senso della varietà di proposte dell'ambulatorio con laboratori multidisciplinari, che spaziano dalla nutrizione alla psico-oncologia fino allo yoga, e arrivando a spiegare la scelta di donare proprio un macchinario per la radiofrequenza. "Crediamo molto nell'importanza di ristabilire l'intimità dopo un percorso di cura. Secondo uno studio, oltre il 70% delle pazienti ha difficoltà a trasmettere i propri disturbi sessuali al medico, mentre solo il 14% si sente chiedere come procede la ripresa su questo fronte. All'equipe curante chiediamo quindi di andare incontro alle donne per far sì che questo tema non sia più un tabù, per nessuno".
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Marco Trivelli

"Una malattia di questo tipo impatta sulla vita a tutto tondo, quindi è importante poter ascoltare e aiutare le pazienti" ha concordato il direttore generale dell'ASST di Lecco Marco Trivelli, con un ringraziamento ad ACTO per la significativa donazione. 
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Il dottor Antonio Pellegrino

"Il tumore ovarico si cura in equipe, non da soli, e qui possiamo contare su un gruppo di lavoro che si fa carico del problema già prima, durante la diagnostica; anche per il "durante" e il "dopo" c'è una collaborazione costante, ma spesso finiamo per concentrarci sulla ricerca dei segnali di una possibile recidiva trascurando però la qualità della vita" ha commentato invece il dottor Antonio Pellegrino, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Manzoni di Lecco, nonché presidente del Comitato scientifico di ACTO, affiancato dalla dottoressa Silvia Corso del "suo" reparto.
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La dottoressa Silvia Corso

"Da settembre abbiamo riaperto l'ambulatorio con la dottoressa Sina e ora andremo avanti anche con la radiofrequenza, convintamente. Purtroppo in questo campo non esiste prevenzione, ma con la genetica abbiamo fatto molti passi in avanti. Ora vorrei istituire la possibilità per le donne di avere un teleconsulto, per ottenere risposte immediate a domande anche "banali", che possono sorgere ogni giorno: la piattaforma da utilizzare è già pronta, quindi se la Direzione ci aiutasse con un contributo potremmo diventare il primo esempio in tal senso a livello nazionale".
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"Il tumore ovarico - ha concluso - è sempre stato etichettato come "killer silenzioso": adesso è ancora silenzioso ma meno killer, perché fortunatamente sono sempre di più le donne che riescono a sopravvivere. A questo punto è davvero importante poter intervenire per migliorare il loro benessere".
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B.P.
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