Lecco: in Italia per amore, medico per vocazione. Addio alla dottoressa Diana Iosub

"I suoi 2000 pazienti? Se non sono passati tutti in questi giorni, anche a casa, poco ci manca. E guardate quei fiori: sono stati mandati dall'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove ha lavorato solo qualche mese durante il Covid. Solo qualche mese eppure il messaggio che i colleghi hanno mandato la descrive per come era davvero".
A parlare è il dottor Franco Piovella, già direttore della Struttura complessa di Malattie tromboemboliche del Policlinico di Pavia, medico di sportivi di un certo calibro, in questi giorni solo Franco, marito che piange l'amata moglie, la dottoressa Diana Irina Iosub, portata via decisamente troppo preso da quella malattia che si è trovata, due anni fa, a combattere vestendo i panni della paziente dopo aver seguito, con competenza e umanità, da medico di medicina di base, i suoi tanti assistiti lecchesi. 
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La dottoressa Diana Irina Iosub

Classe 1967, romena, aveva conosciuto Franco durante un convegno. Lui ai tempi, impegnato nello studio delle trombosi e delle embolie, già divorziato, viaggiava spesso per tenere conferenze. Lei era invece general manager di una importante società farmaceutica: per stare accanto all'uomo della sua vita, che poi diverrà suo marito e padre della loro Caterina, "ha accettato, di fatto, di fare la volontaria al Policlinico", arrivando poi a farsi riconoscere la laurea in Italia per poter esercitare, ritrovandosi da donna straniera, a lottare contro il pregiudizio e l'iniziale diffidenza dei pazienti. Eppure chi l'ha conosciuta come medico curante l'ha apprezzata poi fin da subito. Per la sua preparazione e scrupolosità, ma anche per la sua dolcezza e una innata capacità di entrare in sintonia con le persone. Il via vai di pazienti dalla Casa Funeraria di via Celestino Ferrario attesta ciò. 
Tanti, tra i suoi mutuati, gli stranieri (inclusi studenti fuori sede del Politecnico che, venuti a conoscenza della facilità di interfacciarsi con lei - conosceva più lingue - la sceglievano per visite e consigli). "In casa - racconta il dottor Piovella - abbiamo tanti oggettini ricevuti in dono da Diana da afghani, pakistani e altri pazienti per i quali la figura del dottore è ancora importante. Mia moglie - e lo dico in un evidente conflitto di interesse - era il miglior medico che abbia mai conosciuto. Colta, onesta, animata da curiosità per il prossimo. Esprimeva gioia, contentezza. E si faceva "riconoscere". È addirittura venuta a trovarla una impiegata che l'ha vista una sola volta in Radiologia. La conosceva? No, eppure in quello scambio di pochi attimo evidentemente Diana era riuscita a trasmettere qualcosa. In famiglia invece - aggiunge ancora Franco - era molto severa, con me e con Caterina, che è la copia della sua mamma". Una mamma che l'ha spronata fin da bambina a imparare le lingue guardando i film con i dialoghi originali, a sciare, a suonare il pianoforte... Volendole davvero bene. "Con Diana ho vissuto la mia seconda vita. Ora si apre la terza, solo con la nostra Caterina".
L'ultimo saluto alla dottoressa Iosub verrà tributato oggi, venerdì 7 giugno, alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di Castello. 
Per gli assistiti, la sostituzione è garantita dalla dottoressa Nicoletta Tentori (riceve per appuntamento nell'ambulatorio di Via Belvedere n.55).
A.M.
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