Castello: don Mario lascia per il Galeazzi di Milano dopo '5 anni per me molto impegnativi'

Da settembre don Mario Fumagalli lascerà la parrocchia di Castello di Lecco per diventare cappellano dell'Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio di Milano. Per il sacerdote, classe 1958, originario di Osnago, sarà un ritorno nel capoluogo meneghino, dove prima dell'approdo all'ombra del Resegone nel 2019, è stato per ben 14 anni responsabile della parrocchia "Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo" e prima ancora, dal 1998, della parrocchia "Santa Maria Bianca della Misericordia". E sempre a Milano, era altresì iniziato il suo percorso in abito talare, dopo l'ordinazione sacerdotale da parte dell'Arcivescovo Carlo Maria Martini nel giugno del 1984. La sua prima destinazione era stata infatti la parrocchia di "Gesù Buon Pastore", dove è rimasto due lustri, prima di ricoprire per un breve periodo l'incarico di parroco di "San Giorgio" in Casatenovo.
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In primo piano don Mario Fumagalli

In una sorta di avvicendamento, mediato però da altre esperienze, proprio da Casatenovo, a settembre, arriverà a Castello il suo successore, ovvero don Antonio Bonacina che seguirà di fatto la "strada" compiuta dal suo assistente don Marco Rapelli, dallo scorso anno responsabile delle parrocchie di Germanedo, Belledo e Caleotto. "Quella a Castello è stata per me un'esperienza piuttosto impegnativa. Venivo da Milano, una realtà completamente diversa e mi sono trovato a sostituire sia il parroco sia il prete dell'oratorio, da solo, a più di sessant'anni" ci ha raccontato don Mario, chiamato a tracciare un bilancio dei cinque anni trascorsi a Lecco. Nelle sue parole il riferimento al testimone raccolto da don Egidio Casalone, per ben 11 anni alla testa della parrocchia dei “SS. Martiri Gervaso e Protaso”, giunto nel 2019 al traguardo della "pensione" e da don Paolo Ventura, che, contestualmente, ha assunto la responsabilità della parrocchia di San Giorgio in Valgreghentino, lasciando così anche lui Castello, dopo 9 anni di servizio nella Pastorale Giovanile. "In più - aggiunge ancora don Mario - sono arrivato alla vigilia del Covid, con la rivoluzione imposta poi dalla pandemia. Il mio inserimento non è stato facile, soprattutto la gestione dell'oratorio è stata impegnativa. Ho comunque cercato di fare del mio meglio" la chiosa del sacerdote.
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