Calolzio: scoperto un capannone 'abusivo' in frazione Sala. Approfondimenti in corso
Gli uffici comunali di Calolziocorte hanno scoperto, in frazione Sala, un capannone abusivo di 120 mq e una tettoia di 70 mq anch’essa realizzata senza avere i dovuti permessi edilizi, proprio a pochi metri dal confine con il Parco Adda Nord, realizzati da un’azienda metallurgica con sede in Corso Europa.
Secondo quanto si è potuto apprendere dagli uffici comunali, la scoperta sarebbe avvenuta proprio perché i responsabili della ditta avrebbero presentato una normale pratica presso gli sportelli del municipio. Ed è proprio a seguito delle verifiche effettuate dagli uffici che sarebbe emerso il presunto abuso edilizio, risalente almeno a 7 anni fa.
“Nelle rilevazioni aeree del 2008 il capannone è già presente, mentre non è così in quelle precedenti, che risalgono al 1997. E’ evidente dunque che i lavori siano stati eseguiti in questo intervallo di tempo” ha spiegato il geometra comunale che sta seguendo da vicino la vicenda.
Adiacente alla fabbrica dove opera l’azienda, nei pressi del sottopasso di Sala e a pochi metri in linea d’aria dal fiume Adda, è cosi stata verificata la presenza del grosso capannone completamente sconosciuto alle mappe comunali, utilizzato come officina meccanica, con adiacente una tettoia chiusa sui due lati – anch’essa ritenuta abusiva – usata come rimessa per mezzi e attrezzature.
Ma non è tutto.
All’interno della porzione di capannone sono state realizzati anche un soppalco di circa 48mq con struttura portante, scala di accesso e pavimento tutti in ferro, in cui è stato ricavato un locale usato come ufficio; e un servizio igienico.
Secondo quando emerso dai controlli, un capannone dell’azienda che era stato autorizzato con destinazione ad uso magazzino risulta invece essere utilizzato come officina meccanica,
Come da prassi ai titolari dell’azienda e al proprietario del terreno è stata immediatamente notificata una ordinanza di demolizione e il presunto abuso è stato segnalato anche alla Procura della Repubblica.
Ora i titolari avranno 90 giorni a disposizione per chiedere il permesso di sanatoria, pagando il doppio degli oneri di urbanizzazione previsti. Nel caso in cui decidessero di provare a presentare la domanda, i tecnici comunali dovranno valutare se, secondo le norme urbanistiche le volumetrie concesse dai regolamenti su quella determinata area, i manufatti siano sanabili - del tutto o solo in parte – oppure no.
Secondo quanto si è potuto apprendere dagli uffici comunali, la scoperta sarebbe avvenuta proprio perché i responsabili della ditta avrebbero presentato una normale pratica presso gli sportelli del municipio. Ed è proprio a seguito delle verifiche effettuate dagli uffici che sarebbe emerso il presunto abuso edilizio, risalente almeno a 7 anni fa.
“Nelle rilevazioni aeree del 2008 il capannone è già presente, mentre non è così in quelle precedenti, che risalgono al 1997. E’ evidente dunque che i lavori siano stati eseguiti in questo intervallo di tempo” ha spiegato il geometra comunale che sta seguendo da vicino la vicenda.
Adiacente alla fabbrica dove opera l’azienda, nei pressi del sottopasso di Sala e a pochi metri in linea d’aria dal fiume Adda, è cosi stata verificata la presenza del grosso capannone completamente sconosciuto alle mappe comunali, utilizzato come officina meccanica, con adiacente una tettoia chiusa sui due lati – anch’essa ritenuta abusiva – usata come rimessa per mezzi e attrezzature.
Ma non è tutto.
All’interno della porzione di capannone sono state realizzati anche un soppalco di circa 48mq con struttura portante, scala di accesso e pavimento tutti in ferro, in cui è stato ricavato un locale usato come ufficio; e un servizio igienico.
Secondo quando emerso dai controlli, un capannone dell’azienda che era stato autorizzato con destinazione ad uso magazzino risulta invece essere utilizzato come officina meccanica,
Come da prassi ai titolari dell’azienda e al proprietario del terreno è stata immediatamente notificata una ordinanza di demolizione e il presunto abuso è stato segnalato anche alla Procura della Repubblica.
Ora i titolari avranno 90 giorni a disposizione per chiedere il permesso di sanatoria, pagando il doppio degli oneri di urbanizzazione previsti. Nel caso in cui decidessero di provare a presentare la domanda, i tecnici comunali dovranno valutare se, secondo le norme urbanistiche le volumetrie concesse dai regolamenti su quella determinata area, i manufatti siano sanabili - del tutto o solo in parte – oppure no.
