Metastasi, depone Antonio Rusconi: 'Palermo mi chiese di far diventare un diploma una laurea'. I dubbi sulle minacce

Antonio e Marco Rusconi
in una foto di qualche anno fa
in una foto di qualche anno fa
Dopo aver raccontato - come già fatto ormai da svariati altri testimoni - con estrema chiarezza come vi fosse un disegno più ampio, frutto di un concorso di idee, per dare una nuova veste complessiva all'area a lago e di come, già nella campagna elettorale del 2009, fosse stata esplicitata la volontà della lista capeggiata dall'ingegner Marco Rusconi, di dare un taglio più famigliare alle attività da portare avanti sul Pratone tramite bando di gara annuale, Antonio Rusconi è stato guidato dall'avvocato Enrico Giarda al momento in cui il sindaco gli raccontò delle problematiche emerse in riferimento alla società "Lido di Parè srl". Ha così parlato del "forte disagio" espresso dal primo cittadino in merito ai precedenti penali di Saverio Lilliu, precisando di non conoscere personalmente Antonello Redaelli, se non come taxista residente in paese.
"Mi ha chiesto di accompagnarlo ad un incontro in prefettura" ha poi asserito, tornando con la memoria a inizio luglio 2011. "Il dottor Valentini ci fece presente quella che sarebbe stata l'informativa atipica. Io intervenni, forse perché avevo "più età" e "più ruolo" - essendo senatore della Repubblica forse avevo diritto più forte di fare domande - perché il Prefetto disse che questo non bastava per impedire l'apertura del chiosco". Insomma Rusconi "senior" chiese "un intervento più forte". "La mia paura - ha infatti proseguito - era un eventuale ricorso al Tar", un timore esplicitato a Rusconi "junior" "decisissimo a non lasciare spazio a quella società", con tanto di suggerimento "ad affrontare la cosa in giunta" affinchè "ci fosse una corresponsabilità".
Il senatore - nel 2011 anche capogruppo di maggioranza in seno al consiglio comunale di Valmadrera - sempre incalzato dall'avvocato Giarda ha fugato poi ogni dubbio circa le preoccupazioni espresse in alcune intercettazioni da Palermo circa la possibilità di un suo intervento per favorire i rivali e dunque la società che faceva riferimento a Simone Bugatti, già gestore per due "mandati" del Pratone per poi passare egli stesso all'attacco, sferrando un colpo micidiale nei confronti dell'ex consigliere comunale, già condannato in abbreviato a Milano a 6 anni e 8 mesi di reclusione. "Se uno mi chiede di far diventare il diploma di un suo prossimo una laurea, non voglio più avere rapporti con lui" ha così asserito, aggiungendo "posso ritenere che non mi vedesse come un amico".
Meno incisiva la deposizione di Renato Colombo dell'associazione Amici di Parè e dell'ex presidente della provincia nonchè ex sindaco sempre di Valmadrera Mario Anghileri. Quest'ultimo, al cospetto del collegio giudicante presieduto dal dottor Enrico Manzi con a latere Salvatore Catalano e Gian Marco De Vincenzi, ha raccontato di aver fatto da consulente a Marco Rusconi, in riferimento alla revoca dell'affidamento di Parè, "dopo che era andato dal prefetto e aveva avuto indicazioni non prescrittive". "Credo di avergli dato un buon consiglio" ha poi aggiunto Anghileri, avvocato amministrativista. "La delibera ha retto al Tar".
Sentito infine l'ingegner Gandino Scola, già escusso dalla pubblica accusa, in riferimento ad alcune affermazioni contenute nella relazione della consulente della pubblica accusa poi finita anche sotto la lente degli avvocati Ercole Romano e Paola Balzaretti, incaricati invece dalla difesa Rusconi. Quest'ultimi sono stati poi "rinviati" ad una prossima data, dopo che avranno rassegnato le loro conclusioni per iscritto.
Nel loro intervento odierno, i due professionisti, hanno già anticipato però quello che, a loro avviso sarebbe un errore macroscopico commesso dal perito della Procura che aveva parlato di "inedificabilità dell'area", ricordando poi come l'aggiudicazione - stando al bando - sarebbe avvenuto "secondo l'offerta economicamente più vantaggiosa" e dunque non al ribasso ma tramite la valutazione di due elementi, uno qualitativo e uno quantitativo e dunque l'elemento prezzo e l'elemento progetto, con la mancanza di quest'ultimo che avrebbe eventualmente fatto scattare l'esclusione e non l'assenza delle tariffe per i servizi erogati che pesava invece solo un quinto sulla valutazione dell'offerta tecnica.
Aspetti di cui torneranno a relazionare.
Il processo a carico di Mario Trovato, Antonello Redaelli, Saverio Lilliu, Antonino Romeo, Massimo Nasatti, Marco Rusconi e Claudio Crotta - tutti presenti anche quest'oggi - riprenderà il prossimo 18 giugno con altri testi delle difese.
A.M.