Arma dei Carabinieri in festa per i 200 anni. ''Da Morterone a Lecco siamo tra la gente''

Carabinieri in festa, quest'oggi a Lecco. L'Arma ha infatti ricordato il bicentenario di fondazione. Lo ha fatto, presso la caserma che ospita il Comando provinciale con una cerimonia caratterizzata da sobrio stile militare alla presenza delle autorità e di un piccolo capannello di invitati.

A "dettare i tempi", scandendo così i diversi momenti, è stata la Banda Verdi sulle cui prime note hanno fatto il loro ingresso i reparti - agli ordini quest'oggi del Capitano Giorgio Santacroce -schierati in rappresentanza di tutti gli uomini del Comando provinciale comprese le varie specialità locali dell'Arma quali gli sciatori e i rocciatori, gli addetti alla motovedetta e le unità cinofile nonché i Carabinieri di quartiere e del nucleo di protezione civile dell'Anc.

Il prefetto Antonia Bellomo e il ten. col. Rocco Italiano

"Gentili autorità, signori ospiti anche quest'anno celebriamo insieme il 200° anniversario dalla fondazione dell'Arma dei Carabinieri, nella nostra, nella vostra caserma. La ricorrenza odierna assume un significato tutto particolare" l'esordio del Tenente Colonello Rocco Italiano a capo del Comando pronviciale. "Mi sia consentito, prima di ogni altra cosa, rendere un particolare omaggio al gonfalone della città di Lecco, decorato di medaglia d'argento al valor militare. Accomuno in questo saluto la medaglia d'argento al valor militare ten. Giuseppe Faccinetto, perché la sua sola presenza qui in mezzo a noi, è la testimonianza più viva e più emozionante di quanto si possa donare, in ogni tempo, alla nostra Italia" ha proseguito, rivolgendosi al militare che, nonostante l'età, non ha voluto mancare a questa importante cerimonia. 
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"Un particolare e differente ringraziamento a s.e. il prefetto di Lecco Antonia Bellomo, punto di riferimento certo, sicuro ed incrollabile per le collettività e per il coordinamento delle complesse attività di governo della Provincia"
ha poi continuato Italiano esprimendo la propria gratitudine verso mons. Rolla, il sindaco di Lecco, il rappresentante della Pronvicia,  i primi cittadini di tutti i comuni del lecchese, i sostituti procuratori  ("per la costante, sensibile, attenta ed indefessa opera di direzione e coordinamento nella quotidiana opera di repressione ad ogni forma di criminalità diffusa e/o organizzata"), al Questore, al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, al Comandante provinciale dei Vvf, a quello del Corpo Forestale dello Stato, della Polizia Penitenziaria, della Polizia Locale e Provinciale.

Il prefetto a sinistra. Alle sue spalle il sostituto procuratore Paolo Del Grosso con i colleghi Silvia Zannini e Nicola Preteroti

"Un caloroso saluto, inoltre, rivolgo ai militari non più in servizio dell'Associazione Nazionale Carabinieri, alle associazioni combattentistiche, che qui vedo, stringersi attorno ai Carabinieri di Lecco. Il mio pensiero più commosso ed intensamente sentito va a tutti i caduti che, in ogni tempo, hanno sacrificato la vita anche oltre i confini della madre patria, contribuendo così, con il loro sacrificio, a rendere grande e rispettata nel paese e nel mondo la nostra Istituzione. Alle vedove, alle madri, ai padri, ai loro figli va l'incondizionata e commossa riconoscenza e solidarietà di tutti i Carabinieri per il composto ed incolmabile dolore che affrontano, ogni giorno, a causa della perdita dei loro congiunti".
Toccante quindi, a questo punto, l'omaggio ai caduti con il silenzio ancora una volta scandito dalla tromba della banda.

Riprendendo la parola, il ten. col. Italiano ha tenuto a sottolineare rimarcare il consueto impegno profuso dall'Arma nel perseguimento della prossimità in favore del cittadino, che si concretizza in primis nei numerosi presidi presenti sul territorio a disposizione del pubblico, che ad essi si rivolge per rappresentare le più disparate esigenze.  
"Sono trascorsi più di dieci mesi da quando ho assunto il comando provinciale e, senza esitazione alcuna, posso con certezza affermare di essere orgoglioso del privilegio concessomi nell'avermi posto alla guida di tutti voi, generosi ed attenti servitori silenziosi dello Stato. L'Arma dei Carabinieri, ha compiuto 200 anni di vita ed ha accompagnato, con la sua presenza vigile e rassicurante, generazioni di italiani, vivendo da protagonista tutti gli eventi storici che hanno caratterizzato la vita del regno sabaudo prima e del regno d'Italia e della Repubblica Italiana successivamente: dagli albori del risorgimento alle guerre d'indipendenza, dalle campagne per l'unità alla lotta al brigantaggio, dalla grande guerra a quella di liberazione, dal contrasto della mafia alla lotta al terrorismo negli "anni di piombo", fino agli impegni internazionali odierni per la pace e la sicurezza nel mondo. L'Arma dei carabinieri è stata partecipe di tutti i mutamenti del paese, quale insostituibile presidio della pubblica e privata sicurezza, affrontando nel corso dei due secoli di vita i momenti più difficili e talvolta drammatici, seguendo percorsi di fedeltà alle istituzioni e di servizio alla collettività, ispirato a valori quali onestà, impegno sociale e civile, senso del dovere, disciplina e tenacia, senso di giustizia, scrivendo pagine di eroismo e di incondizionata dedizione al bene comune. Ovunque c'è sempre stato un Carabiniere. Lo storico inglese Denis Mack Smith, infatti, sulla copertina della sua opera "La storia d'Italia", ha voluto la lucerna del Carabiniere, quasi a voler significare la perfetta identità della storia d'Italia con quella dell'Arma" ha dichiarato con tenacia dal microfono, guardando i suoi uomini schierati sotto il sole ancora cocente, sul piazzale della Caserma.

"La nostra missione - ha ripreso - ci inorgoglisce, ma ci impegna sempre più ad essere in ogni circostanza all'altezza delle secolari tradizioni e del lavoro dei nostri predecessori che ci hanno consegnato, oggi, un'istituzione solida, efficiente e rispettata. Il diuturno, generoso e silenzioso operare al servizio delle istituzioni deve costituire il nostro dovere principale oggi come ieri convinti di "non prestare servizio" in un determinato comune, ma di "appartenere ad esso" e vado oltre, di appartenere alla nazione intera alla nostra amata Italia. Podgora, Salvo d'Acquisto, Pastrengo, Nassirya 2003, 'ndrangheta, camorra, sacra corona unita e mafia, sofisticazioni alimentari, rifiuti pericolosi, terremoti, inondazioni, lungi dall'essere solo fatti della storia e della cronaca costituiscono il nostro presente, le nostre battaglie, le nostre lotte per proteggere, aiutare, sostenere, garantire la legalità, aiutare i più deboli, sostenere le nostre comunità. Nulla è cambiato dalle regie patenti del 1814 che vogliono il carabiniere soldato e tutore dell'ordine e della legalità".

Venendo all'attualità ha poi aggiunto: "oggi come allora costituiamo la "sicurezza a portata di mano" con le nostre 2 compagnie e 15 stazioni. Da Morterone, piccolo comune montano con meno di 40 abitanti, al capoluogo della Provincia, il Carabiniere è tra la gente per servirla e condividere con essa gioie e dolori, ansie e soddisfazioni. E' il nostro punto di forza saper sentire ciò che sente la gente, perché noi di quella gente ne siamo parte integrante. Il nostro punto di forza è l'ascolto empatico di tutti senza distinzione alcuna".

Al centro il maggiore Gaetano La Rocca, ultimo a destra il capitano Giorgio Santacroce

Al centro il capitano Santacroce con i comandanti delle Stazioni della Compagnia di Merate

Ecco quindi l'elogio, il ringraziamento e l'esortazione ai comandati di stazione: "Grazie, ma sappiate sempre di più ascoltare e guardare dentro gli occhi di ogni vostro cittadino per percepire le ansie e le paure, rassicurando, consigliando e intervenendo anche con la dovuta fermezza e con la forza della legge, ove occorra. ufficiali, sottufficiali, appuntati e carabinieri, alle comunità locali che sentono, sempre più pressante il bisogno di sicurezza, destinate i vostri sforzi ed i sacrifici vostri e delle vostre famiglie cui va il mio più sentito ringraziamento per condividere fatiche, disagi, ansie, apprensioni e talvolta la solitudine nelle quotidiane incombenze. Lo sforzo non può essere solo nostro, anche se non ci tiriamo indietro. La battaglia verso la legalità, che è battaglia di civiltà, deve impegnarci tutti. Occorre una presa di coscienza collettiva sull'impellente necessità di considerare la sicurezza un patrimonio ed un problema globale. Occorre incrementare l'attuale flebile sensazione di sicurezza partecipata e la collaborazione del cittadino è l'elemento cardine su cui ruota oggi il problema sicurezza. Ognuno di noi ha il dovere, per il futuro dei propri figli, di spendere tutte le proprie energie per riaffermare il predominio della legge e della convivenza civile sul crimine e sul disordine sociale. Il vivere in una società più civile e senza tensioni sociali non è utopia: può essere raggiunto, però, solo con una sempre e più 13 fattiva sinergia tra l'operato di tutte le istituzioni dello stato ed i cittadini. Occorre una tensione allo scopo di ognuno di noi, ponendo in essere tutti quei, talvolta piccoli, accorgimenti che diano la percezione di una società libera, ove vi sia almeno la giustizia degli uomini. Ciò è necessario per recuperare ed assaporare il "gusto della legalità" e la fiducia nelle istituzioni. Cittadini di Lecco, "della legge custodi, schiavi sol del dover, usi obbedir tacendo e tacendo morir" questo scriveva di noi Costantino Nigra alla fine dell' 800 e questo è l'impegno che, ancora una volta, tutti noi Carabinieri oggi qui ci sentiamo di prendere con voi sicuri della vostra benevolenza, forti del vostro sostegno, rassicurati dal vostro concreto impegno civile, sostenuti dai vostri consigli ed animati dalle vostre critiche. Viva la Provincia di Lecco, viva l'Arma dei Carabinieri, viva l'Italia".


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Alice Mandelli
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