Lecco: due agenti penitenziari condannati per l’evasione dal carcere, 2 anni a Romeo

Due anni di reclusione per l’evaso Nicodemo Romeo (per il reato della fuga), 1 mese e 10 giorni per l’agente penitenziario Angelo De Vito, 2 mesi per il collega Domenico Stoto. Per le “guardie” la pena è sospesa, e la condanna non sarà menzionata nel casellario giudiziario.
Questo quanto deciso dal giudice Salvatore Catalano nella mattinata di oggi, martedì 26 maggio, in merito al processo che ha visto coinvolti due degli agenti presenti nella casa circondariale di Lecco il 18 luglio 2010, quando Nicodemo Romeo e Aly Amr El Fadly fuggirono dal cortile destinato alle ore d’aria dei detenuti.
L’evasione si verificò intorno alle 9.00 del mattino, ma fu scoperta solo alle 11.00 quando i due risultarono “mancanti” al conteggio di coloro che ritornavano alle loro celle dopo la permanenza esterna o la Messa.

Nicodemo Romeo e Aly Amr El Fadly

A seguito di una imponente caccia all’uomo, Nicodemo Romeo era stato arrestato oltre tre mesi dopo in provincia di Varese, mentre l’egiziano era stato fermato nel bresciano il 20 luglio ma è risultato poi irreperibile.
Gli avvocati difensori dei due agenti penitenziari (Marcello Perillo per Domenico Stoto, Ruggero Panzeri per Angelo De Vito), hanno chiesto nella giornata di ieri l’assoluzione per i loro assistiti.
Come è emerso in più occasioni durante il dibattimento in aula, il carcere lecchese soffriva di una forte carenza di organico, aggravata quel giorno dal fatto che fosse domenica. Una situazione difficile, descritta con precisione dal direttore del carcere, la dottoressa Antonina D’Onofrio.

Immagine di repertorio delle ricerche

Quella domenica non vi era alcuna sentinella a vigilare dall’alto il cortile esterno, e le telecamere non erano in funzione.
È mancato inoltre – un fatto questo, come sottolineato dagli avvocati, imputabile nuovamente alla situazione del personale – un controllo incrociato tra coloro che erano usciti dalle celle e i detenuti che hanno scelto di recarsi in cortile.
Uno di loro – hanno sottolineato in aula gli avvocati – ha discusso con le due guardie quel giorno, probabilmente per agevolare la fuga del calabrese e dell’egiziano, e la porta del cortile è stata aperta per mantenere la calma tra i detenuti.
In pochi minuti Nicodemo Romeo e Aly Amr El Fadly sono usciti, si sono issati sul “box” delle guardie da cui si ha la visuale sul cortile – dove non c’era nessuno – e hanno scavalcato il muro di cinta senza che nessuno si accorgesse di nulla. Era infatti impossibile dal corridoio avere la visuale completa dello spazio esterno aperto.
Il giudice Salvatore Catalano ha condannato i due agenti penitenziari, ritenendoli responsabili per quanto accaduto.
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