Lecco: nuovo regolamento di polizia mortuaria, ridefinito il diritto di sepoltura

Dopo un lungo lavoro coordinato dall’assessore Roberto Pietrobelli e svolto in mesi di riunioni della commissione seconda, il Comune di Lecco ha un nuovo regolamento di polizia mortuaria che andrà a sostituire l’ormai datato precedente. Il documento, votato all’unanimità durante il Consiglio di lunedì sera, è composto di 42 articoli che varranno per tutti i sette cimiteri del capoluogo.
Tra le novità principali c’è una precisa definizione del diritto di sepoltura che, viene chiarito, spetta ai cittadini, a chi muore a Lecco e a chi vi ha risieduto per oltre 30 anni. Anche la scelta del camposanto viene disciplinata: il territorio infatti è stato diviso in sette zone, a ciascuna delle quali corrisponde un cimitero sulla base della residenza. Delle deroghe sono previste se ci si vuole ricongiungere a un parente o a un affine in altro luogo rispetto a quello di competenza, se la maggioranza dei parenti si trova in un altro rione, se il defunto ha lasciato delle disposizioni per essere seppellito in un cimitero diverso da quello che corrisponderebbe alla propria residenza, opzione applicabile solo se nel prescelto c’è effettivamente disponibilità di posto. 
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Tombe al cimitero Monumentale di Lecco

Nel nuovo regolamento è stato anche chiarito che le concessioni non saranno rinnovate dopo la scadenza, un termine che per le inumazioni nei giardini o nei campi destinati alle religioni diverse da quella cattolica scade dopo dieci anni, per le tumulazioni nelle cappelle dopo 99 e per le tombe ipogee dopo 40, così come per i colombari.
Tra le novità introdotte c’è l’estensione dello ius sepulchri anche al convivente, la possibilità di seppellire l’animale di affezione e quella della tumulazione provvisoria che è stata prevista nei casi di necessità di lavori di ripristino sulle tombe originarie, per chi è in attesa della sepoltura richiesta o in caso di controversie. È stata anche chiarita la norma che prevede la distruzione delle tombe riconsegnate al Comune dopo la scadenza: in caso di manufatti di valore non saranno infatti demolite ma riassegnate con asta pubblica; per quelle che hanno invece un significato culturale o pubblico, come ad esempio la tomba di Ceppi, si può stabilire che non vengano riutilizzate. Infine, è stato tolto il privilegio della concessione gratuita che spettava a sindaci, consiglieri, dipendenti comunali e parroci.
M.V.
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