Lecco, Primo Maggio: sindacati 'Uniti per un lavoro sicuro'. Le richieste dal concerto in piazza

“Grazie a tutti per essere qui! Ci ritroviamo oggi in una giornata che rappresenta, da più di un secolo, l'orgoglio e la forza del mondo del lavoro. Il Primo Maggio è molto più di una ricorrenza: è il simbolo di una storia collettiva fatta di conquiste, di lotte, di sacrifici. È il giorno in cui le lavoratrici e i lavoratori rivendicano con forza il diritto a un lavoro dignitoso, a una vita libera, a una società più giusta, contro ogni disuguaglianza e ogni sfruttamento. Abbiamo scelto, con responsabilità convinzione, di dedicare questo Primo Maggio a un tema che tocca la vita di ognuno di noi: la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. "Uniti per un lavoro sicuro" non è uno slogan, ma una dichiarazione di principio. Perché il lavoro deve essere fonte di dignità e non di dolore; deve costruire vite, non distruggerle”.
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Così Diego Riva, Segretario della Cgil Lecco, ha aperto il suo intervento pronunciato, a nome anche della Cisl e della Uil, dal palco allestito dalle organizzazioni sindacali in piazza Cermenati per regalare ai lecchesi un pomeriggio di svago, tra musica, panini e bicchieri di buon vino, senza perdere di vista però il focus di questa giornata di festa sì, ma anche di impegno.
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“Non possiamo accettare che in Italia, ogni giorno, tre persone muoiano sul posto di lavoro. Non possiamo tollerare che la sicurezza venga sacrificata in nome del profitto. Le morti sul lavoro non sono una fatalità. Sono il risultato di scelte precise: mancati investimenti, formazione inadeguata, ritmi insostenibili, precarietà diffusa. Sono il frutto di un sistema che mette il guadagno davanti alla vita. E ciò che è ancora più grave che si continua a morire nello stesso modo di cento anni fa: nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi, nelle gallerie. Questo è il segno evidente che le politiche di prevenzione sono ancora gravemente insufficienti” ha spiegato Riva, dopo aver ricordato l'80esimo anniversario della Liberazione celebrato solo pochi giorni fa nello stessa, gremita, agorà vista lago.primomaggiosindacati__1_.jpg (288 KB)
“I dati INAIL parlano chiaro: nel 2024 sono stati registrati oltre 1.000 decessi sul lavoro, con un incremento del 5% rispetto all'anno precedente. Una tendenza allarmante, che deve scuoterci tutti. Anche qui, nella nostra provincia, non siamo esenti: tre morti sul lavoro nel 2024 già uno nel 2025. Numeri gravi, soprattutto se rapportati alla nostra realtà produttiva. Serve una riflessione seria e un impegno concreto. Non bastano le parole: serve agire! Con l'Amministrazione del Comune di Lecco stiamo condividendo un protocollo per garantire che la gestione degli appalti pubblici avvenga nel rispetto dei principi di legalità, qualità del lavoro, coesione sociale, sostenibilità promozione di una competizione leale, mettendo al centro la persona che lavora” ha annunciato, con le sue parole salutate dall'applauso della piazza.
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“Chiediamo più controlli, più ispettori, pene severe per chi mette a rischio la vita delle lavoratrici e dei lavoratori. Chiediamo formazione diffusa e continua. Chiediamo una vera cultura della prevenzione, che parta dalle scuole e arrivi nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici” ha aggiunto.
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“La sicurezza non è un costo, è un diritto. Un diritto che va difeso con la legge, con la contrattazione, con la mobilitazione. Le istituzioni devono fare la loro parte, ma anche noi dobbiamo continuare la lotta con determinazione. Il governo ha introdotto il decreto della cosiddetta "patente a crediti", presentandola come una svolta sulla sicurezza. Ma sappiamo bene che si tratta solo di propaganda. Le aziende che hanno avuto incidenti mortali dovrebbero essere escluse dagli appalti pubblici. Non è più accettabile che chi non tutela i propri dipendenti continui a ottenere profitti dai soldi della collettività. La precarietà non è solo una questione di reddito o di diritti: è una questione di sicurezza. I giovani non temono il lavoro manuale; temono, piuttosto, di restare precari per tutta la vita”.
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Un concetto ribadito, a margine degli interventi dei delegati che si sono susseguiti sul palco tra una canzone e l'altra proposta da dei gruppi Post Office e Tizzahard, anche dal Segretario della Cisl Monza e Brianza e Lecco, Mirko Scaccabarozzi.
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“In una situazione come quella che ci si va prefigurando, con crisi aziendali che si aprono e anche importanti nella nostra Regione e nelle nostre province, siamo qui a dire che vogliamo un lavoro a tempo indeterminato. Oggi invece, circa il 70% degli ingressi sono a tempo ancora determinato. Non è la qualità del lavoro che vogliamo. Non ci interessa un capitalismo predatorio che punta unicamente al profitto. Vogliamo accordi sul territorio che mettano in condizione Lecco di svilupparsi all'interno di aziende che abbiano un alto valore aggiunto e questo necessita ovviamente anche di un percorso formativo e quindi sostenere con forza, dal punto di vista della Cisl, anche le Academy Its che sono un momento importante per la crescita di questo territorio”.
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“Un altro tema gravissimo – ha sottolineato ancora Riva - è il lavoro nero, che alimenta lo sfruttamento la criminalità organizzata. Lo sappiamo bene: dove mancano le regole, si apre lo spazio per chi sfrutta e si arricchisce illegalmente. I lavoro nero va combattuto con forza e senza compromessi, per garantire dignità e diritti a chi costruisce davvero la ricchezza del Paese. Nell'era dell'intelligenza artificiale dell'automazione, la tecnologia non deve sostituire il lavoro, ma proteggerlo. Gli investimenti devono servire a migliorare le condizioni, aumentare la sicurezza, valorizzare il lavoro umano. Dobbiamo fermare ogni forma di sfruttamento nei nuovi modelli di lavoro e dire no a tutte le leggi che tolgono diritti e tutele. Solo così potremo garantire un futuro dove la sicurezza sia un diritto per tutti".
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Da ultimo un appello: "Compagne e compagni, come ricordava spesso Papa Francesco, che ci ha lasciati solo pochi giorni fa: oggi c'è bisogno di far rumore. Il nostro grido deve essere forte e chiaro: vogliamo un lavoro sicuro, dignitoso e stabile! Il lavoro deve garantire vita e dignità, e non può più essere la causa di tragedie che spezzano le famiglie. Lo diciamo a voce alta: noi non ci fermeremo finché la sicurezza non sarà una garanzia per tutte e tutti!”.
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Dello stesso avviso anche la Uil del Lario, con Dario Esposito: “Chiediamo si dia priorità al lavoro. Chiediamo una legge sulla rappresentanza per evitare il dumping contrattuale ossia che associazioni  e organizzazioni non rappresentative firmino contratti al ribasso, sia dal punto di vista retributivo che dei diritti da garantire ai lavoratori. Al riguardo della sicurezza sui luoghi del lavoro, chiediamo poi che il governo si impegni affinché gli organici di ispettorato del lavoro, Ats e Inail siano tali da poter effettuare realmente i controlli che devono essere effettuati”.
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Passando poi al generale al particolare, il Segretario della Uil si è concentrato sulla crisi del settore automotive che colpisce anche il lecchese: “è necessario che il governo si doti di una politica industriale e convochi le parti sociali e quindi i sindacati per discutere su come gestire sia l'innovazione dell'intelligenza artificiale ma anche le conseguenze provocate dalla decisione dell'Unione Europea di non far immatricolare dal 2025 in avanti nuove auto con il motore a combustione. Noi della Uil non diciamo di essere contro ne' a favore di questa decisione. Diciamo che in un mercato libero, in cui la parola chiave è concorrenza, se una decisione viene presa dall'Europa e non dagli Stati Uniti, dalla Cina e dall'India,  si rischia di provocare cassa integrazione e esuberi, quindi chiediamo che per evitare crisi sociali i sindacati vengano coinvolti”. 
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Messaggi chiari dalla piazza di Lecco, dove ha preso la parola anche il sindaco Mauro Gattinoni (CLICCA QUI per il suo discorso), in un pomeriggio di festa.
A.M.
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