Inter, nuovo sistema per l'accesso dei tifosi disabili: la 'protesta' del bellanese Denti
La sua è chiaramente una battaglia personale, ma che di per sé si presta ad essere sostenuta anche da altri tifosi nella stessa situazione. È una "protesta" accorata quella del bellanese Thomas Denti, portavoce del fratello Nicolò che, costretto in carrozzina dalla distrofia muscolare di Duchenne, per quattro volte consecutive si è visto negare l'accesso - possibile solo tramite accredito - allo stadio di San Siro per altrettante partite dell'Inter, la sua squadra del cuore (la prossima sarà l'attesissima semifinale di ritorno di Champions League contro il Barcellona, in programma nella serata di martedì 6 maggio, per cui i biglietti "normali", seppur non esattamente a buon mercato, sono andati esauriti in poche ore). 
Il motivo va ricercato nel nuovo sistema automatico adottato in questa stagione dalla società calcistica nerazzurra (come anche da altre in Italia), che nel valutare le richieste ricevute - sempre tante, in casi come quelli più recenti addirittura 6-7 volte superiori alla disponibilità di posti - non dà più priorità all'ordine cronologico di presentazione bensì privilegia una sorta di "turnazione", che però tende a svantaggiare i tifosi storicamente più presenti, che per garantirsi l'ingresso erano soliti "mettersi in coda" sul portale con largo anticipo o comunque in concomitanza con l'apertura delle specifiche finestre.
"È la quarta richiesta di fila che il "nuovo sistema automatico" ci rifiuta. La quarta partita di fila che un ragazzo disabile non può guardare allo stadio, senza spiegazioni, senza possibilità di fare niente. Inter, è uno scandalo! Tanti ragazzi come Nicolò stanno subendo questo nuovo sistema vergognoso che si basa su casualità sulla pelle di chi ama questa maglia. Martedì Nicolò vuole poter tornare a tifare la propria squadra del cuore!", il messaggio di protesta condiviso sui social da Thomas Denti, che ha provato a chiamare in causa direttamente - tramite tag - i vertici del club e alcuni giocatori, quantomeno per accendere un riflettore sulla questione.
"Mi rendo conto che sia difficile trovare un sistema equo e in grado di accontentare tutti, ma così si può solo sperare nel caso (e statisticamente le possibilità di essere accettati sono poche). E il tema è che un disabile come mio fratello non ha nessuna alternativa, perché non può abbonarsi e non può acquistare un biglietto per un altro settore qualsiasi" ha aggiunto Thomas, spiegandoci inoltre che Nicolò, per i suoi problemi di salute, deve privilegiare questo periodo dell'anno, caratterizzato da temperature più miti, per andare allo stadio.
Un argomento, insomma, sicuramente divisivo, che si presta a diverse interpretazioni aprendosi a punti di vista opposti. A differenza per esempio di un'altra "battaglia" sostenuta (anche) dallo stesso Denti poco più di un anno fa in un ambito del tutto analogo, quella per la realizzazione di una pedana per i tifosi diversamente abili nei Distinti dello stadio Rigamonti-Ceppi di Lecco, che aveva fatto levare un coro unanime fino allo step decisivo dell'affidamento dei lavori da parte del Comune, risalente al dicembre scorso.

Nicolò Denti allo stadio Rigamonti-Ceppi di Lecco
Il motivo va ricercato nel nuovo sistema automatico adottato in questa stagione dalla società calcistica nerazzurra (come anche da altre in Italia), che nel valutare le richieste ricevute - sempre tante, in casi come quelli più recenti addirittura 6-7 volte superiori alla disponibilità di posti - non dà più priorità all'ordine cronologico di presentazione bensì privilegia una sorta di "turnazione", che però tende a svantaggiare i tifosi storicamente più presenti, che per garantirsi l'ingresso erano soliti "mettersi in coda" sul portale con largo anticipo o comunque in concomitanza con l'apertura delle specifiche finestre.
"È la quarta richiesta di fila che il "nuovo sistema automatico" ci rifiuta. La quarta partita di fila che un ragazzo disabile non può guardare allo stadio, senza spiegazioni, senza possibilità di fare niente. Inter, è uno scandalo! Tanti ragazzi come Nicolò stanno subendo questo nuovo sistema vergognoso che si basa su casualità sulla pelle di chi ama questa maglia. Martedì Nicolò vuole poter tornare a tifare la propria squadra del cuore!", il messaggio di protesta condiviso sui social da Thomas Denti, che ha provato a chiamare in causa direttamente - tramite tag - i vertici del club e alcuni giocatori, quantomeno per accendere un riflettore sulla questione.
"Mi rendo conto che sia difficile trovare un sistema equo e in grado di accontentare tutti, ma così si può solo sperare nel caso (e statisticamente le possibilità di essere accettati sono poche). E il tema è che un disabile come mio fratello non ha nessuna alternativa, perché non può abbonarsi e non può acquistare un biglietto per un altro settore qualsiasi" ha aggiunto Thomas, spiegandoci inoltre che Nicolò, per i suoi problemi di salute, deve privilegiare questo periodo dell'anno, caratterizzato da temperature più miti, per andare allo stadio.
Un argomento, insomma, sicuramente divisivo, che si presta a diverse interpretazioni aprendosi a punti di vista opposti. A differenza per esempio di un'altra "battaglia" sostenuta (anche) dallo stesso Denti poco più di un anno fa in un ambito del tutto analogo, quella per la realizzazione di una pedana per i tifosi diversamente abili nei Distinti dello stadio Rigamonti-Ceppi di Lecco, che aveva fatto levare un coro unanime fino allo step decisivo dell'affidamento dei lavori da parte del Comune, risalente al dicembre scorso.
