Piani d’Erna, un futuro senza la neve. Ma in quale direzione?

Qual è il destino delle località di bassa e media montagna, nell’epoca in cui il cambiamento climatico ha reso lo sci un lontano ricordo? È questa la domanda al centro del progetto europeo Beyond Snow, che vede nei Piani d’Erna uno dei casi di studio individuati lungo tutto l’arco alpino. 
Nell’ambito di questa iniziativa – che ha Legambiente Lombardia tra i principali promotori – e con lo scopo di dare una nuova collocazione turistica alla località lecchese, è stato sviluppato un piano di azione che è stato presentato nella serata di ieri, 7 maggio, negli spazi dell’Officina Badoni.
Beyond Snow muove da un assunto: i cambiamenti climatici impongono un ripensamento del modello turistico di molte località di montagna che si trovano a quote poco elevate. Ne sono state individuate dieci, sparse in tutto l’arco alpino, dalla Francia alla Slovenia, e tra queste, in Lombardia, figurano appunto i Piani d’Erna. Una località che ha già detto addio allo sci da decenni, ma il cui futuro è ancora da decifrare. E, dopo un confronto con tutti gli stakeholders coinvolti, sono state individuate delle potenziali azioni per rilanciare il “balcone di Lecco” – o, come è stato specificato durante la serata, “la porta delle Orobie”.
Quattro sono i macro obiettivi per il rilancio dei Piani d’Erna: un turismo attraente tutto l’anno, una regione turistica invernale sostenibile, la mobilità sostenibile e il mantenimento del paesaggio rurale. Per ognuno di questi obiettivi, sono state definite quattro proposte di azione. Le principali? Migliorare la ricettività incrementando i posti letto, ad oggi praticamente inesistenti; migliorare l’accoglienza e i servizi, in particolare alle stazioni della funivia; garantire l’accesso alla località tramite la pista agrosilvopastorale in funzione delle attività agricole; dotarsi di un piano pascolo/forestale.
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“I Piani d’Erna sono una piattaforma strategica per la città” ha dichiarato in apertura Renata Zuffi, assessore all’Ambiente e alla Mobilità sostenibile della Città di Lecco. “E sono anche un luogo privilegiato di trasporto pubblico grazie alla presenza della funivia, che nonostante i ritardi sarà oggetto di un importante investimento di riqualificazione. Andare in montagna con il trasporto pubblico”, ha aggiunto l’assessore, “si sposa con la riconversione di un luogo importante in passato per lo sci e che dovrà essere in grado di dare le stesse emozioni anche senza la neve”.
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Il vicepresidente di Legambiente Lombardia, Lorenzo Baio, ha ricostruito la genesi del piano di azione: “È stato un percorso lungo un anno e che si è articolato in cinque incontri. Stasera presentiamo lo strumento che abbiamo scelto per raccogliere dati storici, criticità e potenzialità dell’area dei Piani d’Erna, insieme alle prime idee di azione. Il documento è flessibile, è la raccolta di un lavoro che è stato molto apprezzato perché è il frutto di un equilibrio tra tutte le realtà partecipanti che si sono messe in gioco ognuna con le proprie istanze”.
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Una panoramica più ampia sul progetto Beyond Snow è stata offerta dalla sua coordinatrice, Simona Colombo: “Tutto questo lavoro svolto sui Piani d’Erna si inserisce in un progetto europeo che ha partecipato al bando Alpine Space, un partenariato molto ampio che ha messo in rete aree diverse, soggetti e portatori d’interessi su tutto l’arco alpino” ha spiegato. “Il lavoro è durato quasi tre anni e i risultati si stanno vedendo. Sono progetti che costringono persone diverse a lavorare insieme per un obiettivo comune. Ai Piani d’Erna gli impianti non ci sono più, la transizione è già compiuta, ma altre località devono ancora affrontare il cambiamento. Sono strumenti per valutare la resilienza delle destinazioni ai cambiamenti climatici”.
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La serata è poi entrata nel vivo con l’intervento di Francesco Pastorelli (CIPRA) che ha illustrato gli obiettivi e le misure del piano di azione per i Piani d’Erna, sottolineando come siano frutto di un processo partecipativo. La parola è poi passata a Paolo Colombo, che ha illustrato nello specifico le proposte di azione per ognuno dei quattro macro obiettivi.
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“Per quanto riguarda accoglienza e servizi, abbiamo notato che la segnaletica è desueta e poco utile per i turisti stranieri” ha spiegato. “Ad esempio abbiamo pensato di tradurre i toponimi mettendoli in doppia lingua con un QR Code per approfondire. Poi non esiste una mappa chiara e dettagliata, ma solo un’illustrazione semplificata e dispersiva. Si potrebbe fare” ha aggiunto “un nuovo depliant con una mappa satellitare che riporta sentieri, rifugi, punti di acqua e altre informazioni simili. Poi abbiamo pensato a un campeggio escursionistico nella zona del vecchio borgo, su piattaforme di legno, nella zona prossima al lago, e a un albergo diffuso”.
“Un altro tema importante” ha puntualizzato ancora Colombo “è quello dell’agricoltura e del paesaggio: se non si interviene, entro pochi anni tutti i pascoli spariranno, coperti dal bosco. Attualmente c’è un piccolo pascolo bovino estivo, ma è insufficiente e di bassa qualità. Ai Piani d’Erna ci sono 394.000 metri quadri di area di pascolo, di cui 290.000 sono di proprietà comunali.”
Per quanto riguarda l’attrattività, tra le misure ipotizzate c’è di ampliare il percorso del Sentiero Natura con un affaccio su Lecco per introdurre l’argomento della lavorazione del ferro. “Poi c’è il discorso del laghetto, nato insieme al progetto di Erna come quartiere cittadino negli anni Cinquanta. In seguito è stato costruito un muro per raccogliere le acque di varie sorgenti da usare per gli impianti di innevamento, ma ora il laghetto è degradato” ha spiegato Colombo. “Una proposta potrebbe essere quella di camuffarlo con un passaggio rialzato in legno sulla attuale zona umida”.
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Colombo ha poi introdotto il tema caldo: la strada agrosilvopastorale: “C’è il progetto della pista che sale dalla Val Boazzo. Fino a metà il tracciato esiste già ed è percorribile, mentre la seconda metà ha tratti ripidi e non è mai stato percorso da mezzi fuoristrada. Sono 2,5 chilometri con un tempo di percorrenza di 10 minuti e un dislivello di 350 metri. La strada è stata oggetto di discussioni” ha ricordato “ma non si è detto di no. La strada può essere utile per il soccorso, per le emergenze e per la gestione del territorio, come le attività di pascolo. Non deve essere accessibile a tutti, nemmeno a residenti e proprietari”.
“Il progetto Beyond Snow ai Piani d’Erna ci ha consentito di fare alcune economie” ha detto Baio. “Il Comune di Lecco ha messo in piedi un progetto di digitalizzazione e traduzione delle bacheche del Sentiero Natura, che saranno disponibili grazie al portale Lecco Tourism. Poi siamo riusciti a dare un contributo al CAI per la sistemazione della mulattiera degli stracchini, un sentiero quasi impraticabile che dalla Val Boazzo sale ai Piani d’Erna. Questa località” ha aggiunto “ha il privilegio di avere la funivia, ma non ha ancora trovato la propria natura e la propria collocazione in ambito turistico. Per avere una prospettiva anche economica e di mantenimento dell’ambiente sarà fondamentale avere un piano di indirizzo pastorale e forestale”.
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“I Piani d’Erna non sono attrattivi solo per i locali, ma possono fungere anche da diversivo al turismo sul lago per gli stranieri che soggiornano a lungo, accedere a una località montana con la funivia è una grande opportunità” ha precisato Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “Ma ad oggi questa località offre un turismo che potremmo definire parassitario: le persone salgono in funivia, guardano il panorama e scendono senza lascare nulla al territorio. Serve un’offerta turistica esperienziale e che modifichi l’idea che i Piani d’Erna siano solo il balcone di Lecco, vanno invece intesi come un portale di accesso alle montagne lecchesi, per un turista che si fermi un po’ di più. Altro nodo centrale” ha aggiunto Di Simine “è la necessità di non perdere il mosaico paesaggistico, ci sono praterie di pregio ecologico e produttivo ma il rischio è che scompaiano se non si sviluppa un’economia di tipo agricolo. E del resto non può esserci una pista agrosilvopastorale in assenza di attività agrosilvopastorale”.
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Il tema della strada è stato sollevato più volte anche da parte del pubblico. Sull’argomento è tornato anche il sindaco Mauro Gattinoni, in chiusura della serata: “Bisogna chiarire che la strada non è una strada, ma una pista di servizio. Nessuno si sogni di vantare alcun diritto di salire in Erna in auto. Sarà un tracciato di servizio per le manutenzioni e i lavori alle case, per l’allevamento, ma non esisterà alcun diritto di transito per le auto né di parcheggio, nemmeno per i residenti, questo deve essere chiaro. E, per quanto riguarda le attuali auto che già ci sono in Erna, occhio anche solo a usarle. Senza una pista di servizio la bonifica dei prati, la ristrutturazione di case e cascine, l’albergo diffuso e tutte le altre idee viste stasera non si possono fare per motivi economici. Ci dovrà essere un accesso di servizio intelligente, controllato e responsabile. In questo modo si potrà riqualificare quello che è uno spazio della città a tutti gli effetti”.
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Il primo cittadino ha poi dichiarato di trovarsi affine alla visione esposta da Legambiente nel piano d’azione per i Piani d’Erna. “Ma è una collezione di idee, non di progetti” ha specificato. “Come amministrazione stiamo investendo tanto su Erna, insieme al lungolago e alla Piccola è una delle piattaforme strategiche della città. La piattaforma è un contesto che ha un pregio in sé e che si presta ad ospitare funzioni ulteriori: sportive, culturali, economiche e così via, a seconda dei contesti. Come è stato detto, ai Piani d’Erna tantissimi terreni sono pubblici e, se lo spazio ha un valore pubblico, chi ne ha la titolarità deve impegnarsi per valorizzarlo”.
“Il contributo di Beyond Snow è utile ma non è completo. Mancano i numeri. Se la funivia funzionasse tutto il giorno, potrebbe trasportare milleseicento persone al giorno. Quando parliamo di conservare i pascoli, quante mucche servono? E se mettiamo le mucche, dove mettiamo la gente?” si è chiesto Gattinoni. “Sistemare le strutture in Erna costa di più che farlo giù, perché serve l’elicottero. Se pensiamo alla microeconomia della montagna, ci sono le guide e i rifugi che possono diventare un elemento qualificante con un bacino potenziale di milioni di persone che abitano tra Lecco e Milano. E poi Erna è una destinazione o un approdo per accedere alle Orobie?”.
“Si tratta di fare scelte e queste competono in ultima istanza all’amministrazione pubblica. Possiamo scegliere di non fare niente, ma tra qualche anno sarà tutto in malora. O possiamo fare degli interventi conservativi leggeri. Tra costruire una Disneyland a 1.300 metri e non fare niente” ha concluso il sindaco “ci sono delle vie di mezzo”.
Mi.C.
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