Lecco: inaugurata una nuova sala didattica al Planetario
Inaugurata la nuova sala didattica al Planetario civico di Lecco, ospitato in un’ala di Palazzo Belgiojoso, sede del museo storico cittadino. “Occhi sul cosmo” è il titolo scelto e sintetizza la storia dell’osservazione del cielo dall’antichità a oggi con uno sguardo naturalmente rivolto anche al futuro. Una data, quella scelta per l’inaugurazione, non casuale: il 7 maggio. Perché il 7 maggio 1925, quindi cent’anni fa esatti, veniva inaugurato in Germania il primo planetario, capostipite delle migliaia oggi aperti in tutto il mondo. E quest’anno, tra l’altro, lo stesso planetario lecchese celebra i suoi vent’anni di attività. Inoltre, proprio nel dicembre dell’anno scorso è stata rinnovata per altri dieci anni la convenzione con il Gruppo astrofili lecchesi “Deep space” che gestisce la struttura occupando tre dipendenti e una ventina di volontari.

Alla cerimonia sono intervenuti Franco Molteni, presidente dello stesso Gruppo astrofili; Simona Piazza, assessore comunale alla cultura; Laura Proserpio, ricercatrice all’Osservatorio di Brera a Merate ma soprattutto “creatura” del Planetario lecchese «perché sono cresciuta qui e il gruppo ha creduto molto in me prima che ci credessi io».

Introducendo l’incontro, Molteni ha sottolineato come in questi anni il planetario lecchese sia stato il maggior divulgatore scientifico della città, organizzando in questi vent’anni più di seicento conferenze tutte su argomenti diversi, incontri con gli studenti e i bambini, serate “dal vivo” con l’osservazione del cielo al piazzale di partenza della funivia per i Piani d’Erna, oltre naturalmente alle giornate di apertura al pubblico: nell’ultimo anno sono stati 13mila i visitatori.

L’assessore Piazza ha sottolineato come l’apertura di un nuovo spazio culturale significhi non soltanto un’occasione di conoscenza ma anche un luogo di accoglienza. «E’ dunque doveroso un ringraziamento per chi, ormai nel 1999, ebbe l’intuizione di allestire un planetario in città. Che dà anche lavoro ad alcune persone dimostrando che, a differenza di quanto diceva qualcuno, con la cultura si mangia, si vive e si cresce».

Da parte sua, Proserpio ha invece presentato la nuova saletta, «un regalo al nostro planetario, ma anche un regalo per noi del gruppo astrofili e del pubblico, con un arricchimento dell’offerta didattica ed educativa: «Qui è un posto dove si fa cultura a 360 gradi, partendo dallo Spazio ma sconfinando nell’arte e nella letteratura».
La nuova saletta – ha poi aggiunto – è il frutto della collaborazione di tutti, portando ciascuno le proprie competenze e ha lanciato un invito a chiunque fosse interessato a «venirci a trovare, anche se non si sa niente dell’argomento» ma si ha solo curiosità per «sintetizzare l’universo in una stanza».

Nella nuova sala, due spazi speciali sono riservate a Marte e agli asteroidi, con i modelli dello “Split” sbarcato sul pianeta rosso nel 2004, e della sonda giapponese Hayabusa atterrata sull’asteroide Itokawa nel 2005. Vi è anche un modellino in scala del razzo Saturno V che portò gli uomini sulla Luna.

Nella sezione dedicata ai telescopi si parte da quelli d’epoca, per raccontare l’avventura che da Galileo ci ha portato agli strumenti di oggi, non solo sempre più potenti, ma anche in grado di osservare radiazione elettromagnetiche invisibili ai nostri occhi, dalle onde radio ai raggi gamma. E proprio sui raggi gamma, a spiccare è una imponente struttura metallica con sei specchi esagonali del progetto Astri: telescopi ad altissima tecnologia per l’osservazione dei cosiddetti raggi Cherenkov nell’atmosfera, una delle sfide della fronitera dell’astrofisica e che vede protagonista anche il nostro Paese con gli specchi a raggi X dei telescopi spaziali costruiti della Media Lario di Bosisio Parini.
In occasione della presentazione, la sala espositiva sarà aperta al pubblico con visite guidate nel prossimo fine settimana: sabato 10 maggio alle 15 e alle 16 e domenica 11 maggio alle 15 e alle 17 (mentre alle 16 si terrà il consueto spettacolo sotto la cupola del planetario). In queste due occasioni, la visita della saletta espositiva sarà gratuita con prenotazione obbligatoria sul sito
www.deepspace.it
Successivamente, una visita guidata si terrà ogni domenica alle 17, subito dopo la tradizionale proiezione delle 16 sotto la cupola.
Alla cerimonia sono intervenuti Franco Molteni, presidente dello stesso Gruppo astrofili; Simona Piazza, assessore comunale alla cultura; Laura Proserpio, ricercatrice all’Osservatorio di Brera a Merate ma soprattutto “creatura” del Planetario lecchese «perché sono cresciuta qui e il gruppo ha creduto molto in me prima che ci credessi io».
Introducendo l’incontro, Molteni ha sottolineato come in questi anni il planetario lecchese sia stato il maggior divulgatore scientifico della città, organizzando in questi vent’anni più di seicento conferenze tutte su argomenti diversi, incontri con gli studenti e i bambini, serate “dal vivo” con l’osservazione del cielo al piazzale di partenza della funivia per i Piani d’Erna, oltre naturalmente alle giornate di apertura al pubblico: nell’ultimo anno sono stati 13mila i visitatori.
L’assessore Piazza ha sottolineato come l’apertura di un nuovo spazio culturale significhi non soltanto un’occasione di conoscenza ma anche un luogo di accoglienza. «E’ dunque doveroso un ringraziamento per chi, ormai nel 1999, ebbe l’intuizione di allestire un planetario in città. Che dà anche lavoro ad alcune persone dimostrando che, a differenza di quanto diceva qualcuno, con la cultura si mangia, si vive e si cresce».
Da parte sua, Proserpio ha invece presentato la nuova saletta, «un regalo al nostro planetario, ma anche un regalo per noi del gruppo astrofili e del pubblico, con un arricchimento dell’offerta didattica ed educativa: «Qui è un posto dove si fa cultura a 360 gradi, partendo dallo Spazio ma sconfinando nell’arte e nella letteratura».
La nuova saletta – ha poi aggiunto – è il frutto della collaborazione di tutti, portando ciascuno le proprie competenze e ha lanciato un invito a chiunque fosse interessato a «venirci a trovare, anche se non si sa niente dell’argomento» ma si ha solo curiosità per «sintetizzare l’universo in una stanza».
Nella nuova sala, due spazi speciali sono riservate a Marte e agli asteroidi, con i modelli dello “Split” sbarcato sul pianeta rosso nel 2004, e della sonda giapponese Hayabusa atterrata sull’asteroide Itokawa nel 2005. Vi è anche un modellino in scala del razzo Saturno V che portò gli uomini sulla Luna.
Nella sezione dedicata ai telescopi si parte da quelli d’epoca, per raccontare l’avventura che da Galileo ci ha portato agli strumenti di oggi, non solo sempre più potenti, ma anche in grado di osservare radiazione elettromagnetiche invisibili ai nostri occhi, dalle onde radio ai raggi gamma. E proprio sui raggi gamma, a spiccare è una imponente struttura metallica con sei specchi esagonali del progetto Astri: telescopi ad altissima tecnologia per l’osservazione dei cosiddetti raggi Cherenkov nell’atmosfera, una delle sfide della fronitera dell’astrofisica e che vede protagonista anche il nostro Paese con gli specchi a raggi X dei telescopi spaziali costruiti della Media Lario di Bosisio Parini.
Successivamente, una visita guidata si terrà ogni domenica alle 17, subito dopo la tradizionale proiezione delle 16 sotto la cupola.
D.C.