Lecco: in moto ben equipaggiati, lezioni agli alunni con Anmig
Lezioni ai ragazzi delle scuole superiori sull’utilizzare la moto in sicurezza, anche utilizzando la dovuta attrezzature come il paraschiena che, secondo un’indagine, riduce di circa il 60% le lesioni alla colonna vertebrale il cui esito sono la paralisi e una vita in carrozzina. Il progetto parte dalla sezione lecchese dell’Anmig - l’Associazione dei mutilati di guerra - che venendo meno ormai meno (almeno si spera) il suo fine originario allarga il proprio interesse alla sicurezza in generale. L’idea è stata accolta dal Comune di Lecco e avrà una prima sperimentazione nelle prossime settimane per poi mettere a punto una vera e propria campagna da avviare nel mese di ottobre. E già si parla di progetto pilota visto che all’iniziativa lecchese si sono dette interessate molte altre delle 150 sezioni dell’Associazione dei mutilati.

La proposta è stata presentata nel corso di una conferenza stampa tenutasi in municipio e alla quale sono intervenuti il presidente dell’Anmig lecchese Mauro Bonfanti, l’assessore alla cultura e sicurezza Simona Piazza e il comandante della polizia locale Lucio Dioguardi.

Il progetto prevede una lezione teorica di guida sicure per motociclisti svolta nei vari istituti superiori della città prima e della provincia poi, frequentati appunto dai ragazzi per i quali la moto rappresenta per molti casi la “conquista” della libertà. Le lezioni di due ore ciascuna saranno tenute da Alberto Ceccotti, istruttore di tecniche di guida che si avvarrà di una motociletta per una dimostrazione statica e di alcuni capi di protezione: guanti, stivali e paraschiena/gilet proprio per trasmettere il concetto dell’importanza dell’equipaggiamento. Un focus particolare sarà posto sull’uso del paraschiena come strumento di massima protezione.

Le prime tre lezioni saranno tenute a Lecco il 15 maggio – nell’ambito della Settimana internazionale della sicurezza stradale - all’istituto Bertacchi e al liceo Manzoni e, come detto, fungeranno da test in vista dell’estensione dell’esperienza a tutte le scuole della provincia a partire dal prossimo autunno. E poi, forse, a livello nazionale.

Mauro Bonfanti ha spiegato la genesi dell’idea: la riflessione nel corso di una serata estiva sul caso di una ragazzina ricoverata in ospedale dopo un incidente con il motociclo sulla quale viaggiava con le ciabatte infradito ai piedi; in sala operatoria, i medici si interrogavano sulla necessità di amputarle il piede. Proprio quella vicenda ha spronato l’Anmig ad aggiornare la propria attività, ad avviare appunto un progetto sulla sicurezza, guardando ai giovani e pensando e ciclisti e motociclisti che, in genere, sulle strade sono i più deboli. E, dunque, entrare nelle scuole, per sensibilizzare i ragazzi.

Il comandante della polizia locale Dioguardi ha ricordato come, lo scorso anno, dei 423 incidenti complessivamente rilevati dai “vigili”, 120 abbiano visto coinvolti motociclisti, per buona parte giovanissimi. «Non solo repressione, dunque – ha continuato – ma anche prevenzione. E’ necessario diffondere fra i ragazzi una maggior consapevolezza. E convincerli che, di là dalle regole che pure ci sono, servono comportamenti utili a procurarsi meno danni possibili nel caso di incidenti.

L’assessore Piazza ha ringraziato l’Anmig - dando anche lettura di una lettera inviata dal presidente nazionale Claudio Betti - per un progetto che, «rivolto ai giovani e agli adolescenti degli istituti superiori della nostra città, ha l’obiettivo condiviso con l’amministrazione comunale di promuovere la sicurezza a 360 gradi».

La proposta è stata presentata nel corso di una conferenza stampa tenutasi in municipio e alla quale sono intervenuti il presidente dell’Anmig lecchese Mauro Bonfanti, l’assessore alla cultura e sicurezza Simona Piazza e il comandante della polizia locale Lucio Dioguardi.
Il progetto prevede una lezione teorica di guida sicure per motociclisti svolta nei vari istituti superiori della città prima e della provincia poi, frequentati appunto dai ragazzi per i quali la moto rappresenta per molti casi la “conquista” della libertà. Le lezioni di due ore ciascuna saranno tenute da Alberto Ceccotti, istruttore di tecniche di guida che si avvarrà di una motociletta per una dimostrazione statica e di alcuni capi di protezione: guanti, stivali e paraschiena/gilet proprio per trasmettere il concetto dell’importanza dell’equipaggiamento. Un focus particolare sarà posto sull’uso del paraschiena come strumento di massima protezione.
Le prime tre lezioni saranno tenute a Lecco il 15 maggio – nell’ambito della Settimana internazionale della sicurezza stradale - all’istituto Bertacchi e al liceo Manzoni e, come detto, fungeranno da test in vista dell’estensione dell’esperienza a tutte le scuole della provincia a partire dal prossimo autunno. E poi, forse, a livello nazionale.
Mauro Bonfanti ha spiegato la genesi dell’idea: la riflessione nel corso di una serata estiva sul caso di una ragazzina ricoverata in ospedale dopo un incidente con il motociclo sulla quale viaggiava con le ciabatte infradito ai piedi; in sala operatoria, i medici si interrogavano sulla necessità di amputarle il piede. Proprio quella vicenda ha spronato l’Anmig ad aggiornare la propria attività, ad avviare appunto un progetto sulla sicurezza, guardando ai giovani e pensando e ciclisti e motociclisti che, in genere, sulle strade sono i più deboli. E, dunque, entrare nelle scuole, per sensibilizzare i ragazzi.
Il comandante della polizia locale Dioguardi ha ricordato come, lo scorso anno, dei 423 incidenti complessivamente rilevati dai “vigili”, 120 abbiano visto coinvolti motociclisti, per buona parte giovanissimi. «Non solo repressione, dunque – ha continuato – ma anche prevenzione. E’ necessario diffondere fra i ragazzi una maggior consapevolezza. E convincerli che, di là dalle regole che pure ci sono, servono comportamenti utili a procurarsi meno danni possibili nel caso di incidenti.
L’assessore Piazza ha ringraziato l’Anmig - dando anche lettura di una lettera inviata dal presidente nazionale Claudio Betti - per un progetto che, «rivolto ai giovani e agli adolescenti degli istituti superiori della nostra città, ha l’obiettivo condiviso con l’amministrazione comunale di promuovere la sicurezza a 360 gradi».
D.C.