Dervio-Esino: presunti maltrattamenti a scuola, prosegue il processo al maestro di religione

Il processo era iniziato nel 2021 al cospetto del giudice monocratico Enrico Manzi che, sentite le prime sei mamme chiamate a testimoniare, aveva optato per non andare oltre, restituendo gli atti alla Procura affinché procedesse per l'ipotesi di reato di cui all'articolo 572 del codice penale, ben più grave di quella di "violenza privata" contestata fino a quel momento dall'imputato. 
A distanza di quattro anni, questa mattina in Tribunale a Lecco, si è tenuta l'ennesima udienza del “nuovo” procedimento per “maltrattamenti” a carico di Francesco Cavanacciulo, classe 1990, maestro di religione a Esino e Dervio per l'anno scolastico 2017, incardinato ormai da mesi dinnanzi al collegio giudicante presieduto dalla dottoressa Bianca Maria Bianchi con a latere le colleghe Giulia Barazzetta e Martina Beggio. Fino a questo punto sono stati escussi “a porte chiuse” per questioni di tutela –  in prevalenza – gli ex alunni del docente, ragazzini oggi adolescenti (se non già maggiorenni), dai cui racconti sono scaturite le denunce che hanno portato all'apertura del fascicolo a carico dell'insegnante, ora 35enne e, già dall'anno successivo a quel 2017, non più in servizio nel lecchese. 
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“A distanza di tutti questi anni non so se erano movimenti con altro fine, ma allora ci metteva in soggezione”. Così quest'oggi uno giovanotto derviese, ormai 18enne, ha descritto i “toccamenti” nelle sue parti intime che l'imputato, a più riprese, avrebbe agito alla cattedra, dinnanzi ai suoi baby studenti. E le mani, Cavanacciulo, le avrebbe messe anche addosso ai bambini, praticando ad una selezione di alunni, inclusi i due ragazzi sentiti in mattinata, massaggi sulle spalle, mentre stavano disegnando, provocando loro non solo imbarazzo ma anche dolore. 
“Per poco mi strappa gli orecchini” avrebbe confessato una bambina dell'allora 5^ elementare di Esino alla maestra Maura Dell'Era che, messa sul chi va la dalla segnalazione di un genitore, era arrivata nel mese di dicembre a scoperchiare il vaso di Pandora, approfittando dell'assenza per malattia del collega Cavanacciulo per sondare i bambini in un'ora di supplenza. “A valanga hanno iniziato a riversare su di me i racconti di comportamenti poco corretti tenuti nei loro confronti, dal punto di vista psicologico e fisico” ha ricordato la coordinatrice di plesso, oggi in pensione e vicesindaco del piccolo borgo immerso nelle Grigne, parlando di “nocche sulla testa per far male”, “astucci messi in bilico sui banchi per poi rovesciarli a terra e costringere i ragazzi a raccogliere tutto il materiale”, “uso del telefonino in classe per mostrare agli alunni video di lui che ballava con la mamma o per chiamare gli amici”... Ed ancora “interrogava facendo mettere la faccia al muro, lasciandoli in quella posizione”, “prendeva due teste e le picchiava tra loro”, “picchiava la penna sui diari”, “graffiava sopra le felpe, lasciando però dei segni”... 
“Maura noi abbiamo paura”, la conclusione dei piccoli, tutelati, poi, dalla scuola, organizzando laboratori condivisi in sostituzione delle lezioni fino a Natale e dalla ripresa, gestendo le ore del maestro Cavanacciulo – nel frattempo denunciato su iniziativa della preside – con la compresenza di altro collega, per tutte le classi essendo emersi problemi non solo con la 5^. 
Diversa la situazione a Dervio, dove alcune famiglie, per quanto emerso quest'oggi sono arrivate a chiedere l'esonero dei loro figli dalla religione, pur di evitare loro contatti con il docente, scegliendo infine di non mandarli nemmeno alla festa di fine anno voluta proprio dal maestro che avrebbe provato, a ultima campanella già suonata e a indagini a suo carico in corso, a chiedere ai ragazzi di consegnare i loro quaderni di religione. Pretesa “stoppata” poi dalla dirigenza stessa.
Ancora lungo il processo con una nuova sfilata di testi –  tra cui la preside di allora e alcuni docenti – calendarizzata per il 17 settembre, prima di una serie di udienze già scalettate.
A.M.
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