Drug Valley: spaccio e estorsione, 8 anni per un albanese

8 anni di reclusione, 32 mila euro di multa e il pagamento delle spese processuali: è la pena finale oggi irrogata dal giudice Bianca Maria Bianchi per Samir B., albanese residente a Cremeno, dove era sottoposto fino ad oggi alla misura cautelare degli arresti domiciliari, accusato dalla Procura di Lecco di spaccio di stupefacenti, estorsione e minacce.
L'uomo era stato rinviato a giudizio lo scorso luglio dal gip Salvatore Catalano a chiusura delle indagini in merito all'operazione denominata dagli inquirenti “Drug Valley 2022”: è stato grazie alle attività di indagine degli uomini della Squadra Mobile della Questura di Lecco che si è riuscito a smantellare un radicato giro di spaccio in Valsassina, attivo in particolar modo fra i comuni di Cremeno, Ballabio, Barzio e Cassina con 21 mila cessioni stimate nel quadriennio fra il 2019 e il 2023.
Cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dall'Autorità giudiziaria al termine dell'inchiesta e una dell'obbligo di presantazione alla polizia giudiziaria, cui sono conseguite due rinvii a giudizio e tre patteggiamenti rispettivamente a 4 anni per S.I., italiano classe 1976, 3 anni e 6 mesi per A.R., classe 1966, e 2 anni e 8 mesi per l'albanese del 1986 A.K.
Nemmeno un mese fa il pm titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Chiara Stoppioni, aveva chiesto per l'imputato 9 anni di reclusione e 32 mila euro di multa, ripercorrendo nella propria requisitoria le evidenze probatorie rilevate nel corso del dibattimento: “in paese tutti sapevano che avvenivano queste cessioni”, aveva dichiarato il pubblico ministero, che, rileggendo le trascrizioni del dibattimento, aveva sottolineato come i metodi e i luoghi dello spaccio siano stati confermati da almeno una quindicina di presunti clienti dell'odierno imputato.
Sarebbe stata anche provata durante l'istruttoria la contestazione dell'estorsione avvenuta ai danni di una cliente abituale: dopo aver accumulato un cospicuo debito nei confronti dell'odierno imputato, acquisto dopo acquisto, la donna sarebbe stata alla fine costretta, dietro minaccia, a vendere il proprio appartamento, oltre a contrarre matrimonio con un parente di Samir B., con le pressioni di altri soggetti.
Da non sottovalutare il clima di timore che si percepiva da parte dei testimoni durante tutto il dibattimento, con la reticenza mantenuta da diversi dei presunti clienti chiamati in aula in merito alla vicenda giudiziaria: diversi avevano deciso di ritrattare dopo aver appreso di essere indagati per falsa testimonianza, mentre con il succedersi delle udienze altri soggetti, molti escussi dietro ad un paravento per loro volontà, apparivano restii nel raccontare quanto realmente accaduto (almeno questo secondo la pubblica accusa).
Oltre alle sanzioni detentive e pecuniarie il giudice ha disposto le pene accessorie dell'interdizione ai pubblici uffici, dell'interdizione legale e dell'espulsione per l'odierno imputato dal suolo italiano, una volta espiata la pena. Inoltre ha ordinato la confisca del materiale e del denaro (provento dei reati accertati) in sequestro e della sostanza stupefacente.
In ultimo ha rinviato gli atti alla Procura per presunti reati di estorsione e resistenza a pubblico ufficiale nei confronti di altri soggetti.
F.F.
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