Valmadrera: mostra di Caline Dalberto al Centro Culturale

Con il Patrocinio del Comune di Valmadrera e della Provincia di Lecco, Lumis Arte ha inaugurato la mostra “Caline Dalberto: lo sguardo e l’infinito”. L’evento ha animato il pomeriggio di domenica 10 maggio del Centro culturale Fatebenefratelli in un percorso di emozioni, colori e storie. 
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“Vorrei dedicare un sincero ringraziamento al Comune di Valmadrera” ha esordito Lorenzo Paolo Messina, rappresentante dell’associazione Lumis Arte e curatore della mostra. “In varie occasione ci ha sostenuto nell’organizzazione di diversi progetti e hanno accolto la nostra proposta di valorizzazione di questo ambiente. Caline, in realtà, aveva già avuto modo di esporre alcune sue opere nel 2017 e oggi è tornata a raccontarci le sue origini. La sua storia nasce dal Madagascar, rappresentato nei suoi quadri.”
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Il viaggio alla scoperta di questo Paese rivela non solo aspetti peculiari della natura, ma anche della vita dell’artista stessa. “La mostra si apre con la Montagna Sacra, chiamata anche “pan di zucchero” che, fin da bambina, Caline esplora insieme al papà” ha proseguito Lorenzo. “Pur utilizzando questi termini con delicatezza e rispetto, ci piace definire il suo stile con la parola “espressionismo”: sia nei passaggi sia in altre tele più intime e personali, si nota la sua impronta, la sua profondità e la sua anima. Questo luogo magico, incarnato dalla montagna, infatti è un esempio di scoperta dell'inaccessibilità non solo del posto, ma anche dell’opera d’arte.”
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Nella parte centrale, invece, il visitatore è trasportato in una dimensione meno definita, in una forma astratta e sfumata, che non presenta riferimenti fisici. “In questa sezione” ha specificato Messina “si accede a una sfera emotiva che si traduce in colori: a differenza dei pannelli precedenti, emerge una visione naturalistica del passato, in un ricordo della protagonista di questa serata. Talvolta, grazie a questa tecnica, esprime un sentimento di rabbia. Per concludere questo percorso, che racchiude esperienze e tentativi ancora in corso d’opera nel suo presente, affiora l’idea del graffiato, pur mantenendo un’ottica coloristica. Caline, quindi, interviene in modo particolarmente deciso in un’impresa a cercare l’intimo e la profondità, fino a spingersi nella scelta del monocolore.” 
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Nell’interdipendenza tra passato e presente si manifesta la passione per l’arte, da sempre presente sotto forme differenti nella vita di Caline. La prima narrazione, viva nei suoi ricordi, coinvolge leggende e miti locali. “Il lago che abbiamo visto nel video” si è rivolta al pubblico Caline “si trova a circa ottanta chilometri dal luogo in cui sono nata e rievoca in me numerosi ricordi. Su questo specchio d’acqua esistono numerose credenze, la più semplice narra di un viaggiatore che, dopo aver camminato per giorni, si ferma in un villaggio in cerca di acqua e cibo. Nessuno gli concede un po’ di ristoro, fino a quando trova una donna sul suo cammino che lo accoglie: da questo momento, il responso afferma che chiunque si rifiuterà di offrire ospitalità verrà punito dai coccodrilli. Ancora oggi, infatti, questi animali sono temuti, ma anche venerati come sacri: io li chiamavo facendo rumore, durante il sacrificio dello Zebù.”

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In questo senso, la mostra si fa testimone di una cultura lontana e affascinante, che custodisce tradizioni e significati profondi ancora da scoprire. “Quando ero piccolissima” ha proseguito l’artista “mio padre mi portò con sé al Monte Sacro, in una serata di luna piena: di fronte a questa meraviglia, mentre mi teneva sulle ginocchia, ci raccontava una storia. Era sempre lo stesso racconto, nello stesso luogo e accompagnati dallo stesso spirito, ma ogni volta tornavo a casa addormentata, ma sempre accompagnati da queste magie. Questi culti, a cui sono stata abituata ad assistere, fanno parte del sentire comune e trasmettono tante magie: queste persone, infatti, si accontentano di poco perché, in realtà, non possiedono nulla. La vita, nonostante sia caratterizzata da poche semplici cose, custodisce un valore profondo.”

Accompagnati dalle parole evocative dell’autrice delle opere, la comunità è stata accompagnata in questo viaggio di colori, storie e cultura.
V.I.
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