Abbadia, incidente mortale del '23: in Aula i consulenti

Confronto fra consulenti questa mattina in Tribunale a Lecco. Al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi, hanno infatti rese note le risultanze del lavoro di ''indagine'' svolto, l'ingegner Pierangelo Adinolfi - scelto dalla Procura - e il collega ingegner Mauro Balestra al quale si è affidata la difesa di I.G., il conducente dell'autovettura coinvolta nel sinistro stradale nel quale - il 29 giugno 2023 ad Abbadia Lariana - perse la vita Manuel Pistoia, 26enne residente a Concorezzo (Monza e Brianza).
Fatale al giovane brianzolo, che viaggiava in sella alla sua due ruote in direzione Mandello, fu l'impatto con un veicolo in fase di svolta; una vicenda tragica di cui si è discusso stamani in Tribunale a Lecco, dove si sta svolgendo il procedimento penale nei confronti del conducente della Volkswagen Tiguan, imputato per omicidio stradale (art.589 cp).
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Una foto scattata il giorno dell'incidente

Dai rilievi effettuati dalla Polstrada di Bellano era emerso che l'impatto tra lo scooter Malaguti Spidermax sul quale viaggiava Pistoia e la vettura condotta dall'anziano, era avvenuto mentre quest'ultima stava effettuando manovra di svolta a sinistra verso Via Di Vittorio, all'altezza della Trattoria del Viandante. In particolare il centauro, disarcionato dalla due ruote - a seguito forse di una violenta frenata - avrebbe colpito l'angolo posteriore destro della Tiguan, all'altezza dello pneumatico. Un impatto risultato fatale al 26enne.
Nell'udienza odierna si è entrati nel vivo della dinamica dell'incidente costato la vita al giovane, attraverso appunto la deposizione dei consulenti.
Per l'ingegner Adinolfi - nominato come dicevamo dalla Procura - il motociclista procedeva ad una velocità molto elevata, stimata prima della manora di frenata, in circa 105 km/h, dunque doppia rispetto al consentito in centro abitato.
Per quanto riguarda invece la condotta dell'automobilista, il consulente ha indicato in 19 km/h la velocità della Tiguan durante la manovra di svolta verso Via Di Vittorio. Per Adinolfi l'imputato poteva scorgere la due ruote a circa 120 metri di distanza; il professionista ha però precisato che, stante la velocità elevata del motociclista era difficile valutarne la condotta. ''Poteva vedere un puntino, ma senza troppi riferimenti'' ha detto.
Concludendo, per l'ingegner Adinolfi, se la velocità del motociclista fosse stata più lieve, in fase di frenata sarebbe riuscito ad evitare l'impatto con l'autovettura; allo stesso esito si sarebbe giunti se l'imputato alla guida della Tiguan avesse atteso qualche istante prima di svoltare.
Risultanze analoghe, quelle alle quali è giunto l'ingegner Balestra, consulente della difesa (rappresentata dagli avvocati Stefano Pelizzari e Giuseppe Lo Curcio). Anche per il professionista accomodatosi successivamente dinnanzi al giudice, la velocità del giovane in sella alla due ruote risultava particolarmente elevata (106 km/h la stima a cui è giunto).
Accortosi dalla manovra della Tiguan, Pistoia avrebbe frenato, strisciando per circa tredici metri; è poi caduto, staccandosi dalla due ruote, impattando infine contro il veicolo.
Differente tuttavia, la posizione assunta dal consulente in merito alla velocità di marcia della Tiguan; a detta dell'ingegner Balestra l'imputato procedeva a 13 km/h. ''Se fosse andato oltre, avrebbe sicuramente sbandato'' ha detto, avendo utilizzato una metodologia di calcolo differente rispetto al collega.
Concorde con Adinolfi invece, sul campo visivo: il conducente della Volkswagen poteva scorgere la due ruote a circa 120 metri. Impossibile tuttavia - a suo dire - ad una distanza di quel tipo, stimarne la velocità di percorrenza così elevata.
Chiuso il confronto fra i consulenti, il giudice Bianchi ha aggiornato il processo al prossimo 27 maggio per le conclusioni; l'imputato non renderà esame. Già definito e finalizzato tramite la compagnia assicurativa - come ha precisato l'avvocato Pelizzari - il risarcimento ai familiari della vittima. 
G.C.
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