Il lecchese Nicolò Tomaini dipinge sopra un Rembrandt da 18 milioni di dollari
L’artista lecchese Nicolò Tomaini, noto per le riflessioni critiche a proposito delle tecnologie della comunicazione (lo stesso che realizzò le sculture di Olindo e Rosa in piazza ad Erba denunciando le dinamiche della “società dello spettacolo”) ha presentato in anteprima il lavoro dal titolo “ultima soluzione d’immortalità: caricamento di autoritratto di Rembrandt”: un nuovo violentissimo attacco alle dinamiche della mediazione e dell’apparenza.
È infatti intervenuto su un autoritratto di Rembrandt eseguito su tavola di dimensioni 22 x 16 cm circa durante il periodo trascorso ad Amsterdam nel 1632 e aggiudicato in asta da Sotheby’s per sedici milioni di euro il 28 luglio del 2020. L’opera è stata messa a disposizione dal magnate indiano nel settore dell’alta finanza Arjun B. Singh: visionario, appassionato e collezionista di arte antica e contemporanea.

Lo stesso Singh, come riferito in conferenza stampa, ha consentito e caldeggiato l’intervento pittorico di Tomaini che ha oscurato parte del viso del maestro olandese ricoprendola e inserendovi l’icona del “caricamento di immagine”, così fissando e materializzando il momento del processo attraverso cui la riproduzione virtuale prende forma sul monitor.
Come spiegato l'operazione ha l’intento di rendere evidente e immediatamente percepibile la superficialità e l’approssimazione alla quale nel mondo contemporaneo si giunge attraverso un utilizzo invasivo e acritico degli strumenti di comunicazione, sottolineandone le caratteristiche alienate ed alienanti del rapporto con la realtà quando si accetta di farne esperienza esclusivamente attraverso la mediazione della tecnologia.


Lo stesso Singh, come riferito in conferenza stampa, ha consentito e caldeggiato l’intervento pittorico di Tomaini che ha oscurato parte del viso del maestro olandese ricoprendola e inserendovi l’icona del “caricamento di immagine”, così fissando e materializzando il momento del processo attraverso cui la riproduzione virtuale prende forma sul monitor.
Come spiegato l'operazione ha l’intento di rendere evidente e immediatamente percepibile la superficialità e l’approssimazione alla quale nel mondo contemporaneo si giunge attraverso un utilizzo invasivo e acritico degli strumenti di comunicazione, sottolineandone le caratteristiche alienate ed alienanti del rapporto con la realtà quando si accetta di farne esperienza esclusivamente attraverso la mediazione della tecnologia.
