Lecco: grande successo per “The House That Cried”
Grande musica, partecipazione ed emozione per la serata che sabato sera ha portato nell’Auditorium del Centro Civico Sandro Pertini di Lecco “The House That Cried”, l’opera ideata dal celebre sassofonista dei Van der Graaf Generator David Jackson, straordinariamente presente all’evento.

Un successo che ha visto la sala gremita di pubblico e un entusiasmo palpabile, frutto di un progetto artistico tanto ambizioso quanto inclusivo, promosso dal CRAMS – Centro Ricerca Arte Musica Spettacolo di Lecco nell’ambito del progetto “I Quartieri del Terzo Paradiso” e finanziato dal bando ministeriale “Educare Insieme”.

L’opera, un mix suggestivo di linguaggi musicali che unisce rock, cori, ottoni, sassofoni e la tecnologia Soundbeam – in grado di trasformare il movimento in suono – ha visto la partecipazione di musicisti, coristi e persone provenienti dal Centro Diurno Disabili “La Casa di Stefano”–Cooperativa La Vecchia Quercia–Comune di Lecco e dalla Residenza Medale degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco, che proprio grazie al Soundbeam si sono potute esibire sul palco in un modo del tutto originale.

La serata è stata aperta dall’Associazione La Goccia con la performance di Soundbeam guidata da Domenico Priolo. Poi, con direzione del maestro Maurizio Fasoli, l’opera di Jackson: un’esibizione che ha coinvolto una cinquantina di coristi (dei cori SolQuair e Giovani Cantori di Lecco, diretti da Giuseppe Caccialanza), un’orchestra composta da 15 musicisti, tra volti noti del panorama musicale lecchese e lombardo e studenti di ieri e oggi del Liceo musicale G.B. Grassi, e una dozzina di soundbeamers, questi ultimi guidati da Maurizio Rocca.

Particolarmente significativa la storia di “The House that Cried”, cuore della serata: nata in Inghilterra su commissione del South Hill Park Arts Centre di Bracknell, la composizione racconta la toccante vicenda di una villa segnata da un passato drammatico e abitata, secondo la leggenda, da fantasmi. Questo fino a quando è stata trasformata in un centro per le arti, trovando riscatto. Un messaggio potente di rinascita, accessibilità e liberazione attraverso la creatività per una serata che ha dimostrato come l’inclusione possa farsi spettacolo.

Entusiasta David Jackson: «attraverso la musica – afferma – il Crams ha saputo fare rete con diverse realtà del territorio ed è qualcosa di importante, che in Inghilterra fatico a realizzare. Devo fare i miei complimenti, perché siamo riusciti a concretizzare l’idea di partenza nel modo migliore, con una carica e una coesione davvero rare».

«La serata di sabato – aggiungono e concludono dal Crams – rientra in un ambizioso progetto di politica artistica, culturale, sociale ed educativa che stiamo portando avanti in una prospettiva di medio, lungo termine. Siamo contenti dell’esito dell’evento e della grande partecipazione registrata, perché sono per noi il segno di una direzione giusta, che intendiamo seguire e continuare a implementare».

Un successo che ha visto la sala gremita di pubblico e un entusiasmo palpabile, frutto di un progetto artistico tanto ambizioso quanto inclusivo, promosso dal CRAMS – Centro Ricerca Arte Musica Spettacolo di Lecco nell’ambito del progetto “I Quartieri del Terzo Paradiso” e finanziato dal bando ministeriale “Educare Insieme”.

L’opera, un mix suggestivo di linguaggi musicali che unisce rock, cori, ottoni, sassofoni e la tecnologia Soundbeam – in grado di trasformare il movimento in suono – ha visto la partecipazione di musicisti, coristi e persone provenienti dal Centro Diurno Disabili “La Casa di Stefano”–Cooperativa La Vecchia Quercia–Comune di Lecco e dalla Residenza Medale degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco, che proprio grazie al Soundbeam si sono potute esibire sul palco in un modo del tutto originale.

La serata è stata aperta dall’Associazione La Goccia con la performance di Soundbeam guidata da Domenico Priolo. Poi, con direzione del maestro Maurizio Fasoli, l’opera di Jackson: un’esibizione che ha coinvolto una cinquantina di coristi (dei cori SolQuair e Giovani Cantori di Lecco, diretti da Giuseppe Caccialanza), un’orchestra composta da 15 musicisti, tra volti noti del panorama musicale lecchese e lombardo e studenti di ieri e oggi del Liceo musicale G.B. Grassi, e una dozzina di soundbeamers, questi ultimi guidati da Maurizio Rocca.

Particolarmente significativa la storia di “The House that Cried”, cuore della serata: nata in Inghilterra su commissione del South Hill Park Arts Centre di Bracknell, la composizione racconta la toccante vicenda di una villa segnata da un passato drammatico e abitata, secondo la leggenda, da fantasmi. Questo fino a quando è stata trasformata in un centro per le arti, trovando riscatto. Un messaggio potente di rinascita, accessibilità e liberazione attraverso la creatività per una serata che ha dimostrato come l’inclusione possa farsi spettacolo.

Entusiasta David Jackson: «attraverso la musica – afferma – il Crams ha saputo fare rete con diverse realtà del territorio ed è qualcosa di importante, che in Inghilterra fatico a realizzare. Devo fare i miei complimenti, perché siamo riusciti a concretizzare l’idea di partenza nel modo migliore, con una carica e una coesione davvero rare».

«La serata di sabato – aggiungono e concludono dal Crams – rientra in un ambizioso progetto di politica artistica, culturale, sociale ed educativa che stiamo portando avanti in una prospettiva di medio, lungo termine. Siamo contenti dell’esito dell’evento e della grande partecipazione registrata, perché sono per noi il segno di una direzione giusta, che intendiamo seguire e continuare a implementare».
