Lecco, Belli dentro: inaugurate la palestra diffusa e l'area verde del carcere
Addio ai vecchi bilancieri realizzati con un manico di scopa e bottiglie riempite con acqua e sale. Bicipiti e tricipiti, ma anche costanza e disciplina, ora si forgeranno con un attrezzo multifunzionale, avendo a disposizione altresì una panca e una bici da spinning, per scolpire anche addome e gambe.

La palestra diffusa all'interno della Casa Circondariale di Pescarenico è realtà. Una per ogni settore, tre in tutto per permettere a chiunque lo desidera, secondo le regole proprie del carcere lecchese, di fare fitness. E fare fitness, come ha puntualizzato Roberto Butta, il professionista del settore che ha seguito da vicino l'installazione delle nuove attrezzature, è cosa diversa dal fare pratica sportiva. Fine, ma sostanziale, la differenza.
Si fa fitness, non per conseguire un risultato, ma per migliorare la persona. Ed il primo passo presuppone per l'appunto disciplina, impegno che deve diventare poi costanza, abitudine. Cambiare, insomma, anche negli stili di vita. Una cosa non da poco, soprattutto per chi si trova in stato di detenzione. “Sono sicuro che questa iniziativa darà risultati”, la chiosa di Butta, con l'auspicio condiviso da tutti coloro che hanno reso possibile la creazione della palestra diffusa, tassello – sicuramente particolarmente apprezzato dalla popolazione carceraria che, a suo modo, ne aveva manifestato la necessità – di “Belli dentro”, progetto ben più articolato e per certi versi ambizioso, nato dall'intraprendenza di Lucio Farina Garante dei diritti delle persone private della libertà personale nonché Direttore del Centro Servizi per il Volontariato, condivisa dalla Direttrice della Casa Circondariale Luisa Mattina e dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, nelle persone della Presidente Maria Grazia Nasazzi e del Segretario Paolo Dell'Oro. Ne avevamo già parlato nell'ottobre scorso (QUI l'articolo) annunciando le due novità inaugurate quest'oggi alla presenza di tutti quei soggetti che hanno poi permesso di dare concretezza ad un'idea solo apparentemente semplice: valorizzare alcuni luoghi della struttura di Pescarenico – gravata da una evidente carenza di spazi – per rendere più dignitosa e umana l'espiazione della pena, aprendo le porte (idealmente, ma non solo) alla collettività.

E così un “non luogo” - come un tratto di corsello a ridosso del muro perimetrale – è diventato un'area verde, “attrezzata” dall'architetto Enrica Quinto che, gratuitamente come del resto Butta, si è prestata a curare l'ideazione di un angolo relax destinato al personale della Polizia Penitenziaria, di un orto “in cassetta” e di una sala incontri a cielo aperto, adatta a ospitare anche i colloqui tra i detenuti e i loro bimbi, con giochi da esterno ed un fondale – comune a tutto lo spazio – che sembra voler aprirsi sull'esterno, riprendendo il profilo del Resegone con incastonate delle “finestre” nelle quali i giovani artisti del Medardo Rosso hanno rappresentato la loro personale interpretazione del concetto di libertà, guidati da Afran, già autore anche di un murales nel cortile interno dove a loro volta anche gli ospiti della struttura hanno dipinto il loro “affaccio”, ispirati dallo stesso tema assegnato agli studenti, arrivando poi a confrontarsi con loro.


“Belli dentro”, insomma, ha portato anche i detenuti stessi a mettersi in gioco, come sottolineato dalla Direttrice, parlando di un mosaico di attività volte a valorizzare il tempo trascorso in carcere e la qualità della vita, sottolineando come il bello esista ovunque, basta saperlo cogliere in modo genuino.

41.373 euro - in parte coperto da Banca della Valsassina, Comune di Lecco, Fondazione Enrico Scola, Rotary Club Lecco, Panathlon Lecco e Ambiti Territoriali Sociali – lo stanziamento complessivo nell'ambito del Fondo Aiutiamoci istituito dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese a fine 2020 e volto ora al contrasto delle povertà, nel senso più ampio, arrivando dunque a “fare compagnia al mondo delle carceri, un mondo volutamente evitato o nascosto” come sottolineato dalla Presidente Nasazzi, pronta a continuare a sostenere la Casa Circondariale, definita “un piccolo quartiere, un condominio con delle sue regole un po' strane” dal Sindaco Mauro Gattinoni, evidenziando ancora una volta come “prendersi cura dei luoghi vuol dire prendersi cura delle persone”.

Ne è convinto il Garante, ricordando i diritti della popolazione carceraria, la responsabilità in capo ai detenuti stessi di avere cura di ciò che viene affidato loro essendo “di passaggio” e il dovere della Polizia Penitenziaria, dei servizi educativi e da ultimo della direzione di far sì che ciò che è stato realizzato venga effettivamente utilizzato, non sprecando quanto reso possibile “da una intera provincia che si è mossa” per la “sua” Casa Circondariale.

Una delle tre palestre
La palestra diffusa all'interno della Casa Circondariale di Pescarenico è realtà. Una per ogni settore, tre in tutto per permettere a chiunque lo desidera, secondo le regole proprie del carcere lecchese, di fare fitness. E fare fitness, come ha puntualizzato Roberto Butta, il professionista del settore che ha seguito da vicino l'installazione delle nuove attrezzature, è cosa diversa dal fare pratica sportiva. Fine, ma sostanziale, la differenza.

Roberto Butta
Si fa fitness, non per conseguire un risultato, ma per migliorare la persona. Ed il primo passo presuppone per l'appunto disciplina, impegno che deve diventare poi costanza, abitudine. Cambiare, insomma, anche negli stili di vita. Una cosa non da poco, soprattutto per chi si trova in stato di detenzione. “Sono sicuro che questa iniziativa darà risultati”, la chiosa di Butta, con l'auspicio condiviso da tutti coloro che hanno reso possibile la creazione della palestra diffusa, tassello – sicuramente particolarmente apprezzato dalla popolazione carceraria che, a suo modo, ne aveva manifestato la necessità – di “Belli dentro”, progetto ben più articolato e per certi versi ambizioso, nato dall'intraprendenza di Lucio Farina Garante dei diritti delle persone private della libertà personale nonché Direttore del Centro Servizi per il Volontariato, condivisa dalla Direttrice della Casa Circondariale Luisa Mattina e dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, nelle persone della Presidente Maria Grazia Nasazzi e del Segretario Paolo Dell'Oro. Ne avevamo già parlato nell'ottobre scorso (QUI l'articolo) annunciando le due novità inaugurate quest'oggi alla presenza di tutti quei soggetti che hanno poi permesso di dare concretezza ad un'idea solo apparentemente semplice: valorizzare alcuni luoghi della struttura di Pescarenico – gravata da una evidente carenza di spazi – per rendere più dignitosa e umana l'espiazione della pena, aprendo le porte (idealmente, ma non solo) alla collettività.

L'architetto Enrica Quinto mentre mostra una foto del corridoio prima dei lavori
E così un “non luogo” - come un tratto di corsello a ridosso del muro perimetrale – è diventato un'area verde, “attrezzata” dall'architetto Enrica Quinto che, gratuitamente come del resto Butta, si è prestata a curare l'ideazione di un angolo relax destinato al personale della Polizia Penitenziaria, di un orto “in cassetta” e di una sala incontri a cielo aperto, adatta a ospitare anche i colloqui tra i detenuti e i loro bimbi, con giochi da esterno ed un fondale – comune a tutto lo spazio – che sembra voler aprirsi sull'esterno, riprendendo il profilo del Resegone con incastonate delle “finestre” nelle quali i giovani artisti del Medardo Rosso hanno rappresentato la loro personale interpretazione del concetto di libertà, guidati da Afran, già autore anche di un murales nel cortile interno dove a loro volta anche gli ospiti della struttura hanno dipinto il loro “affaccio”, ispirati dallo stesso tema assegnato agli studenti, arrivando poi a confrontarsi con loro.

La nuova area verde

“Belli dentro”, insomma, ha portato anche i detenuti stessi a mettersi in gioco, come sottolineato dalla Direttrice, parlando di un mosaico di attività volte a valorizzare il tempo trascorso in carcere e la qualità della vita, sottolineando come il bello esista ovunque, basta saperlo cogliere in modo genuino.

Ideatori e finanziatori del progetto
41.373 euro - in parte coperto da Banca della Valsassina, Comune di Lecco, Fondazione Enrico Scola, Rotary Club Lecco, Panathlon Lecco e Ambiti Territoriali Sociali – lo stanziamento complessivo nell'ambito del Fondo Aiutiamoci istituito dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese a fine 2020 e volto ora al contrasto delle povertà, nel senso più ampio, arrivando dunque a “fare compagnia al mondo delle carceri, un mondo volutamente evitato o nascosto” come sottolineato dalla Presidente Nasazzi, pronta a continuare a sostenere la Casa Circondariale, definita “un piccolo quartiere, un condominio con delle sue regole un po' strane” dal Sindaco Mauro Gattinoni, evidenziando ancora una volta come “prendersi cura dei luoghi vuol dire prendersi cura delle persone”.

Ne è convinto il Garante, ricordando i diritti della popolazione carceraria, la responsabilità in capo ai detenuti stessi di avere cura di ciò che viene affidato loro essendo “di passaggio” e il dovere della Polizia Penitenziaria, dei servizi educativi e da ultimo della direzione di far sì che ciò che è stato realizzato venga effettivamente utilizzato, non sprecando quanto reso possibile “da una intera provincia che si è mossa” per la “sua” Casa Circondariale.
A.M.