Colico: minacce e lesioni alla compagna, 15 mesi per un 40enne
Un anno e 3 mesi di reclusione è la pena oggi comminata dal giudice Bianca Maria Bianchi per un uomo residente a Colico (classe '85), accusato dalla Procura della Repubblica di Lecco di aver perpetrato una serie di condotte lesive nei confronti della ex compagna (oggi presente in aula in qualità di parte civile). Atti persecutori e lesioni sono i reati ad oggi contestati, risalenti al periodo della rottura fra i due nell'estate del 2021.
Le parti avevano già formulato le proprie richieste nella scorsa udienza, oggi rinnovate previa l'escussione di un ultimo teste (voluto dal giudice ex art 507 del codice di procedura penale): 6 anni di reclusione era stata la richiesta di condanna avanzata dalla pubblica accusa (il vpo Mattia Mascaro), che aveva ritenuto provata in fase di istruttoria dibattimentale la colpevolezza dell'imputato per tutti i reati in rubrica.
Come ricordato anche oggi dall'avvocato di parte civile (l'avvocato Federica Giletta), da quel periodo la donna, che nel frattempo aveva sviluppato una sindrome da stress post traumatico ed ansia, ne sarebbe uscita solo dopo un percorso di sostegno psicologico.
Era agosto del 2021 quando la donna era entrata al pronto soccorso dell'Ospedale San Gerardo di Monza coperta di lividi, dopo, secondo quanto denunciato, essere stata malmenata dal compagno: le sarebbero state refertate lesioni guaribili in 10 giorni.
La persona offesa ha anche ricostruito altri e diversi episodi in cui sarebbe stata vittima dell'uomo: insulti continui e le minacce, il controllo incessante del cellulare, fino ad arrivare ai rapporti intimi forzati.
Fatti che nella donna, una volta terminata la relazione, avrebbero comportato forti ripercussioni sulla vita sociale e professionale (si sarebbe infatti licenziata dal posto di lavoro e avrebbe deciso di trasferirsi per paura di essere rintracciata dall'ex): motivo per cui la parte civile ha chiesto la condanna e il risarcimento per 30 mila euro al quarantenne.
Di contro, l'avvocato William Limuti del foro di Sondrio ha cercato di smontare punto per punto le accuse, chiedendo infine l'assoluzione per il proprio assistito con formula “perchè il fatto non sussiste”.
Dopo una lunga camera di consiglio il giudice ha condannato l'imputato, oltre che alla pena detentiva, al pagamento di una somma risarcitoria (da quantificarsi in sede civile) e di una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 5.000 euro.
In sentenza la dottoressa Bianchi ha derubricato il reato in contestazione dello stalking, per riqualificarlo in danneggiamento (art 635 del codice penale) e minacce (articolo 612).
Le parti avevano già formulato le proprie richieste nella scorsa udienza, oggi rinnovate previa l'escussione di un ultimo teste (voluto dal giudice ex art 507 del codice di procedura penale): 6 anni di reclusione era stata la richiesta di condanna avanzata dalla pubblica accusa (il vpo Mattia Mascaro), che aveva ritenuto provata in fase di istruttoria dibattimentale la colpevolezza dell'imputato per tutti i reati in rubrica.
Come ricordato anche oggi dall'avvocato di parte civile (l'avvocato Federica Giletta), da quel periodo la donna, che nel frattempo aveva sviluppato una sindrome da stress post traumatico ed ansia, ne sarebbe uscita solo dopo un percorso di sostegno psicologico.
Era agosto del 2021 quando la donna era entrata al pronto soccorso dell'Ospedale San Gerardo di Monza coperta di lividi, dopo, secondo quanto denunciato, essere stata malmenata dal compagno: le sarebbero state refertate lesioni guaribili in 10 giorni.
La persona offesa ha anche ricostruito altri e diversi episodi in cui sarebbe stata vittima dell'uomo: insulti continui e le minacce, il controllo incessante del cellulare, fino ad arrivare ai rapporti intimi forzati.
Fatti che nella donna, una volta terminata la relazione, avrebbero comportato forti ripercussioni sulla vita sociale e professionale (si sarebbe infatti licenziata dal posto di lavoro e avrebbe deciso di trasferirsi per paura di essere rintracciata dall'ex): motivo per cui la parte civile ha chiesto la condanna e il risarcimento per 30 mila euro al quarantenne.
Di contro, l'avvocato William Limuti del foro di Sondrio ha cercato di smontare punto per punto le accuse, chiedendo infine l'assoluzione per il proprio assistito con formula “perchè il fatto non sussiste”.
Dopo una lunga camera di consiglio il giudice ha condannato l'imputato, oltre che alla pena detentiva, al pagamento di una somma risarcitoria (da quantificarsi in sede civile) e di una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 5.000 euro.
In sentenza la dottoressa Bianchi ha derubricato il reato in contestazione dello stalking, per riqualificarlo in danneggiamento (art 635 del codice penale) e minacce (articolo 612).
F.F.