Abbadia, scontro fatale ad un centauro: il PM chiede 8 mesi per l'uomo che guidava l'auto
Otto mesi di reclusione. E' la richiesta di condanna avanzata stamani in tribunale a Lecco dal vice procuratore onorario Mattia Mascaro, nei confronti di I.G., il conducente dell'autovettura coinvolta nel sinistro stradale nel quale - il 29 giugno 2023 ad Abbadia Lariana - perse la vita Manuel Pistoia, 26enne residente a Concorezzo (Monza e Brianza).
Fatale al giovane brianzolo, che viaggiava in sella alla sua due ruote in direzione Mandello, fu l'impatto con un veicolo in fase di svolta verso Via Di Vittorio; una vicenda tragica di cui anche stamani si è brevemente discusso in Tribunale a Lecco, nell'ambito del procedimento penale nei confronti del conducente della Volkswagen Tiguan, chiamato a rispondere di omicidio stradale (art.589 cp).
Esaurita l'istruttoria dibattimentale la scorsa udienza, quando al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi, erano sfilati i consulenti della Procura e della difesa, stamani la parola è passata alle parti per la discussione finale.
Il vpo Mascaro, pur riconoscendo all'imputato le attenuanti generiche e l'avvenuto risarcimento del danno ai familiari della vittima, ha ritenuto come, alla base del sinistro, vi fosse un concorso di colpa. Da un lato l'elevata velocità del motociclista, dall'altro la manovra messa in atto dall'uomo al volante dell'auto, che nell'affrontare una svolta a sinistra era impattato contro il giovane brianzolo che procedeva in direzione Mandello. Uno scontro violentissimo, rivelatosi purtroppo fatale al giovane centauro. Disarcionato dalla due ruote - a seguito forse di una violenta frenata - Manuel Pistoia avrebbe colpito l'angolo posteriore destro della Tiguan, all'altezza dello pneumatico. Un impatto risultato fatale al 26enne.
Di parere opposto rispetto al pubblico ministero, l'avvocato Stefano Pelizzari del Foro di Lecco che nella sua arringa si è battuto per l'assoluzione del proprio assistito. La toga ha ricordato la velocità di marcia - superiore al doppio rispetto al limite consentito su quell'arteria - tenuta dal 26enne. Una condotta differente - a detta del legale - avrebbe probabilmente fornito un altro esito al sinistro.
Il difensore ha poi evidenziato la scarsa esperienza di Pistoia in sella a quel motociclo, prestatogli da un familiare, con il quale probabilmente non aveva sufficiente confidenza.
Per quel che riguarda invece la posizione del proprio assistito, l'avvocato Pelizzari ha evidenziato come l'urto tra i due veicoli si fosse verificato a manovra di svolta quasi ultimata. ''Per l'imputato era difficile stabilire la velocità di marcia del motociclista'' ha detto il difensore, secondo il quale l'automobilista non avrebbe potuto adottare alcun comportamento alternativo, anche perchè il 26enne non era ancora nel suo campo visivo quando aveva impostato la manovra di svolta.
In conclusione del proprio intervento il legale lecchese ha chiesto l'assoluzione di I.G. ''perchè il fatto non sussiste''.
Si torna in Aula il prossimo 17 giugno per eventuali repliche e per la sentenza finale.
Fatale al giovane brianzolo, che viaggiava in sella alla sua due ruote in direzione Mandello, fu l'impatto con un veicolo in fase di svolta verso Via Di Vittorio; una vicenda tragica di cui anche stamani si è brevemente discusso in Tribunale a Lecco, nell'ambito del procedimento penale nei confronti del conducente della Volkswagen Tiguan, chiamato a rispondere di omicidio stradale (art.589 cp).

Il vpo Mascaro, pur riconoscendo all'imputato le attenuanti generiche e l'avvenuto risarcimento del danno ai familiari della vittima, ha ritenuto come, alla base del sinistro, vi fosse un concorso di colpa. Da un lato l'elevata velocità del motociclista, dall'altro la manovra messa in atto dall'uomo al volante dell'auto, che nell'affrontare una svolta a sinistra era impattato contro il giovane brianzolo che procedeva in direzione Mandello. Uno scontro violentissimo, rivelatosi purtroppo fatale al giovane centauro. Disarcionato dalla due ruote - a seguito forse di una violenta frenata - Manuel Pistoia avrebbe colpito l'angolo posteriore destro della Tiguan, all'altezza dello pneumatico. Un impatto risultato fatale al 26enne.
Di parere opposto rispetto al pubblico ministero, l'avvocato Stefano Pelizzari del Foro di Lecco che nella sua arringa si è battuto per l'assoluzione del proprio assistito. La toga ha ricordato la velocità di marcia - superiore al doppio rispetto al limite consentito su quell'arteria - tenuta dal 26enne. Una condotta differente - a detta del legale - avrebbe probabilmente fornito un altro esito al sinistro.
Il difensore ha poi evidenziato la scarsa esperienza di Pistoia in sella a quel motociclo, prestatogli da un familiare, con il quale probabilmente non aveva sufficiente confidenza.
Per quel che riguarda invece la posizione del proprio assistito, l'avvocato Pelizzari ha evidenziato come l'urto tra i due veicoli si fosse verificato a manovra di svolta quasi ultimata. ''Per l'imputato era difficile stabilire la velocità di marcia del motociclista'' ha detto il difensore, secondo il quale l'automobilista non avrebbe potuto adottare alcun comportamento alternativo, anche perchè il 26enne non era ancora nel suo campo visivo quando aveva impostato la manovra di svolta.
In conclusione del proprio intervento il legale lecchese ha chiesto l'assoluzione di I.G. ''perchè il fatto non sussiste''.
Si torna in Aula il prossimo 17 giugno per eventuali repliche e per la sentenza finale.
G.C.