Da Margno alla Polonia: il giovane Victor Manzoni espone la sua prima mostra personale a Cracovia
Sono circa 900 chilometri in linea d’aria quelli che separano Margno e Cracovia. 900 chilometri che raccontano del percorso che ha portato l’artista venticinquenne Victor Manzoni, originario del paesino dell’Alta Valle, ad esporre la sua prima mostra personale presso la Galeria Baszta (nella città polacca, per l’appunto).

Un viaggio artistico che ha visto Victor frequentare prima il Liceo Medardo Rosso a Lecco, per poi conseguire la laurea triennale presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera, a Milano.
Attualmente, il margnese sta invece svolgendo il master biennale in “Intermedia”, del quale sta frequentando il secondo anno presso l'Accademia di Belle Arti Jan Matejko di Cracovia, tramite il programma Erasmus. Nell’ambito di questa esperienza in suolo polacco, è stato l’incontro – praticamente casuale – con la curatrice d’arte ucraina Mariia Varylgina a spianare la strada alla prima esposizione personale di Victor, inaugurata lo scorso giovedì 22 maggio. Location, come accennato, la suggestiva Galeria Baszta di Cracovia, uno spazio polifunzionale di recente costruzione sorto intorno alle rovine di un’antica torre locata lungo la cinta muraria che circondava la città.
“É un luogo decisamente affascinante, anche se un po’ fuori mano” ci ha raccontato Victor, mentre si dichiarava “soddisfatto del riscontro di pubblico che abbiamo avuto in occasione dell’apertura della mostra”, con numerosi appassionati che hanno visitato “All the love back home” – questo il titolo dell’esposizione – lasciandosi affascinare e coinvolgere dalle creazioni dell’artista valsassinese.
“Coinvolgere”, è questa la parola chiave per descrivere la mostra di Victor, un'installazione audiovisiva interattiva, grazie alla quale ogni visitatore può scegliere come connettersi con il proprio io interiore, toccando le pareti dotate di sensori della Galeria Baszta e innescando ogni volta risposte sonore e visive uniche.
“Una mostra partecipativa è in grado di coinvolgere le persone, anche chi magari con l’arte difficilmente interagisce o all’arte raramente si interessa” ci ha spiegato ancora Victor, sottolineando inoltre che “all’interno dell’esposizione, c’era un’installazione con dei pezzi unici che era possibile portare a casa. E quando dai alle persone la possibilità di portarsi a casa qualcosa di materiale, oltre all’esperienza, è sempre un valore aggiunto”.

“Devo dire – ha aggiunto ancora l’artista margnese – che la Galeria Baszta si è prestata molto bene all’idea di creare uno spazio avvolgente e in grado di ospitare un’esperienza a tutto tondo (audio, visiva e tattile), in quanto diversa dal solito ‘white box’ di molte mostre”. Offrendo un’esperienza alternativa, che va oltre la tradizionale modalità di fruizione dell’arte, la mostra è riuscita “a fare presa sulle persone, offrendo degli spunti per mettersi in discussione”.

Addentrandoci un po’ più nello specifico, All the love back home è “un progetto esistenziale che riflette sui legami familiari come struttura primordiale dell'esperienza umana. Attraverso una narrazione polifonica, Manzoni intreccia le voci delle generazioni: come le ricorda, ciò che percepisce in esse e quelle a cui, per qualche ragione, continua a tornare. La mostra affronta l'esperienza personale plasmata dai legami familiari e ci ricorda l'importanza di rimanere in contatto con quella parte di noi stessi che porta con sé il legame con la nostra stirpe. In quest'opera, la discendenza appare come qualcosa di sfuggente, apparentemente in dissolvenza, eppure in realtà è la cerchia familiare – la matrice del proprio mondo originario – a far girare silenziosamente le ruote del tempo”.
Un tema che riflette perfettamente il vissuto personale dell’artista, “così lontano da casa, eppure sempre così vicino in tutto il bagaglio di esperienze, affetti, ricordi che mi porto dietro e continuano a plasmare il mio vivere presente e futuro”.

Futuro che certamente riserverà altre grandi soddisfazioni per Victor, il quale si appresta a terminare il suo percorso di studi in suolo polacco, per poi tornare a Milano, oltre che… nella sua amata Margno.

Un viaggio artistico che ha visto Victor frequentare prima il Liceo Medardo Rosso a Lecco, per poi conseguire la laurea triennale presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera, a Milano.

Victor Manzoni
Attualmente, il margnese sta invece svolgendo il master biennale in “Intermedia”, del quale sta frequentando il secondo anno presso l'Accademia di Belle Arti Jan Matejko di Cracovia, tramite il programma Erasmus. Nell’ambito di questa esperienza in suolo polacco, è stato l’incontro – praticamente casuale – con la curatrice d’arte ucraina Mariia Varylgina a spianare la strada alla prima esposizione personale di Victor, inaugurata lo scorso giovedì 22 maggio. Location, come accennato, la suggestiva Galeria Baszta di Cracovia, uno spazio polifunzionale di recente costruzione sorto intorno alle rovine di un’antica torre locata lungo la cinta muraria che circondava la città.




“Devo dire – ha aggiunto ancora l’artista margnese – che la Galeria Baszta si è prestata molto bene all’idea di creare uno spazio avvolgente e in grado di ospitare un’esperienza a tutto tondo (audio, visiva e tattile), in quanto diversa dal solito ‘white box’ di molte mostre”. Offrendo un’esperienza alternativa, che va oltre la tradizionale modalità di fruizione dell’arte, la mostra è riuscita “a fare presa sulle persone, offrendo degli spunti per mettersi in discussione”.

Addentrandoci un po’ più nello specifico, All the love back home è “un progetto esistenziale che riflette sui legami familiari come struttura primordiale dell'esperienza umana. Attraverso una narrazione polifonica, Manzoni intreccia le voci delle generazioni: come le ricorda, ciò che percepisce in esse e quelle a cui, per qualche ragione, continua a tornare. La mostra affronta l'esperienza personale plasmata dai legami familiari e ci ricorda l'importanza di rimanere in contatto con quella parte di noi stessi che porta con sé il legame con la nostra stirpe. In quest'opera, la discendenza appare come qualcosa di sfuggente, apparentemente in dissolvenza, eppure in realtà è la cerchia familiare – la matrice del proprio mondo originario – a far girare silenziosamente le ruote del tempo”.


Futuro che certamente riserverà altre grandi soddisfazioni per Victor, il quale si appresta a terminare il suo percorso di studi in suolo polacco, per poi tornare a Milano, oltre che… nella sua amata Margno.
A.Te.