PAROLE CHE PARLANO/231

Palestra

 Ce la ricordiamo dai tempi della scuola e magari ne frequentiamo ancora qualcuna per mantenerci in forma. La parola palestra deriva dal greco palaistra, termine che indicava il luogo dedicato alla lotta: pálein significa infatti “lottare”. In origine, la palaistra era un’area specifica della gymnasion (da gymnos, “nudo”, poiché gli atleti si esercitavano senza vestiti, secondo l’usanza greca dell’epoca), destinata agli allenamenti fisici e all’educazione dei giovani, con particolare attenzione alla lotta, disciplina di grande prestigio nelle competizioni olimpiche.

La parola passò in seguito al latino, divenendo palaestra e mantenendo lo stesso significato: spazio per l’allenamento fisico.

Nel corso dei secoli, tuttavia, il termine ha ampliato la sua portata semantica, arrivando a designare non solo i luoghi destinati all’esercizio fisico, ma anche, in senso metaforico, qualsiasi ambiente o esperienza che funzioni come un “campo di addestramento” per sviluppare abilità e competenze.

In italiano, espressioni come le difficoltà sono palestra di vita o la scuola è una palestra per la mente testimoniano l’uso traslato della parola, sottolineando il significato di preparazione e miglioramento continuo.

L’idea della palestra come luogo di crescita, quindi, non è solo fisica, ma anche intellettuale e morale. Già Quintiliano affermava che un buon oratore doveva trovare nella la scuola la palestra della sua formazione.

In tempi più recenti, autori e pensatori hanno utilizzato la metafora della palestra per descrivere il processo di formazione personale. Esiste un’opera di George Orwell “Letteratura palestra di libertà” in cui sono raccolti suoi scritti degli anni ’30 e ’40 nei quali l’autore affronta il senso della letteratura e del rapporto con i libri, unendo la rievocazione di episodi personali a riflessioni sulla propria opera e quella di altri artisti.

Rubrica a cura di Dino Ticli
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