Lecco, 2 Giugno: la "contromanifestazione" in città, senza tensioni
“Oggi non è la festa delle forze armate, ma quella degli antifascisti. Noi siamo con loro e, per esserlo, siamo anche antimilitaristi e antisionisti”.
Questa mattina, in concomitanza alla consueta iniziativa istituzionale per il 2 Giugno, le strade del capoluogo si sono tinte di nero, rosso, bianco e verde per la contromanifestazione organizzata dall’Assemblea preminente contro le guerre di Lecco.


Il corteo pacifico si è avviato verso le 10:40 da Largo Montenero e ha visto la partecipazione di un buon numero di persone, molte delle quale con la bandiera palestinese tra le mani o sulle spalle. Ad aprire il serpentone striscioni anti-militarizzazione.


“L’obiettivo di oggi è dare vita ad un momento di confronto dal quale ci auspichiamo possano emergere nuove idee e proposte per le lotte anti-militariste in divenire” così è stato detto, con la camminata interrotta poi a più riprese per gli interventi di diverse realtà, tra cui Milano per la Palestina, Assemblea contro la guerra e la repressione di Genova e l’Assemblea contro la guerra provincia di Varese.


La denuncia dei manifestanti è stata chiara e ha raccontato quanto sta avvenendo nel nostro Paese: “L’Italia è uno stato in guerra, fatto testimoniato dal livello di militarizzazione interna. Vi sono sempre più leggi che legittimano lo Stato a dotarsi di nuovi strumenti legislativi e tecnologici verso chiunque si ribelli, anche in modo non conflittuale, evidente con l’aumento della violenza poliziesca. Lo dimostra - è stato detto ancora - anche il piano per il riarmo europeo rinominato Prontezza 2030 per il quale gli Stati di prefiggono di investire cifre astronomiche. Ciò, ancora, viene testimoniato dagli innumerevoli investimenti in ricerca sul tema da parte di università in collaborazione con aziende che producono nel settore militare”.


Anche la provincia lecchese è stata presa a bersaglio con l'elencazione, sui volantini distribuiti, delle aziende o esplicitamente belliche o di quelle che, in qualche modo, vi contribuiscono con l'esportazione di materiali, manufatti, strumentazioni di ultima generazione.



Il corteo percorrendo via Marco d'Oggiono, via Digione, Via Amendola, Corso Martiri della Liberazione, Corso Carlo Alberto e Via Guado ha raggiunto il parchetto Avis di Pescarenico per il proseguo della manifestazione, con pranzo e interventi conclusivi.
A scortare il serpentone una nutrita schiera di appartenenti alle forze dell'ordine, con gli operanti che hanno vigilato sul regolare svolgimento e che non ci fossero tensioni, chiudendo anche l'accesso di alcune strade.
Questa mattina, in concomitanza alla consueta iniziativa istituzionale per il 2 Giugno, le strade del capoluogo si sono tinte di nero, rosso, bianco e verde per la contromanifestazione organizzata dall’Assemblea preminente contro le guerre di Lecco.



Il corteo pacifico si è avviato verso le 10:40 da Largo Montenero e ha visto la partecipazione di un buon numero di persone, molte delle quale con la bandiera palestinese tra le mani o sulle spalle. Ad aprire il serpentone striscioni anti-militarizzazione.


“L’obiettivo di oggi è dare vita ad un momento di confronto dal quale ci auspichiamo possano emergere nuove idee e proposte per le lotte anti-militariste in divenire” così è stato detto, con la camminata interrotta poi a più riprese per gli interventi di diverse realtà, tra cui Milano per la Palestina, Assemblea contro la guerra e la repressione di Genova e l’Assemblea contro la guerra provincia di Varese.


La denuncia dei manifestanti è stata chiara e ha raccontato quanto sta avvenendo nel nostro Paese: “L’Italia è uno stato in guerra, fatto testimoniato dal livello di militarizzazione interna. Vi sono sempre più leggi che legittimano lo Stato a dotarsi di nuovi strumenti legislativi e tecnologici verso chiunque si ribelli, anche in modo non conflittuale, evidente con l’aumento della violenza poliziesca. Lo dimostra - è stato detto ancora - anche il piano per il riarmo europeo rinominato Prontezza 2030 per il quale gli Stati di prefiggono di investire cifre astronomiche. Ciò, ancora, viene testimoniato dagli innumerevoli investimenti in ricerca sul tema da parte di università in collaborazione con aziende che producono nel settore militare”.


Anche la provincia lecchese è stata presa a bersaglio con l'elencazione, sui volantini distribuiti, delle aziende o esplicitamente belliche o di quelle che, in qualche modo, vi contribuiscono con l'esportazione di materiali, manufatti, strumentazioni di ultima generazione.



Il corteo percorrendo via Marco d'Oggiono, via Digione, Via Amendola, Corso Martiri della Liberazione, Corso Carlo Alberto e Via Guado ha raggiunto il parchetto Avis di Pescarenico per il proseguo della manifestazione, con pranzo e interventi conclusivi.
A scortare il serpentone una nutrita schiera di appartenenti alle forze dell'ordine, con gli operanti che hanno vigilato sul regolare svolgimento e che non ci fossero tensioni, chiudendo anche l'accesso di alcune strade.
M.E.