Lecco: festa della Repubblica. Consegnate 5 onorificenze
Grande cerimonia in centro a Lecco nella mattinata di lunedì 2 giugno in occasione del 79° anniversario della Festa della Repubblica. Come da tradizione i festeggiamenti organizzati dalla Prefettura, che hanno visto la partecipazione di numerosi primi cittadini della provincia, autorità politiche, militari e rappresentanti di associazioni, è iniziata con il solenne rito di l’alzabandiera in piazza Cermenati, sotto le note delle trombe della Fanfara “Bersagliere Guglielmo Colombo” di Lecco che, diretta dal capo fanfara Luca Losa, ha suonato l’Inno d’Italia.


Issati il tricolore e la bandiera dell’Europa al cielo, la cerimonia è proseguita in piazza Garibaldi, dove era stato allestito il palco. La Fanfara ha suonato nuovamente l’Inno di Mameli, questa volta cantato dai giovani alunni dell’istituto comprensivo Lecco 3.

Quindi sono iniziati i discorsi delle autorità, con la vicesindaca del Comune di Lecco, Simona Piazza, che ha portato i saluti del sindaco Mauro Gattioni e di tutta l’amministrazione. “Celebrare oggi la nascita della Repubblica non è solo un gesto di memoria, ma un esercizio di responsabilità collettiva – ha detto – Ricordiamo il 2 giugno 1946 non solo come il giorno in cui l’Italia scelse tra Monarchia e Repubblica, ma come il momento fondativo di un nuovo patto civile, sociale e democratico, un patto che vide per la prima volta le donne protagoniste del processo democratico. Un patto ci impegna ogni giorno a costruire un paese più giusto, più libero e più coeso”. Piazza ha proseguito ricordando la “chiamata” alle urne per il prossimo fine settimana, rivolgendosi ai più giovani: “Non lasciate che siano altri a decidere per voi, il vostro voto è un seme di futuro, non fatevi allora scoraggiare dal disincanto e dall’indifferenza perché la democrazia si nutre nella vostra voce, del vostro sguardo critico, della vostra energia e della vostra intelligenza”. Per concludere (CLICCA QUI per il testo integrale), citando la scrittrice partigiana Tina Anselmi, prima donna ministro della Repubblica Italiana, ha detto: “Capì allora che per cambiare il mondo bisognava esserci. Ecco, oggi siamo qui per esserci”.


La parola è passata quindi a Mattia Micheli, vicepresidente della Provincia di Lecco, che ha voluto ricordare il 30° anniversario dell’ente che ricorre quest’anno. “Questo traguardo rappresenta un patrimonio culturale e identitario che non dobbiamo disperdere. La festa della Repubblica non è solo una ricorrenza, ma un’occasione per riflettere sul significato delle istituzioni e sull’importanza della partecipazione e la celebrazione della nostra identità nazionale, della libertà conquistata, dei diritti garantiti e dei doveri che ci uniscono come cittadini. La forza dell’Italia risiede nelle donne e negli uomini che ogni giorno, grazie alla Repubblica hanno la libertà di pensare, agire, comunicare, credere, interrogarsi e sognare”.


È stata quindi data lettura del messaggio scritto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e infine la parola è passata al Prefetto lecchese, Sergio Pomponio, che ha invitato a un’espressione di fierezza per l’appartenenza identitaria a una nazione e un paese che “ha contribuito con l’ingegno, l’entusiasmo, la cultura, la dedizione, il lavoro e la passione dei suoi figli al progresso dell’Europa, dell’Occidente e del mondo intero”. “Fedeltà ai valori della repubblica, incarnati e proclamati fin dal 1° gennaio del 1948 dalla Carta Costituzionale sono baluardo di libertà e democrazia” ha proseguito, rinnovando poi sentimenti di stima e gratitudine verso l’intera comunità Lecchese.
Nel suo lungo discorso (CLICCA QUI per il testo integrale) il Prefetto ha toccato diversi argomenti, dai conflitti mondiali in corso alla cura verso i più fragili, mettendo in risalto e ringraziando tutte le istituzioni pubbliche e private, e ciascuno dei loro componenti che spesso a titolo personale e con altruismo si prodigano per comprendere, affrontare e contribuire a risolvere le necessità delle persone confinate nell’anonimato. “La sicurezza pubblica si persegue dapprima attraverso l’identificazione e la cura del bisogno, il riconoscimento della dignità umana”. Sua Eccellenza ha quindi posto l’attenzione alla fase storica che siamo vivendo, affermando che è proprio questa a imporci “una scelta non negoziabile, ovvero la partecipazione attiva e responsabile alla vita democratica e alle istituzioni della Repubblica”.
Per terminare con una nota di ottimismo, il Prefetto Pomponio ha ricordato che quest’anno ricorre l’8° centenario della Composizione del Cantico di Frate Sole. “Frate Francesco quando lo conclude è ormai cieco, ma non si stanca di lodare il buon Signore ed è in grado di contemplarle con la gratitudine e con il cuore di chi sa di aver ricevuto tutto in dono la grandezza del creato. Per questo vedo nel Cantico non soltanto l’espressione di una visione idilliaca del mondo, ma il risultato finale di una vita spesa per gli altri”.
La cerimonia è quindi proseguita con la consegna di cinque Onorificenze di Cavaliere all’Ordine del Merito della Repubblica Italiana. La prima è andata ad Augusto Giuseppe Amanti di Barzio, particolarmente attivo nella ricerca negli archivi di Stato dei documenti necessari per l’attribuzione delle medaglie agli IMI del nostro territorio.

Sul palco per premiarlo insieme al Prefetto anche l’assessore alla Cultura del Comune di Barzio, Cesare Canepari. Amanti ha fatto in modo che negli ultimi anni siano state portate diverse Pietre d’inciampo nel lecchese. Le ultime a Ballabio saranno posate il 14 giugno.

La seconda onorificenza è andata a Fabio Dadati, imprenditore che da oltre 15 anni contribuisce significativamente alla crescita turistica e allo sviluppo economico del territorio Lariano, dapprima come amministratore provinciale e poi come rappresentante delle associazioni di categoria. Nel 2018 ha fondato il Consorzio Albergatori Lecchesi, di cui è presidente, e nel 2019 la Camera di Commercio di Como e Lecco l’ha nominato presidente della Fondazione Lariofiere.

Il terzo prestigioso riconoscimento è andato all’ex sindaco di Lierna, Silvano Stefanoni, giunto sul palco con l’attuale prima cittadina, Simonetta Costantini, che insieme al Prefetto l’ha premiato. Stefanoni si è sempre distinto per impegno, passione e dedizione come amministratore pubblico ed è presidente della Federazione delle Associazioni delle persone con disabilità, un punto di riferimento per molte associazioni di volontariato del territorio. È fortemente impegnato a sostegno dei diritti di ogni cittadino con disabilità.

È stato quindi chiamato sul palco Matteo Selva, co-fondatore della centrale del 118 di Lecco, un progetto pilota nato nel settembre del 1998 per dotare la neonata provincia del proprio sistema di soccorso sanitario territoriale. Selva, premiato dal sindaco di Valmadrera Cesare Colombo, è membro del gruppo di lavoro Maxi-Emergenze di Regione Lombardia ed è docente per Areu Lombardia. Si è formato all’Università di Tel Aviv.

L’ultima onorificenza è andata all'Alpino Mario Nasatti, capogruppo della sezione delle penne nere di Valmadrera e presidente della Federazione di Lecco dell’Istituto Nastro Azzurro. Sfortunatamente assente per motivi di salute, Nasatti è stato rappresentato dai figli Bruno e Davide, che hanno ritirato per lui il riconoscimento.

A chiudere la cerimonia è stata la consegna – non prevista da programma, poiché giunta all’ultimo – delle miniature dello stemma del gonfalone del Comune di La Valletta Brianza e il relativo decreto del presidente dei Ministri. A ritirarle è stato il sindaco Marco Panzeri.
Prima di congedarsi, i fiati della Fanfara di Lecco hanno deliziato il pubblico con gli ultimi brani.


Issati il tricolore e la bandiera dell’Europa al cielo, la cerimonia è proseguita in piazza Garibaldi, dove era stato allestito il palco. La Fanfara ha suonato nuovamente l’Inno di Mameli, questa volta cantato dai giovani alunni dell’istituto comprensivo Lecco 3.


La vicesindaca di LeccoSimona Piazza
Quindi sono iniziati i discorsi delle autorità, con la vicesindaca del Comune di Lecco, Simona Piazza, che ha portato i saluti del sindaco Mauro Gattioni e di tutta l’amministrazione. “Celebrare oggi la nascita della Repubblica non è solo un gesto di memoria, ma un esercizio di responsabilità collettiva – ha detto – Ricordiamo il 2 giugno 1946 non solo come il giorno in cui l’Italia scelse tra Monarchia e Repubblica, ma come il momento fondativo di un nuovo patto civile, sociale e democratico, un patto che vide per la prima volta le donne protagoniste del processo democratico. Un patto ci impegna ogni giorno a costruire un paese più giusto, più libero e più coeso”. Piazza ha proseguito ricordando la “chiamata” alle urne per il prossimo fine settimana, rivolgendosi ai più giovani: “Non lasciate che siano altri a decidere per voi, il vostro voto è un seme di futuro, non fatevi allora scoraggiare dal disincanto e dall’indifferenza perché la democrazia si nutre nella vostra voce, del vostro sguardo critico, della vostra energia e della vostra intelligenza”. Per concludere (CLICCA QUI per il testo integrale), citando la scrittrice partigiana Tina Anselmi, prima donna ministro della Repubblica Italiana, ha detto: “Capì allora che per cambiare il mondo bisognava esserci. Ecco, oggi siamo qui per esserci”.


Il vicepresidente della Provincia Mattia Micheli
La parola è passata quindi a Mattia Micheli, vicepresidente della Provincia di Lecco, che ha voluto ricordare il 30° anniversario dell’ente che ricorre quest’anno. “Questo traguardo rappresenta un patrimonio culturale e identitario che non dobbiamo disperdere. La festa della Repubblica non è solo una ricorrenza, ma un’occasione per riflettere sul significato delle istituzioni e sull’importanza della partecipazione e la celebrazione della nostra identità nazionale, della libertà conquistata, dei diritti garantiti e dei doveri che ci uniscono come cittadini. La forza dell’Italia risiede nelle donne e negli uomini che ogni giorno, grazie alla Repubblica hanno la libertà di pensare, agire, comunicare, credere, interrogarsi e sognare”.


Il Prefetto Sergio Pomponio
È stata quindi data lettura del messaggio scritto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e infine la parola è passata al Prefetto lecchese, Sergio Pomponio, che ha invitato a un’espressione di fierezza per l’appartenenza identitaria a una nazione e un paese che “ha contribuito con l’ingegno, l’entusiasmo, la cultura, la dedizione, il lavoro e la passione dei suoi figli al progresso dell’Europa, dell’Occidente e del mondo intero”. “Fedeltà ai valori della repubblica, incarnati e proclamati fin dal 1° gennaio del 1948 dalla Carta Costituzionale sono baluardo di libertà e democrazia” ha proseguito, rinnovando poi sentimenti di stima e gratitudine verso l’intera comunità Lecchese.
Nel suo lungo discorso (CLICCA QUI per il testo integrale) il Prefetto ha toccato diversi argomenti, dai conflitti mondiali in corso alla cura verso i più fragili, mettendo in risalto e ringraziando tutte le istituzioni pubbliche e private, e ciascuno dei loro componenti che spesso a titolo personale e con altruismo si prodigano per comprendere, affrontare e contribuire a risolvere le necessità delle persone confinate nell’anonimato. “La sicurezza pubblica si persegue dapprima attraverso l’identificazione e la cura del bisogno, il riconoscimento della dignità umana”. Sua Eccellenza ha quindi posto l’attenzione alla fase storica che siamo vivendo, affermando che è proprio questa a imporci “una scelta non negoziabile, ovvero la partecipazione attiva e responsabile alla vita democratica e alle istituzioni della Repubblica”.
Per terminare con una nota di ottimismo, il Prefetto Pomponio ha ricordato che quest’anno ricorre l’8° centenario della Composizione del Cantico di Frate Sole. “Frate Francesco quando lo conclude è ormai cieco, ma non si stanca di lodare il buon Signore ed è in grado di contemplarle con la gratitudine e con il cuore di chi sa di aver ricevuto tutto in dono la grandezza del creato. Per questo vedo nel Cantico non soltanto l’espressione di una visione idilliaca del mondo, ma il risultato finale di una vita spesa per gli altri”.

Giuseppe Augusto Amanti
Sul palco per premiarlo insieme al Prefetto anche l’assessore alla Cultura del Comune di Barzio, Cesare Canepari. Amanti ha fatto in modo che negli ultimi anni siano state portate diverse Pietre d’inciampo nel lecchese. Le ultime a Ballabio saranno posate il 14 giugno.

Fabio Dadati
La seconda onorificenza è andata a Fabio Dadati, imprenditore che da oltre 15 anni contribuisce significativamente alla crescita turistica e allo sviluppo economico del territorio Lariano, dapprima come amministratore provinciale e poi come rappresentante delle associazioni di categoria. Nel 2018 ha fondato il Consorzio Albergatori Lecchesi, di cui è presidente, e nel 2019 la Camera di Commercio di Como e Lecco l’ha nominato presidente della Fondazione Lariofiere.

Silvano Stefanoni
Il terzo prestigioso riconoscimento è andato all’ex sindaco di Lierna, Silvano Stefanoni, giunto sul palco con l’attuale prima cittadina, Simonetta Costantini, che insieme al Prefetto l’ha premiato. Stefanoni si è sempre distinto per impegno, passione e dedizione come amministratore pubblico ed è presidente della Federazione delle Associazioni delle persone con disabilità, un punto di riferimento per molte associazioni di volontariato del territorio. È fortemente impegnato a sostegno dei diritti di ogni cittadino con disabilità.

Matteo Selva
È stato quindi chiamato sul palco Matteo Selva, co-fondatore della centrale del 118 di Lecco, un progetto pilota nato nel settembre del 1998 per dotare la neonata provincia del proprio sistema di soccorso sanitario territoriale. Selva, premiato dal sindaco di Valmadrera Cesare Colombo, è membro del gruppo di lavoro Maxi-Emergenze di Regione Lombardia ed è docente per Areu Lombardia. Si è formato all’Università di Tel Aviv.

I figli di Mario Nasatti
L’ultima onorificenza è andata all'Alpino Mario Nasatti, capogruppo della sezione delle penne nere di Valmadrera e presidente della Federazione di Lecco dell’Istituto Nastro Azzurro. Sfortunatamente assente per motivi di salute, Nasatti è stato rappresentato dai figli Bruno e Davide, che hanno ritirato per lui il riconoscimento.

Il sindaco di La Valletta Brianza, Marco Panzeri
A chiudere la cerimonia è stata la consegna – non prevista da programma, poiché giunta all’ultimo – delle miniature dello stemma del gonfalone del Comune di La Valletta Brianza e il relativo decreto del presidente dei Ministri. A ritirarle è stato il sindaco Marco Panzeri.
Prima di congedarsi, i fiati della Fanfara di Lecco hanno deliziato il pubblico con gli ultimi brani.
E.Ma.