In viaggio a tempo indeterminato/383: quasi come a Rio de Janeiro

È come essere a Rio de Janeiro, ma con i bar che vendono gelato e pizzette. (Forse lo fanno anche a Rio e sono io che non lo so!)
Mancano solo le ballerine che si muovono al ritmo di samba, anche se la musica in effetti c'è.
La Basilicata è una delle regioni meno "famose" d'Italia. Non è rinomata come la vicina Puglia. Non è gourmet come la Sicilia qualche km più giù. E non è nemmeno folcloristica come la Campania.
"La Basilicata esiste, è un po' come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi." È la frase di un film, forse il più famoso girato in questa regione: "Basilicata coast to coast".
È un film del 2010 che ammetto di aver visto soltanto un paio di anni fa, in una giornata piovosa mentre eravamo a bordo del minivan blu da qualche parte nei Balcani.
E mi aveva stuzzicato parecchio l'idea di fare un roadtrip in quella regione che in effetti, a parte per il nome del capoluogo, non conoscevo affatto.
Nel nostro viaggio verso il sud dell'Italia (aiuto, ancora mi devo abituare al fatto che stiamo viaggiando proprio in questo Paese!) ci siamo ritrovati a passare per la Basilicata. Pochi chilometri, giusto quelli sulla costa. 

Ad attirarmi una statua, ma non una qualunque. Una di quelle che non passano inosservate e ti viene da dire "ma come gli è venuto in mente di farla lì?".
Sto parlando del Cristo Redentore di Maratea.
Decisamente meno famoso del cugino brasiliano, non lo avevo mai sentito nominare prima del film. Realizzata negli anni ’60 dallo scultore fiorentino Bruno Innocenti, la statua si trova sulla cima del monte San Biagio. Con i suoi 22 metri d’altezza, è il secondo Cristo più alto d’Europa e il terzo al mondo.
Non so come siano messi gli altri della classifica, ma questo è anche parecchio faticoso da raggiungere.
Ci sono tre vie per arrivare sulla vetta.
Usare la macchina, fare un tornante, poi un altro, poi un altro ancora, ancora uno, un altro, fai una giravolta, falla un'altra volta (ok, 'sti tornanti mi hanno rimbambita!) fino ad arrivare ad un parcheggio e salire solo gli ultimi 2 di tornanti. Questa è ovviamente la scelta più comoda, non praticabile però durante le feste di Paese, cioè due volte l'anno. E quando siamo arrivati noi a Maratea? Alla festa di San Biagio. Quindi strada chiusa al traffico e niente tornanti.
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La seconda opzione è di percorrere una via ferrata. Ora, io lo so che per fare le ferrate devi essere preparato fisicamente e anche attrezzato, ma evidentemente i due gentili signori che ci hanno indicato di prendere proprio quel sentiero non lo sapevano.
"Basta avere buone gambe e si fa" ci ha detto uno dei due sorridendo.
Per fortuna non ci siamo fidati altrimenti a quest'ora credo saremmo ancora lì, attaccati ad una roccia pensando che forse "le gambe" non erano il nostro unico problema.
Paolo dopo queste prime due fallimentari opzioni, aveva desistito.
"Guardiamola da sotto 'sta statua. Andremo a quella di Rio che tanto lì c'è la funicolare."
La Angela di tutti i giorni, credo avrebbe approvato senza pensarci troppo.
Ma per qualche motivo che stento ancora a capire, quel giorno ero particolarmente in vena di raggiungere la statua del Cristo sul monte.
Inspiegabilmente sono persino riuscita a convincere Paolo che sarebbe stata una bella idea, che ci saremmo divertiti e la vista avrebbe ripagato lo sforzo.
Ancora non so dove ho trovato tutta quell'energia. Forse avevo sottovalutato la pendenza e il fatto che i tornanti ti fan perdere ancora di più la testa se li devi fare a piedi in mezzo a un bosco.
Per farla breve, però, siamo arrivati in alto. Sudati, provati e un po' risentiti perché poche ore prima ci eravamo fatti una doccia calda e quando vivi in macchina una doccia vera è un evento più unico che raro.
La vista da lassù però era spettacolare. Il golfo di Policastro che si apre sotto lo sguardo marmoreo di Gesù che se lo vedi da una barca sembra abbia il volto rivolto verso il mare, ma quando ti ci trovi sotto ti accorgi che sta guardando verso l'interno.
E da vicino, il suo sguardo sembra dire: "mi hanno messo in un posticino niente male eh!"
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Dopo la scalata, una birra fresca e la banda del Paese ad accompagnare la sfilata con la statua di San Biagio, abbiamo incontrato due ragazzi che vivono a qualche chilometro da Maratea.
Fanno un lavoro bellissimo e interessantissimo a cui non avevo mai pensato prima di conoscerli: creano colonne sonore per i film e le serie TV. Un incontro casuale ma in perfetto tema Basilicata.
E davanti a qualche stuzzichino ci fanno una domanda: "non avete notato niente di strano nella statua del Cristo?"
In effetti mi era sembrata alquanto bizzarra come rappresentazione: capelli corti, barba corta e una specie di mantello sulle spalle.
"Perché in realtà quella in origine non era una statua di Cristo..." ci dicono così all'improvviso.
E se quella statua sul monte San Biagio, davanti alla Basilica di San Biagio dove sono custodite le reliquie di San Biagio, durante la festa di San Biagio fosse quella di... ma no, che dico, sarà il Cristo!
Mannaggia a me e allo spirito di scalatrice che mi ha posseduta per un giorno. Non succederà più... forse!
Angela (e Paolo)
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