Raccolta d'immobilità
Cara Leccoonline
Lo scorso 6 marzo, in Commissione V, si era discusso diffusamente del nuovo Centro di Raccolta di Silea al Bione, delle sue problematiche, già allora evidenti, e delle diverse segnalazioni avanzate.
A tre mesi di distanza, dopo più di un sopralluogo diretto - come già fatto allora dal Consigliere Marco Caterisano – la situazione risulta, purtroppo, invariata.
O peggio: cristallizzata.
Le criticità sembrano non solo rimaste inascoltate, ma proprio archiviate.
O, per restare in tema, direttamente gettate nel cassone sbagliato.
Un breve elenco:
- Il totem d’ingresso continua a funzionare a intermittenza: più volte non legge le tessere, non riconosce i QR code e non conferma le selezioni a video.
- L’obbligo di indicare elettronicamente il tipo di rifiuto che si intende conferire rallenta inutilmente le operazioni, creando code e richiedendo spesso l’intervento degli addetti. Una scelta priva di efficacia anche nei giustificatori fini statistici non essendo accompagnata da un peso o volume registrato.
- La sbarra all'ingresso, per taratura della telecamera, non si alza con veicoli dei privati appena più grandi di un Pandino anche se l’utenza è regolare.
Anche qui serve l’intervento dell’addetto telecomando al collo
- All’interno si trova una distesa asfaltata, più adatta a una pista d’atterraggio che a un centro ecologico, con una ampia tettoia di cassoni per batterie e a fianco un gabbiotto minuscolo dove gli operatori dovrebbero, gestire accessi, monitor e ripararsi dalle condizioni ambientali non certo ottimali (né per il sole cocente né per la pioggia battente) e nel frattempo girare tutto il Centro.
- Da segnalare, positivamente, l’area destinata a verde e sfalci: comoda e ben strutturata.
- Resta grave e irrisolta invece la questione della segnaletica: i 15 cassoni tutti in una fila unica dopo la rampa sono ancora privi di cartelli visibili e leggibili già da chi si trova in coda con l'auto, essendo l'indicazione della tipologia del materiale da poter lì conferire posizionata solo di lato ad altezza delle ruote dell'auto, ferma davanti.
Una semplice soluzione (due ore di lavoro, un pennarello, una tavoletta di legno e un cartello ben posizionato e visibile in alto) avrebbe già fatto la differenza.
- E tra le mancanze anche quella di un cassone per i tessuti, nonostante gli obblighi in materia.
- Alla luce di quanto visto e verificato, vien da chiedersi: è questo il livello di attenzione che si vuole dedicare a un servizio tanto essenziale?
Resta un investimento importante - in termini economici – che nella pratica quotidiana appare però, a distanza di tanti, troppi mesi, ancora precario, disorganizzato e poco rispettoso del tempo dei cittadini e del lavoro degli operatori
Lo scorso 6 marzo, in Commissione V, si era discusso diffusamente del nuovo Centro di Raccolta di Silea al Bione, delle sue problematiche, già allora evidenti, e delle diverse segnalazioni avanzate.
A tre mesi di distanza, dopo più di un sopralluogo diretto - come già fatto allora dal Consigliere Marco Caterisano – la situazione risulta, purtroppo, invariata.
O peggio: cristallizzata.
Le criticità sembrano non solo rimaste inascoltate, ma proprio archiviate.
O, per restare in tema, direttamente gettate nel cassone sbagliato.
Un breve elenco:
- Il totem d’ingresso continua a funzionare a intermittenza: più volte non legge le tessere, non riconosce i QR code e non conferma le selezioni a video.
- L’obbligo di indicare elettronicamente il tipo di rifiuto che si intende conferire rallenta inutilmente le operazioni, creando code e richiedendo spesso l’intervento degli addetti. Una scelta priva di efficacia anche nei giustificatori fini statistici non essendo accompagnata da un peso o volume registrato.
- La sbarra all'ingresso, per taratura della telecamera, non si alza con veicoli dei privati appena più grandi di un Pandino anche se l’utenza è regolare.
Anche qui serve l’intervento dell’addetto telecomando al collo
- All’interno si trova una distesa asfaltata, più adatta a una pista d’atterraggio che a un centro ecologico, con una ampia tettoia di cassoni per batterie e a fianco un gabbiotto minuscolo dove gli operatori dovrebbero, gestire accessi, monitor e ripararsi dalle condizioni ambientali non certo ottimali (né per il sole cocente né per la pioggia battente) e nel frattempo girare tutto il Centro.
- Da segnalare, positivamente, l’area destinata a verde e sfalci: comoda e ben strutturata.
- Resta grave e irrisolta invece la questione della segnaletica: i 15 cassoni tutti in una fila unica dopo la rampa sono ancora privi di cartelli visibili e leggibili già da chi si trova in coda con l'auto, essendo l'indicazione della tipologia del materiale da poter lì conferire posizionata solo di lato ad altezza delle ruote dell'auto, ferma davanti.
Una semplice soluzione (due ore di lavoro, un pennarello, una tavoletta di legno e un cartello ben posizionato e visibile in alto) avrebbe già fatto la differenza.
- E tra le mancanze anche quella di un cassone per i tessuti, nonostante gli obblighi in materia.
- Alla luce di quanto visto e verificato, vien da chiedersi: è questo il livello di attenzione che si vuole dedicare a un servizio tanto essenziale?
Resta un investimento importante - in termini economici – che nella pratica quotidiana appare però, a distanza di tanti, troppi mesi, ancora precario, disorganizzato e poco rispettoso del tempo dei cittadini e del lavoro degli operatori
Paolo Trezzi