Premana: l'addio a Gloria, 'continua a essere per noi un dono d'amore'

Il feretro di Gloria Gianola è giunto nella parrocchiale di Premana sulle spalle dei suoi coscritti, ragazzi del 1993, appena 32enni. Ad accompagnare la giovane donna nel suo ultimo viaggio terreno, in direzione della chiesa che ha ospitato le esequie, anche il parroco don Matteo Albani, salito poi all'altare insieme a don Marco Tenderini, padre Angelo Fazzini e don Michele Buttera.
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L'omelia è spettata poi a quest'ultimo. Parole, le sue, rivolte direttamente a Gloria, strettamente legate alla sua esistenza segnata da una malattia rarissima - condivisa al mondo solo con suo fratello Samuel - divenuta però collante per l'intera comunità premanese (e non solo). Una vita, quella della ragazza, ha ricordato il sacerdote, che dall'esterno, in questo momento, può essere vista "come tanta sofferenza, tante decisioni difficili", "come tanta ingiustizia".
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Del resto anche gli apostoli stessi hanno considerato la Croce un fallimento. Eppure, come Gesù decise di vivere la Croce come "segno d'amore e la morte come un ritorno al Padre", il celebrante ha imbastito un paragone con il modo in cui Gloria ha scelto di affrontare la sua esistenza, citando le tante immagini che, in questi giorni, sono state ricondivise sui social, come quella della sua carrozzina lanciata - per esempio - a tutta velocità al traguardo del Giir di Mont.
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Immancabile dunque un riferimento alla fatica, comune a chi corre in montagna, ma anche a chi si trova a affrontare, ogni giorno, una vita in salita, però "con determinazione, con coraggio e con il sorriso". La stessa Gloria, recentemente, di fronte alla scelta di un trasferimento in una struttura, aveva confidato ai familiari di avere "risorse infinite", mettendosi "in ascolto della voce dello spirito Santo che parlava al cuore" e a cui viene ora chiesto di "accogliere tutta la luce, l'amore e la bellezza che ha donato". 
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"Ora che hai ritrovato i nonni e tante persone care, continua ad essere per noi un dono d'amore, pregando per tutti", ha domandato ancora don Michele alla 32enne, prima di concludere rivolgendosi a mamma Mariacarla, a papà Giordano e al fratello Samuel, per ringraziarli di avere "custodito il dono di Dio che è Gloria" avendo scelto di "non restare soli davanti alla fatica, ma di trasformarla in solidarietà". 
Le note della chitarra hanno accompagnato i canti proposti dalla cantoria giovanile, fino all'uscita del feretro dalla chiesa che, sempre portato in spalla dai coetanei della ragazza, ha raggiunto poi il locale cimitero per la sepoltura.
M.A.
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