Lecco: avviato il cantiere della chiesa di Falghera

Avviato il cantiere della chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi, sita in località Falghera di Lecco, adiacente l’antico sentiero selciato che conduce ai Piani d’Erna e alle pendici del monte Resegone. 
Si tratta di un cantiere di restauro strutturale e artistico in quanto interessa la sicurezza anti sismica e la conservazione/svelatura degli antichi dipinti. Il cantiere, avviato lo scorso 28 aprile con collaudo previsto entro la fine dell’anno in corso, è stato avviato per un’emergenza statica, dovuta a dissesti strutturali: l’impresa che ha preso in appalto l’opera è Luzzana Restauri s.r.l. di Civate. Il Ministero dei Beni Culturali è il finanziatore dell’intervento, tramite fondi europei PNRR, per un importo complessivo pari a 320.000 euro.
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''L’antico Oratorio - si legge sulla relazione tecnica-esecutiva a cura dei professionisti che stanno collaborando all’intervento - è utilizzato soprattutto dai residenti del luogo e dai viandanti che transitano per recarsi sui monti lecchesi e che riconoscono l’edificio come simbolo religioso e identitario delle storiche frazioni di Acquate e Falghera, legate alle vicende Manzoniane. Purtroppo, la chiesa è attualmente interessata da un grave dissesto strutturale che ne limita l’utilizzo. Tale precarietà causa grave degrado all’apparato pittorico e decorativo settecentesco. La necessità di intervento si rende ora prioritaria e tempestiva e, grazie all’erogazione dei fondi PNRR sopra citati, sarà possibile mettere in sicurezza e valorizzare il bene affinché possa essere di nuovo usufruito e interamente goduto nella sua autenticità, sia dall’intera comunità lecchese, che attraverso gli antenati aveva desiderato e edificato l’antico oratorio con maestranze e materiali locali, sia dai pellegrini che avranno modo di scoprire un piccolo gioiello dell’architettura Barocchetta Lombarda''. 
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Nel 1605 la comunità di Falghera decise di costruire un oratorio dedicato a San Francesco, posando la prima pietra con l’aiuto del parroco di Acquate Ambrogio Pozzi. I lavori, rallentati da difficoltà economiche ed eventi come le pestilenze, avanzarono lentamente fino al 1648, quando si celebrò la prima messa, anche se la chiesa fu completata solo nel 1688. Nel corso dei secoli successivi l’oratorio subì varie opere di finitura, manutenzione e ammodernamento con importanti donazioni e l’istituzione di un beneficio ecclesiastico per celebrare le messe. Nel XVIII secolo si conclusero le opere principali (sagrato, tetto, altare maggiore) e vennero acquistate campane, altari, il Crocifisso e le decorazioni. Durante la seconda guerra mondiale le campane furono temporaneamente requisite per essere fuse ma in seguito restituite. Nel Novecento l’oratorio fu restaurato e ammodernato: dallo stile barocco cambiò con uno stile più moderno, come lo si vede ancora oggi. 
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Secondo l’analisi dello stato di fatto redatta dai professionisti incaricati, l’edificio sorge su un terreno in pendenza: l’abside risulta parzialmente interrata mentre il sagrato è realizzato su un terrapieno artificiale. Recenti interventi di scavo hanno liberato parte della muratura perimetrale dell’abside, migliorandone l’aerazione ma causando infiltrazioni delle acque meteoriche nelle fondazioni, con conseguente ulteriore dissesto statico. La struttura è semplice: un’aula unica e alto fronte a capanna, campanile laterale, tre campate con volte a botte leggermente ribassate e presbiterio con una volta a padiglione che probabilmente costituisce la parte più antica. L’interno è spoglio e privo di suppellettili originali: molte opere originali sono state trasferite nella parrocchia di Aquate, mentre rimane un confessionale ligneo. La pila per l’acqua santa, a forma di conchiglia, è di recente fabbrica.
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La redazione degli elaborati è avvenuta in concerto dai professionisti incaricati che si sono riuniti in un Raggruppamento Temporaneo: l’architetto Luisa Carolina Valsecchi, capo gruppo, si occupa della progettazione architettonica; l’ingegnere Christian Amigoni cura la progettazione strutturale; il geologo Fabio Baio segue le indagini geologiche e la progettazione geotecnica e l’ingegnere Vittorio Viganò è coordinatore della sicurezza di progettazione ed esecuzione. 
Il progetto di consolidamento antisismico della chiesa di San Francesco in Falghera nasce dalla necessità di intervenire su alcune lesioni strutturali, localizzate principalmente nel presbiterio e lungo l’arcone trionfale. Il fenomeno, oggetto di costante monitoraggio, ha destato particolare attenzione per ''garantire la sicurezza delle persone, la conservazione dell’edificio e delle opere d’arte ivi contenute''. 
Le indagini condotte hanno rilevato ''una netta tendenza del dissesto verso nord, ovvero verso la Valle del Caldone, pensando a un cedimento alle fondazioni''. Tale anomalia strutturale è visibile sia all’interno che all’esterno, in corrispondenza dell’abside. ''Ecco perché - si legge sulla relazione - il progetto prevede ulteriori rinforzi a sostegno delle strutture in profondità, in particolare nella porzione verso valle, nonché il ripristino dei sistemi di tensione muraria che si sono accidentalmente interrotti''.  Si procederà quindi con un consolidamento antisismico, mentre l’intervento a livello fondazionale sarà invece ''concentrato lungo il lato esterno, settentrionale e orientale, in modo da bloccare lo scivolamento verso valle ed evitare futuri cedimenti del terreno''.
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Dopo il completamento delle opere strutturali di natura edilizia, si procederà al restauro conservativo delle superfici danneggiate dal dissesto statico attivo e alla valorizzazione degli antichi dipinti settecenteschi in stile barocco lombardo, finora coperti da strati di tinteggiature acriliche. L’intervento si concentrerà su presbiterio, arcone trionfale e ultima campata della navata al fine di ''proteggere e salvaguardare il patrimonio artistico esistente'', mentre il resto della chiesa sarà restaurato in una fase successiva, previo reperimento di sufficienti economie a copertura dei lavori. La fase conservativa comprende anche il risanamento della fascia inferiore della muratura presbiterale. Si andranno poi a rimuovere i depositi superficiali dalle superfici dipinte e il restauro si concluderà con ''l’intonazione pittorica delle lacune delle decorazioni esistenti, realizzata con colori ad acquarello in leggero sottotono, in modo da ottenere una visione d’insieme completa ed armonica''.
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L’intervento conservativo della chiesa di San Francesco si propone di salvaguardare l’integrità strutturale e valorizzare l’apparato decorativo dell’edificio religioso, garantendo al contempo il rispetto del patrimonio storico-artistico. Il lavoro attualmente in corso non solo consente di restituire dignità al patrimonio decorativo, ma riafferma l’impegno della comunità nella custodia della propria memoria storica.

Le immagini sono tratte dalla relazione tecnica-esecutiva di progetto
M.Mau.
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