Lecco: il Pride conquista le strade della città. Lo slogan ripetuto "Tornare Uman3"

È stato un fiume colorato e determinato quello che questo pomeriggio ha attraversato le vie della Città di Manzoni. Giunta ormai alla quinta edizione, il Lecco Pride si è trasformato da manifestazione simbolica ad autentico momento di partecipazione civica e politica. "Torniamo Uman3" è stato il grido che ha animato il corteo: un invito urgente a riscoprire l’essenza dell’umanità, contro ogni forma di disumanizzazione, discriminazione e violenza.
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Il corteo è partito alle 15.30 da via Ghislanzoni, davanti al Politecnico di Lecco, punto di partenza scelto non a caso come simbolo del futuro e del sapere. Tra cori, bandiere arcobaleno e cartelli che reclamavano diritti e dignità, la marcia ha attraversato il cuore della città per giungere in piazza Garibaldi, dove musica, interventi e testimonianze hanno trasformato l’evento in un vero e proprio spazio politico, culturale e sociale.

Gli slogan dei partecipanti si sono intrecciati con le parole di Patrizia Milani, in rappresentanza dell’ANPI di Lecco, che ha richiamato l’articolo 3 della Costituzione italiana come fondamento della battaglia per i diritti civili e sociali: «Non esistono persone di serie A e persone di serie B. La nostra Repubblica si fonda sull’uguaglianza sostanziale. Il Pride è lotta politica, è democrazia in azione, è il rifiuto del pensiero unico».
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 Al centro del Pride 2025 non solo i diritti LGBTQIA+, ma una visione politica ampia e inclusiva. Il documento politico redatto per questa edizione ha scandito in modo chiaro le priorità: contrastare le politiche anti-trans sempre più aggressive in Italia e in Europa, chiedere percorsi formativi seri e strutturati per docenti e dipendenti pubblici, ottenere spazi sicuri per le giovani persone queer, pretendere una sanità pubblica realmente inclusiva e strumenti concreti per prevenire aggressioni omo-bi-transfobiche.

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Il motto scelto, Torniamo Uman3, nasce in dialogo con lo storico "Restiamo umani" di Vittorio Arrigoni il reporter e pacifista di Bulciago ucciso a Gaza nel 2011. La sua testimonianza, letta dai membri organizzatori, ha riportato alla memoria una visione del mondo fondata su umanità, pace e resistenza civile. «Oggi il nostro compito è quello di mantenere accesa quella fiammella di umanità, anche nei momenti più bui».
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A bordo del carro d’apertura, quattro ritratti: Vittorio Arrigoni, Ken Saro-Wiwa, Sarah Ghazi e Marsha P. Johnson. Ognuno accompagnato da un simbolo — una pietra, un orologio, una bandiera, un fiore — a testimoniare battaglie diverse ma unite da un filo comune: la lotta per la dignità e per un mondo più giusto.
Il Pride di Lecco 2025 si è inoltre distinto per un’attenzione profonda all’accessibilità e al benessere delle persone. Spazi di decompressione, interpreti LIS, aree ombreggiate, punti d’acqua, bagni accessibili, distribuzione di tappi per le orecchie grazie ai City Angels: ogni dettaglio è stato curato per garantire che la festa fosse davvero per tutti.
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Non solo: durante la manifestazione era attivo uno spazio test gratuito e anonimo per HIV, sifilide ed epatite B, a cura di Arcigay Bergamo Cives e Bergamo Friendly Test. Una scelta che sottolinea l’idea di cura collettiva e prevenzione come parte integrante della lotta per i diritti.
Significativa la partecipazione delle istituzioni locali, intervenute in piazza Garibaldi a sostegno dell'iniziativa e della libertà di tutti. «Il Pride ci ha cambiati» ha dichiarato giorni prima il Sindaco. «Ci ha insegnato a guardare Lecco con occhi diversi, a capire che non c’è vera democrazia se non c’è uguaglianza per tutti. Diffondere il valore di questa realtà e sensibilizzare i ragazzi. Questa è la nostra sfida».
Il Pride è inoltre anche un’alleanza tra territorio, scuole, associazioni culturali e sociali che ha trovato un esempio virtuoso nella collaborazione con l’Istituto Medardo Rosso. Le scenografie dei carri e del palco sono nate proprio dall’impegno di studentesse e studenti, coinvolti in un progetto educativo e creativo che ha lasciato il segno.
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Il Pride non è solo denuncia. È anche gioia, corpi che danzano, voci che si intrecciano. In programma per concludere questo sabato, il Pride Party all’Orsa Maggiore, una serata di musica e socialità, per celebrare insieme quel diritto alla felicità che spesso viene negato.
Nei prossimi giorni, continueranno eventi, concerti, laboratori, proiezioni, per mantenere viva l’onda lunga del Pride. Perché come hanno ricordato dal palco gli organizzatori: «Nessuno conquista i diritti da solo. Una comunità si costruisce nel dialogo, nella differenza, nella condivisione dei sogni e delle difficoltà».
 Oggi Lecco ha risposto all’appello. Con determinazione, con coscienza, con la consapevolezza che tornare umani non è uno slogan, ma un impegno quotidiano
M.Pen.
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