Castello: festa per il 45° di ordinazione di monsignor Gianni Cesena
Nella solennità dei santi Gervaso e Protasio la comunità di Castello ha festeggiato anche il 45° anno di ordinazione di monsignor Giovanni Attilio Cesena, Gianni per tutti, vicario della zona pastorale 3 e lì residente.


Con lui sull'altare per ricordare questo traguardo, con il percorso iniziato il 14 giugno del 1980 transitando poi per Castellanza, Varese e Desio, c'erano il parroco don Antonio Bonacina e il rettore del Volta don Valerio Brambilla.
Nel corso di una cerimonia semplice ma sentita, animata dalla corale, il festeggiato rifacendosi ai brani delle Letture e ricordando alcuni aneddoti anche dei suoi incarichi pastorali nel mondo missionario, ha invitato i fedeli ad alzare gli occhi e a guardare oltre, a non tenere lo sguardo basso, incupito su se stessi e sulle proprie paure. Il cristiano, ha detto, deve indirizzare gli occhi verso l'orizzonte e non fermarsi alle banalità, per cercare la ricchezza della vita che è l'incontro.
Ricordando l'accoglienza ricevuta sulle Ande da un capo famiglia che si prodigava nell'essere premuroso e attento, monsignor Cesena ha invece contrapposto la frenesia di oggi che porta l'uomo a essere superficiale, ad avere una mente distratta e non più capace di riflessione. L'invito è stato quello a ritrovare la concentrazione, riprendendo dagli anziani che sapevano essere premurosi, attenti e rispettosi dei luoghi e delle persone.


Infine, rifacendosi al rito del pallone di ovatta bruciato all'inizio della Messa che è metafora della vita del martire che arde per la sua Fede, don Gianni ha invitato tutti a essere testimoni nella vita di ogni giorni e nei gesti quotidiani, anche quelli più piccoli.


Con lui sull'altare per ricordare questo traguardo, con il percorso iniziato il 14 giugno del 1980 transitando poi per Castellanza, Varese e Desio, c'erano il parroco don Antonio Bonacina e il rettore del Volta don Valerio Brambilla.
Nel corso di una cerimonia semplice ma sentita, animata dalla corale, il festeggiato rifacendosi ai brani delle Letture e ricordando alcuni aneddoti anche dei suoi incarichi pastorali nel mondo missionario, ha invitato i fedeli ad alzare gli occhi e a guardare oltre, a non tenere lo sguardo basso, incupito su se stessi e sulle proprie paure. Il cristiano, ha detto, deve indirizzare gli occhi verso l'orizzonte e non fermarsi alle banalità, per cercare la ricchezza della vita che è l'incontro.


Al centro don Gianni con, alla sua destra don Antonio, e a sinistra don Valerio
Infine, rifacendosi al rito del pallone di ovatta bruciato all'inizio della Messa che è metafora della vita del martire che arde per la sua Fede, don Gianni ha invitato tutti a essere testimoni nella vita di ogni giorni e nei gesti quotidiani, anche quelli più piccoli.
S.V.