Chiuso: abuso edilizio al centro islamico, reato prescritto

“Non doversi procedere per intervenuta prescrizione”: è la sentenza oggi pronunciata dal giudice monocratico Angelo Parisi nei confronti di Moez Sampti, presidente del centro culturale Assalam di Lecco. Una conclusione in linea con le richieste formulate all'esito del dibattimento sia dalla difesa, rappresentata dall'avvocato Alessandra Carsana, che dalla pubblica accusa, nella persona del vpo Caterina Scarselli.
Il tunisino, classe 1969, era chiamato a rispondere di un presunto abuso edilizio: in particolare al rappresentante del centro venivano contestati dei lavori di ristrutturazione eseguiti, in seguito all'acquisto dell'immobile di Corso Bergamo, infrangendo le disposizioni del Testo Unico sull'edilizia.
Quattro delle cinque opere compiute nel 2019 erano state poi sanate nel corso dell'anno successivo – aveva ricordato durante la sua requisitoria l'avvocato Carsana – eccetto l'ultima, relativa al cambio di destinazione d'uso dell'immobile. Secondo quanto riportato dalla difesa durante la propria requisitoria, la mancata regolarizzazione sarebbe dipesa dagli elevati costi dell’iter.
Prima di leggere il dispositivo di sentenza, il giudice ha chiesto alle parti di interloquire in merito ad un'eventuale riqualificazione del fatto in epigrafe dall’art. 44, comma 1, lettera c) all’art. 44, comma 1, lettera b) del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico sull’edilizia): nessuna osservazione. Una precisazione meramente formale, che comunque non ha giocato alcuna incidenza sulla pronuncia del dott. Parisi: il reato è prescritto.
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