Lecco–Bergamo: 25 anni di promesse disattese, ritardi cronici, risorse a singhiozzo

È con crescente preoccupazione e forte sdegno che le comunità di Lecco, Calolziocorte, Vercurago e Cisano Bergamasco osservano l’ennesimo capitolo dell’infinito dramma infrastrutturale rappresentato dalla tratta stradale Lecco–Bergamo (SS 639).
Nonostante la retorica su grandi opere strategiche e promesse legate alle Olimpiadi Milano Cortina 2026, il progetto resta un coacervo di annunci, scuse, ritardi e incertezze.
Solo il 24 marzo la Regione annunciava che il progetto di fattibilità del primo lotto sarebbe pronto “entro l’autunno”, ma definiva un cronoprogramma che porta al cantiere non prima del marzo 2027, con termine previsto nel luglio 2032;
Alla numerologia delle risorse, mancano circa 94 milioni per il primo lotto e ulteriori 70 per quello successivo.
Sul piano tecnico logistico, le criticità non mancano: il comitato “Insieme per la Lecco–Bergamo” denuncia l’assenza di dati aggiornati (l’ultimo è del 2007!) e l’assenza di studi sull’impatto ambientale e urbano, nonostante oggi circolino 30.000 veicoli al giorno, di cui 5.000 mezzi pesanti.
Lo stesso progetto rischia di provocare danni significativi: abbattimenti di edifici, interferenze con falde acquifere e strutture scolastiche, sovraccarico su rotatorie inadeguate.
Nel frattempo, lo stallo burocratico continua: di fatto, le procedure autorizzative promettono interventi in ritardo, costi crescenti e cantieri paralizzati.
Noli de Il Patto per il Nord denunciamo con forza:
1.    I ritardi sistematici: promesse fatte nel 2023 e 2024 non si sono tradotte in cantieri funzionanti, né sul fronte lecchese né su quello bergamasco.
2.    Le risorse frammentari e insufficienti: stanziamenti a singhiozzo, con soldi localizzati solo su tratti parziali (es. 5 milioni su Cisano, 3 + 6 milioni per il lotto “San Gerolamo”) 
3.    Le competenze confuse: Regione, Provincia, ANAS, SIMICO – tutti attori in campo, nessuno che risponda direttamente.
4.    La mancanza di un piano condiviso: nessun cronoprogramma unitario, nessuna trasparenza reale, nessun calendario vincolante per le comunità.
Il vero nodo, che nessuno ha il coraggio di ammettere, è che l’opera – per come è stata concepita – appare di difficile realizzazione. Ed è proprio questa scusa, mai dichiarata apertamente da c hi governa la nostra Provincia e la Regione, che sarà usata dopo le Olimpiadi come pretesto per congelare tutto, invece di lavorare da subito a una quarta ipotesi più logica e sostenibile,
Giovanni Colombo, segretario il provinciale lecchese de Il Patto Per il Nord
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.