Bimbo morì a poche ore dal parto: incidente probatorio davanti al giudice con i periti

Al termine dell'udienza - particolarmente tecnica e complessa - il giudice Gianluca Piantadosi ha restituito gli atti alla Procura, cui spetteranno le valutazioni del caso. Incidente probatorio nel tardo pomeriggio di mercoledì 18 giugno in Tribunale a Lecco, nell'ambito di un procedimento penale scaturito dalla prematura scomparsa di un bimbo venuto alla luce all'ospedale Manzoni. 
Nato nel febbraio 2022 da un parto cesareo, già in condizioni di estrema fragilità, il piccolo era spirato poche ore più tardi; da un esposto presentato dalla famiglia, la Procura della Repubblica di Lecco aveva aperto un fascicolo affidato al sostituto Chiara Di Francesco, che aveva iscritto nel registro degli indagati due medici ginecologi per l'ipotesi di reato di omicidio colposo.
All'archiviazione chiesta dal magistrato - che non aveva evidentemente ravvisato eventuali profili di responsabilità in relazione alla condotta dei professionisti - il giudice aveva però preferito disporre nuove indagini per fare piena luce sulle cause del decesso. 
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L'ospedale Manzoni di Lecco

Necessario infatti determinare se la morte del piccolo fosse ascrivibile alla condotta dei due camici bianchi o al contrario, se la causa potesse essere figlia di eventuali difficoltà emerse durante la gravidanza e nulla si potesse fare, una volta in sala operatoria, per evitare la morte del bambino. 
Una questione, tanto complessa quanto delicata, sulla quale il pubblico ministero ha chiesto un incidente probatorio alla presenza dei quattro periti nominati dal Tribunale, oltre che dai consulenti della difesa (rappresentata dall'avvocato Stefano Pelizzari) e della parte offesa.
Se l'udienza in programma lo scorso aprile era stata rinviata in virtù dell'impedimento della toga (con studio in Sicilia) che assiste i familiari del bimbo, ieri pomeriggio si è entrati nel vivo della questione. 
Al collegio peritale sono state poste diverse domande estremamente tecniche in merito al contenuto e agli esiti della relazione depositata: dalle parti, dal pubblico ministero e dal giudice. Dalle risposte fornite sarebbe emersa l'estraneità penale - rispetto ai fatti in contestazione - dei medici, che nulla avrebbero potuto fare per impedire il decesso del bimbo, affetto da una patologia (sembra non diagnosticabile) già durante la gravidanza. Quandanche si fosse intervenuti prima con un parto cesareo - stando ai periti non vi sarebbero state evidenze rispetto all'urgenza di tale attività - le sorti del piccolo non sarebbero mutate.
Queste in estrema sintesi le conclusioni emerse dall'udienza, al termine della quale gli atti sono stati restituiti al pubblico ministero che, in considerazione dell'esito dell'incidente probatorio, potrebbe presentare una nuova richiesta di archiviazione o proseguire con nuove attività.
G.C.
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