Bollettino del Santuario di San Girolamo/5: i prodigi della Fonte del Beato e il soldato di Chiuso miracolato in Libia
"L'acqua della fonte del Santuario di Somasca celebrata da tutti gli storiografi del Santo e cantata anche da molti poeti, è veramente potente per i prodigi e miracoli che ha operato e continua ad operare per l'intercessione di S.Girolamo. Bevuta per divozione apporta frutti salutari alle anime e al corpo". E' una certezza quella esplicitata sul numero 5 del Bollettino del Santuario, edito nel maggio del 1915, ripercorrendo la storia della "Fonte del Beato" e dunque dell'acqua che, secondo la tradizione, iniziò a sgorgare su richiesta del Santo stesso, per alleviare le fatiche dei confratelli altrimenti costretti a salire alla cisterna della Rocca per dissetare i poverelli stabiliti alla Valletta.
I fatti prodigiosi operati da quest'acqua - annotano ancora i padri - vennero vagliati e giudicati anche dai Delegati Apostolici, in occasione della santificazione di San Girolamo e "non possono presentare - dunque - dubbio di sorta sull'efficienza benefica che dett'acqua ha sempre operato". E come precisato in apertura, continua a operare.
Citate, infatti, guarigioni risalenti a pochi mesi prima della pubblicazione del Bollettino stesso, con Rosina Biffi, bimba di 5 anni di Calusco d'Adda affetta da diverse malattie e in ultimo anche dal tifo, i cui genitori, ai farmaci prescritti da diversi medici, preferirono l'acqua di San Girolamo, dopo aver chiesto la sua intercessione, ottenendo il ritorno in salute della piccola. Stessa grazia per una tal Giovannina Plati, guarita, dopo aver percorso con tanta fatica la Scala Santa, sia da una patologia al braccio sia dall'asma. Si era fatta portare a Somasca apposta da Barzio, borgo descritto come un "paesello situato in una delle più singolari posizione della Valsassina", mentre - nota di colore - in altro "capitoletto" del Bollettino, Missagliola, oggi frazione di Missaglia, viene presentato come un "ameno paesello brianteo", la stessa didascalia riservata anche a Rossino - "ameno paesello sopra Calolzio, dominante i laghetti di Olginate e di Garlate" - da dove il 18 aprile 1915 i fedeli mossero in corteo alle 5.30 del mattino verso Somasca, stipando (questo è il verbo utilizzato) poi la Chiesa parrocchiale.
Come ogni numero, non mancano anche sul Bollettino numero 5, altre testimonianze dell'intercessione di San Girolamo, inclusa quella relativa ad un soldato, Serafino Andreotti da Chiuso che, in Libia, "in uno degli ultimi scontri coi ribelli, ebbe salva la vita, mentre alcuni suoi commilitoni caddero morti vicino a lui. Della sua incolumità egli è grato a San Girolamo che ripetutamente aveva invocato e per il quale ha particolare devozione. Lo zio Tobia Andreotti aveva anche lui pregato S.Girolamo di salvare il nipote ed era venuto più volte al Santuario per la grazia. Oggi 5 aprile il detto Tobia Andreotti è ritornato ed ha raccontato quanto sopra, non senza commozione e lagrime di gioia. Ed ha soggiunto di aver scritto il nipote, che appena congedato, verrà in persona al Santuario per testimoniare al Santo la sua gratitudine, la sua riconoscenza".
Nel mentre, il 24 maggio 1915, l'Italia entrava in guerra.
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Citate, infatti, guarigioni risalenti a pochi mesi prima della pubblicazione del Bollettino stesso, con Rosina Biffi, bimba di 5 anni di Calusco d'Adda affetta da diverse malattie e in ultimo anche dal tifo, i cui genitori, ai farmaci prescritti da diversi medici, preferirono l'acqua di San Girolamo, dopo aver chiesto la sua intercessione, ottenendo il ritorno in salute della piccola. Stessa grazia per una tal Giovannina Plati, guarita, dopo aver percorso con tanta fatica la Scala Santa, sia da una patologia al braccio sia dall'asma. Si era fatta portare a Somasca apposta da Barzio, borgo descritto come un "paesello situato in una delle più singolari posizione della Valsassina", mentre - nota di colore - in altro "capitoletto" del Bollettino, Missagliola, oggi frazione di Missaglia, viene presentato come un "ameno paesello brianteo", la stessa didascalia riservata anche a Rossino - "ameno paesello sopra Calolzio, dominante i laghetti di Olginate e di Garlate" - da dove il 18 aprile 1915 i fedeli mossero in corteo alle 5.30 del mattino verso Somasca, stipando (questo è il verbo utilizzato) poi la Chiesa parrocchiale.

Nel mentre, il 24 maggio 1915, l'Italia entrava in guerra.
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A.M.